Favoriti Tour de France 2017: Froome cerca il poker, ma occhio ai bluff!

Ancora una volta, anche al Tour de France 2017, tutti contro Chris Froome. Vincitore delle ultime due edizioni, a caccia del personale poker, il leader del Team Sky si presenta anche quest’anno come l’uomo da battere. Il suo percorso è stato meno convincente di altri anni, tanto che per la prima volta da quando è diventato il ciclista che è, arriva alla Grande Boucle senza alcun successo. Non solo senza la maglia gialla del Giro del Delfinato conquistata sinora ogni anno che poi ha anche vinto a Parigi, ma in generale non ha proprio vinto nessuna corsa. Un segno di declino o semplicemente di una stagione non proprio andata come voleva sinora? D’altro canto però non ha fatto mistero di voler puntare poi alla Vuelta a España a fine stagione, chiaramente per vincerla finalmente e riscattare due secondi posti che gli bruciano ancora. Per farlo, allora bisogna cercare di risparmiarsi il più possibile prima, con il difficile equilibrio di farlo senza rovinare la preparazione in vista della corsa di luglio, la più importante di tutte per lui, come ha più volte ribadito. Se il capitano appare più debole di altri anni, ben diversa la situazione dei suoi gregari, tanto da avere al suo fianco ben quattro corridori che in altre squadre potrebbero pretendere un ruolo da leader: dal fido Geraint Thomas al ligio Mikel Landa, passando per Sergio Henao e Michal Kwiatkowski, che di questi è forse il più sottovalutato per la generale, ma è quello che in carriera al Tour ha fatto meglio. Due son scalatori di razza, due invece ottimi passisti-scalatori, ma in salita il risultato sarà presumibilmente lo stesso, un treno micidiale che gli avversari faranno fatica a far deragliare, considerando anche la presenza di altri ottimi elementi.

La locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato…

E cadere diceva De Gregori, oppure no. Probabilmente l’unica speranza degli avversari è quella di scartare di lato, uscire dal selciato e vedere la strada dove porta. Il rischio di cadere c’è, anche perché anche se dovesse saltare un vagone del treno, fosse anche il più importante, ce ne sono altri che potrebbero cercare di sostituirlo degnamente. Ma, come peraltro mostrato più volte, per far cadere la corazzata britannica, abituata a schemi e scacchiere, serve l’estro e la fantasia. Oppure correre sostanzialmente come lui e sperare di averne di più. Al primo caso appartiene sicuramente Alberto Contador (Trek-Segafredo), al secondo Richie Porte (BMC). Lo spagnolo è sicuramente il più estroso tra gli uomini di classifica presenti, con la costante voglia di attaccare e di dare spettacolo. Ha dimostrato negli anni passati che questo è il metodo, forse l’unico a sua disposizione, per battere il Keniano Bianco. Non gli è riuscito spesso, bisogna dirlo, ma quando ci è riuscito… Di sicuro, non si accontenterà, l’ha detto più volte e ancor prima lo ha dimostrato sul terreno. Se mostrerà il giusto colpo di pedale, sarà uno degli attori principali del Tour. Protagonista o antagonista conterà poco, l’importante sarà lo spettacolo che potrà scaturire. L’australiano invece è un ex vascello della flotta Sky, uno dei più potenti che la squadra abbia mai avuto. Conosce perfettamente i meccanismi che compongono la macchina britannica, dunque anche le potenziali debolezze. Sa che è un ingranaggio ben oliato, ma a sua volta cercherà di sfruttarne al meglio il funzionamento per poi cercare di andare a cercare quei cambi di ritmo che lui ha, al contrario del suo ex capitano. Froome ha più volte sconfitto rivali sostanzialmente diversi da lui, ma il caso del tasmaniano è diverso, perché rischia di dover correre quasi contro sé stesso.

Tra coloro che osano e che proveranno a far saltare il banco, decisamente si trova anche il nostro Fabio Aru. Co-capitano della Astana assieme a Jakub Fuglsang, il sardo ha mostrato grandi cose al Delfinato,proprio come il danese. Sono una coppia che non ha paura e con una strategia aggressiva due settimane fa hanno fatto fuori tutti, correndo ad altissimo livello. Ripetersi a luglio, con ancor più rivali e il livello più alto, sarà dura, ma hanno mostrato di avere le carte giuste per poterci provare. Un altro che sa correre con coraggio è sicuramente Romain Bardet (AG2R La Mondiale). Secondo lo scorso anno, sarà dura migliorarsi, ma il francese è un ragazzo deciso, motivato ed orgoglioso. Ci proverà sicuramente, potendo contare anche su una buona squadra completamente al suo servizio. Fra i corridori che amano attaccare non bisogna dimenticare Daniel Martin (QuickStep – Floors). L’irlandese arriva alla Grande Boucle dopo il secondo posto al Delfinato, stesso piazzamento di dodici mesi fa quando poi chiuse la Grande Boucle nei primi dieci posti. Sicuramente il cambio di squadra ha dato maggiori certezze a Martin, rispetto ai tempi della Cannondale, senza però togliergli quella sua verve che potrebbe tornare utile durante la corsa.

