Le 10 scommesse del 2022, 1: Peter Sagan

Ormai agli sgoccioli del CicloMercato 2022, e alle porte della nuova stagione, è arrivato il momento di osservare, tra rinnovi di contratto e trasferimenti clamorosi, quali saranno i corridori più attesi nel 2022. Lo faremo grazie al consueto articolo riguardo le 10 Scommesse 2022, in cui metteremo in evidenza quei corridori che in questa stagione aspirano a rilanciarsi. Sono molti e diversi fra loro i profili degli atleti selezionati: si va dal giovane che è pronto a consacrarsi tra i grandi, all’atleta in cerca di un ruolo da protagonista, senza però escludere grandi ritorni che possono sbocciare in stagioni magnifiche o in grandi delusioni.

1. Peter Sagan (Team TotalEnergies)

© Bora hansgrohe / BettiniPhoto

119 vittorie tra cui due classiche monumento, 18 tappe nei GT e tre titoli mondiali: questi sono le statistiche di Peter Sagan in 12 anni nel WorldTour. Per molti, quindi, il suo approdo in una squadra Professional, il Team TotalEnergies, rappresenta un passo indietro dovuto anche al fatto che il classe 1990 sembra aver perso lo spunto dei tempi migliori. Lo slovacco, invece, è consapevole di poter mettersi alle spalle un paio di anni non semplicissimi e poter tornare a lottare ancora con i migliori nelle Classiche. E per farlo ha scelto di scommettere su di una formazione dove potrà sentirsi coccolato e protagonista di un progetto ambizioso. A sua volta la formazione francese ha deciso di puntare sul vincitore della Parigi-Roubaix 2018 per cercare punti fondamentali che potrebbero consentire l’ingresso nel WorldTour.

2. Sam Bennett (Bora – hansgrohe)

Ha fatto parlare più fuori che dentro il campo e questo per un atleta non è mai un buon segnale. Il 2021 di Sam Bennett è stato completamente da dimenticare a causa della rottura con Patrick Lefevere, il team manager della Deceunink – Quick Step. Il loro teatrino è durato mesi e questo ha avuto importanti ripercussioni sulla stagione dell’irlandese che da maggio non ha praticamente più gareggiato. Fare peggio dell’anno scorso è pressoché impossibile ma l’augurio è quello di rivederlo felice a braccia alzate come nel 2019, anno in cui ottenne 13 vittorie in una sola stagione. Il ritorno con i colori della Bora – hansgrohe potrebbero fornirgli nuova linfa vitale ma potrebbe volerci un po’ per vederlo brillare. Molti corridori accusano la lontananza dalle gare e ci mettono del tempo per rimuovere la “ruggine”. Vedremo se sarà il caso del classe 1990 anche se la probabilità che il talento accorci i tempi è tanta, così come è tanta la voglia di vedere se sarà sempre il solito Sam Bennett, vincitore della Green Jersey del Tour de France e autore di 56 vittorie.

3. Dylan Groenewegen (Team BikeExchange – Jayco)

Dylan Groenewegen ha scelto di lasciare la sua zona di comfort alla Jumbo – Visma per approdare al Team BikeExchange – Jayco. Una scelta dovuta alla sua volontà di trovare gli spazi che, in una squadra orami concentrata sulla classifica generale nei GT, rischiava di non avere più. L’obiettivo però sarà anche quello di rilanciarsi dopo due anni difficili a causa della squalifica in seguito alla caduta causata nella prima tappa del Giro di Polonia 2020 e il complicato rientro in gruppo. Solo la strada ci dirà se l’olandese riuscirà a tornare sui suoi livelli e se il treno preparato dalla compagine australiana sarà alla sua altezza: intanto il mirino è già puntato sul Tour de France.

4. Alexander Kristoff  (Intermarché-Wanty-Gobert)

© UAE Team Emirates / BettiniPhoto

Cambio di maglia alla vigilia dei 35 anni per il possente velocista norvegese che spera di rilanciarsi dopo gli ultimi due anni in calo alla UAE, smorzati dai buoni risultati degli ultimi mesi del 2021. Il suo obiettivo principale è tornare ad eccellere nelle classiche del Nord, soprattutto grazie a una squadra totalmente votata alla sua causa anche mediante nuovi materiali più congeniali per le sue caratteristiche. Non sarà facile per lui tornare ai livelli del 2015, quando vinse il Giro delle Fiandre, però può ancora dare molto e tornare a vincere volate importanti nelle corse principali, con un occhio speciale al Tour de France e ai Mondiali australiani che potrebbero rappresentare la ciliegina sulla torta di una straordinaria carriera.

5. Pascal Ackermann (UAE Emirates)

Dopo cinque anni alla Bora – Hansgrohe, Pascal Ackermann ha deciso di cambiare non solo maglia ma anche obiettivi. Correrà per la UAE Team Emirates e, oltre a cercare vittorie negli sprint più prestigiosi, proverà a mettersi alla prova nelle Classiche, competizioni a cui non ha mai preso il via a causa della presenza in squadra di Peter Sagan. Sarà un 2022 atipico per il corridore tedesco; forse potrete vederlo alla Parigi-Roubaix – sarebbe la prima per lui – ma non al Tour de France dove gli uomini della formazione emiratina saranno tutti in funzione del fenomeno sloveno Tadej Pogačar. A lui non si chiedono vittorie qualsiasi, quelle non mancano negli ultimi anni, ma traguardi importanti. Trentasei successi in quattro anni di professionismo sono un bel risultato ma il potenziale inespresso sembra ancora molto. Anche la maglia a punti alla Vuelta a España, unico GT in calendario per lui, sarebbe una bella prova.

6. Miguel Ángel López (Astana Qazaqstan)

Dopo la rottura incredibile con il Team Movistar durante la Vuelta a España 2021, Miguel Ángel López è tornato alla Astana Qazaqstan dove spera di concretizzare tutto il suo talento. Nel corso degli anni è salito sul podio sia al Giro d’Italia che alla Vuelta, gli mancherebbe solo il Tour de France, impresa solo sfiorata, ma viene da pensare che punti al bottino pieno questa stagione. Insieme a Vincenzo Nibali parteciperà sia al Giro che al Tour, ma la presenza di Pogačar e Roglic in Francia rende difficile la conquista della maglia gialla mentre quella rosa è molto più abbordabile. Un parterre, ad oggi, senza un vero padrone, e un percorso con pochissimi chilometri a cronometro lo inseriscono di diritto tra i grandi favoriti al Trofeo Senza Fine. Il ritorno nella formazione kazaka, dove ha sempre trovato lo spazio necessario per giocarsi le sue carte, potrebbe essere la chiave vincente per finalizzare le sue doti in salita una volta per tutte.

7. Gianni Moscon (Astana Qazaqstan)

© Bettini Photo

Chi invece ha deciso di abbandonare la INEOS Grenadiers è Gianni Moscon. Il talento azzurro approda alla Astana Qazaqstan dopo sei anni alla corte di Dave Brailsford fatti di alti e bassi che non gli hanno permesso di esprimersi al meglio. Tra sfortuna e intemperanze caratteriali gli è sempre mancato qualcosa per arrivare a un risultato di altissimo livello in questi anni. Resta tuttavia uno dei talenti più forti in circolazione per quanto riguarda le classiche del Nord, come dimostra il quarto posto nella complicatissima Parigi-Roubaix dello scorso ottobre vinta da Sonny Colbrelli. Il nuovo ambiente, fortemente a matrice italiana, sembra intenzionato a puntare tutto su di lui e a far sbocciare definitivamente un corridore dal quale si aspetta ormai da tempo il salto di qualità definitivo.

8. Elia Viviani (INEOS Grenadiers)

Il velocista azzurro, eroe più su pista che su strada, prova a rilanciare la propria carriera tornando alla INEOS Grenadiers, nella quale ha già militato per tre stagioni dal 2015 al 2017. I due anni in Cofidis sono stati tutt’altro che soddisfacenti per il veronese, che non è riuscito neanche lontanamente ad avvicinarsi ai livelli del 2018, quando in volata era quasi imbattibile. Il 2022 rappresenta per lui una nuova ripartenza in un contesto che, non puntando prettamente sui velocisti, probabilmente gli mette anche meno pressione rispetto a quello dei francesi che puntavano quasi tutto su di lui. Il ritorno nella squadra che di fatto lo ha consacrato non può fargli che bene, rilanciandone le ambizioni.

9. Ivan Sosa (Team Movistar)

Ivan Sosa è l’ennesimo colombiano ad accasarsi alla corte di Eusebio Unzué. Dopo tre anni alla Ineos – Grenadiers, l’ex di Gianni Savio ha firmato un biennale per il Team Movistar dove troverà spazio per poter lottare nei Grandi Giri. Accumulati anni di servizio al fianco dei capitani, finalmente potrà esprimere tutto il suo potenziale, presentandosi con 13 vittorie, un ottimo numero considerando la poca libertà d’azione che aveva nella formazione britannica. I numeri sono quindi in suo favore e la speranza che il binomio Colombia-Movistar funzioni è molta. Una stagione incentrata sul Giro d’Italia lo vedrà lottare per delle vittorie di tappa, senza però tralasciare ambizioni di classifica. Dalle sue dichiarazioni emerge anche il sogno di centrare il podio che sarebbe veramente una sorpresa alla sua prima occasione con i gradi da capitano.

10. Bryan Coquard (Cofidis)

Nel nostro pagellone di fine anno gli abbiamo dato 5,5: Bryan Coquard viene da una stagione non all’altezza, con zero vittore all’attivo. Una statistica che per un velocista vuol dire molto se non tutto. Il 2022 gli ha portato una maglia nuova, quella della Cofidis, in cui, vista la partenza di Elia Viviani, di cui raccoglierà l’eredità, cercando di migliorarne i risultati non all’altezza delle aspettative. Per il classe 1992, la maglia del team francese è anche un ritorno nel WorldTour visto che fino ad oggi aveva disputato soltanto una stagione nella massima categoria ciclistica, il 2014, vestendo i panni del Team Europcar. Proprio in quegli anni si mostrava al pubblico con l’indole del talento che stava per esplodere: ogni stagione doveva essere quella buona per maturare vittorie su traguardi prestigiosi, ma sono passati anni e, nonostante le 45 vittorie che sicuramente non sono poche, mancano risultati di rilievo. Il Team Cofidis ha scommesso su di lui e le responsabilità che ha addosso non sono poche visto che la formazione transalpina rischia di retrocedere tra le Professional. Tutti i punti non riscossi da Elia Viviani sembrano essere adesso nelle sue mani.

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