L’accoppiata vincente

Tornando a parlare di coppie al comando, la grande incognita è come vorranno correre Nairo Quintana e Alejandro Valverde. Uno reduce dal Giro è il capitano annunciato della formazione spagnola,  mentre l’altro arriva molto più fresca, dopo una stagione da incorniciare fino a questo punto. Sulla carta sembra esser già deciso, ma il doppio uomo di classifica potrebbe essere l’arma in più, soprattutto se si dovesse avere il coraggio di giocare al contrario, con Quintana a provarci per primo e Valverde a giocare di rimessa. Tutti hanno paura del colombiano, malgrado la folle impresa che sta tentando, e si può vincere anche bluffando quando si hanno le carte buone. Altra coppia la presentano anche la Cannondale – Drapac, ORICA – Scott e Lotto NL – Jumbo. La formazione americana punterà su Rigoberto Uran, che cercherà di rilanciarsi dopo una prima parte di stagione abbastanza anonima, ed Andrew Talansky, alla ricerca di quella definitiva esplosione che non è mai arrivata fino a questo momento, senza dimenticare un corridore imprevedibile come Pierre Rolland. Sulla carta il francese è qui per puntare alla vittoria delle tappe e probabilmente si lascerà defilare sin dai primi giorni, ma se così non fosse è un diesel al quale è meglio non lasciar ingranare le marce. Stesso discorso può esser fatto per Thibaut Pinot (FDJ), che come il connazionale è reduce dal Giro d’Italia e quindi potrà correre senza nessuna pressione,  libero mentalmente. Spostando l’attenzione sulla ORICA – Scott invece le gerarchie sulla carta doveva essere ben precise con un Esteban Chaves come capitano unico. Il colombiano però è reduce da un lungo stop per infortunio e la sua condizione è una vera e propria incognita, così come evidenziato al Delfinato. Proprio per questo momento la squadra australiana nel mese di aprile ha deciso di dirottare Simon Yates dal Giro d’Italia alla Grande Boucle e potrebbe rappresentare più di una semplice alternativa. In casa Lotto NL – Jumbo il discorso è invece leggermente diverso. Sulla carta i capitani per le tappe di montagna sono Robert Gesink, reduce da un 2016 in cui si è rilanciato, e la rivelazione Primoz Roglic, ma entrambi dovrebbero puntare più alle tappe che alla classifica generale.

Tanti poi i corridori che possono lottare per un piazzamento nei primi 10. Rientra sicuramente in quest’ottica Louis Meintjes (UAE Team Emirates) che è riuscito a centrare questo risultato l’anno scorso e quest’anno proverà a centrare il bis. Al Delfinato sono arrivati buoni risultati ed ora il sudafricano è chiamato a confermarsi alla Grande Boucle, mettendo nel mirino anche la maglia bianca. Obiettivo Top10 che hanno messo nel mirino anche Ion Izagirre (Bahrain – Merida), Rafal Majka (Bora – Hansgrohe) e Warren Barguil (Team Sunweb). Izagirre è alla prima esperienza come capitano e proverà a tenere duro fino ai Pirenei, per poi valutare se sfilarsi e puntare a qualche tappa o continuare ad inseguire un buon piazzamento in classifica. Per Majka invece si tratterà della prima volta da capitano nella Grande Boucle e dopo aver vinto per due volte la classifica dei GPM proverà a portare a casa un buon risultato in classifica generale. Discorso leggermente diverso invece può essere fatto per Barguil. Il francese al Delfinato è sembrato molto indietro di condizione ed è difficile capire quali saranno le sue ambizioni per questo Tour. Fondamentali saranno le prime tappe visto che permetteranno di capire se il portacolori della Sunweb deciderà di provare a resistere in classifica oppure metterà nel mirino le singole frazioni con fughe da lontano.

Attacchi da lontano nei quali con ogni probabilità vedremo protagonisti corridori come Lilian Calmejane (Direct Energie), Guillaume Martin (Wannty – Groupe Gobert) e Dani Navarro (Cofidis). I tre difficilmente potrebbero competere con i migliori in classifica, ma attraverso qualche fuga potrebbero riuscire a guadagnare terreno e magari concludere poi con un piazzamento nella Top10, come è riuscito già a fare lo spagnolo nel 2013.

IL BORSINO DEI FAVORITI

***** Chris Froome
**** Alberto Contador, Nairo Quintana
*** Fabio Aru, Richie Porte, Romain Bardet
** Jakob Fuglsang, Rafal Majka, Daniel Martin, Alejandro Valverde
* Esteban Chaves, Ion Izagirre, Louis Meintjes, Rigoberto Uran, Simon Yates

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