Bilancio Squadre 2023: Movistar

Anche nel 2023 la Movistar fatica a ingranare. Salutato il leader e faro della squadra Alejandro Valverde (per lo meno su strada, visto che l’Embatido si è dedicato con profitto al gravel) al termine della scorsa stagione, la formazione spagnola ha vissuto un’altra annata con pochi acuti di qualità, arrivati soprattutto grazie a un paio di giovani corridori. Chi invece avrebbe dovuto prendere per mano il team dopo l’addio di Valverde, in particolare Enric Mas e Fernando Gaviria, non è sempre riuscito a emergere e a trovare la continuità necessaria per essere protagonista negli appuntamenti che contavano di più.

TOP

L’uomo più in evidenza è stato Matteo Jorgenson, che dopo aver conquistato il Tour of Oman si è fatto trovare pronto anche alla Parigi-Nizza, chiusa con un buon piazzamento in mezzo a grandi nomi, ma le sue grandi qualità sono emerse con ancora più prepotenza nelle settimane successive e su un terreno ben diverso. L’intraprendente corridore statunitense si è infatti fatto trovare pronto anche al Nord, chiudendo quarto la E3 SaxoClassic e nono il Giro delle Fiandre, entrambe corse con coraggio e generosità. Dopo una pausa è ripartito col bel secondo posto al Giro di Romandia, preludio a una promettente estate che è stata invece poi compromessa da cadute e problemi fisici che non gli hanno permesso di brillare anche al Tour de France, compromettendo poi anche il resto dell’anno. Ma quei due mesi di alto livello gli son bastati per essere il miglior scorer del team spagnolo.

Pur senza vincere, ha vissuto una stagione molto regolare e costante anche Alex Aranburu, che ha raccolto sei podi, tra i quali spiccano il GP de Montréal e la Gran Piemonte, e un totale di 19 Top10, piazzandosi anche in altre due importanti classiche WorldTour come Gp Québec e Clasica San Sebastian. Corridore veloce e resistente, non ha trovato la strada del successo, ma ha confermato la sua affidabilità nell’arco della stagione, nonché la sua importanza nel tenere il team in piedi anche in un anno difficile. Discorso simile per Ivan Garcia Cortina, altro corridore duttile, che ottiene un buon numero di piazzamenti nel corso di una stagione in cui magari non brilla, ma che gli consente di contribuire a mantenere a galla una nave che naviga nuovamente in acque non proprio sicure.

A dare il loro contributo in quest’ottica anche il portoghese Ruben Guerreiro, autore di un ottimo inizio, grazie al successo al Saudi Tour e il piazzamento alla O Gran Camiño, confermandosi poi al Tour de France un generoso cacciatore di tappe, anche se senza fortuna. Il ritiro anticipato dalla Grande Boucle e, ancor di più, dalla Vuelta a España, gli impediscono di provarci fino in fondo come avrebbe voluto. Trova una dimensione di attaccate anche Einer Rubio, che dopo alcune stagioni abbastanza anonime vive una stagione di rinascita al suo quarto anno da professionista, conquistando un rinnovo non scontato grazie ai sui primi due trionfi tra i professionisti, con ovviamente la vittoria di tappa al Giro d’Italia a spiccare. Da sottolineare anche quattro Top5 in brevi corse a tappe di discreto livello, che finalmente lo vedono protagonista.

A brillare, peraltro anche lui nel segno di una duttilità inaspettata, è anche il classe 1999 Oier Lazkano che ottiene quattro successi, tra cui la classifica finale della Boucles de la Mayenne e il titolo nazionale in linea, conditi da un buon numero di piazzamenti, con il secondo posto alla Dwars Door Vlaanderen come bonus inaspettato da un corridore con le sue caratteristiche, o almeno quelle che si conoscevano sinora.

Autore del miglior risultato in termini di punti grazie al suo sesto posto finale alla Vuelta a España, Enric Mas dimostra ancora una volta grandi qualità e capacità di rialzarsi. Costretto al ritiro dal Tour de France, grande obiettivo stagionale attorno al quale aveva costruito la sua intera stagione, lo spagnolo che fino a quel momento aveva raccolto qualche piazzamento senza brillare, si presenta al GT di casa senza aver più corso, ma ne esce con una solida prestazione, seppur non proprio esaltante. Nelle classiche italiane non ritrova poi il colpo di pedale dello scorso anno, tuttavia resta l’attenuante di quell’infortunio sin dalla prima tappa della Grande Boucle.

+++ Matteo Jorgenson
++ Einer Rubio
+ Oier Lakzano

FLOP

Arrivato con la speranza di rilanciare la propria carriera in una squadra in cui avrebbe ritrovato alcuni connazionali e un ambiente ispanico, Fernando Gaviria non è riuscito nell’intento. Pur ottenendo un paio di successi e un buon numero di podi e piazzamenti che per un velocista sono abbastanza inevitabili, il colombiano non trova mai la gamba dei giorni migliori, difettando sempre di qualcosa. Ne esce così un’altra stagione di rimpianti, lontana dal livello che aveva mostrato di avere.

Atteso al salto di qualità, Ivan Sosa a sua volta fallisce l’intento, confermandosi corridore da guizzi, ma sinora decisamente fallace in continuità e affidabilità. Forse anche condizionato dall’aggressione subita in allenamento, non riesce mai a trovare la condizione giusta, finendo ai margini della squadra, che non lo convoca per alcun GT, nei quali doveva essere invece uno degli uomini più attesi. Ne esce così una stagione abbastanza anonima, con alcuni piazzamenti che decisamente non bastano per un corridore con il suo pedigree.

Non brilla neanche Gonzalo Serrano. Vincitore a fine stagione al GP di Vallonia, il 29enne castigliano doveva essere uno degli uomini che iniziavano ad assumersi maggiore responsabilità con la partenza di Alejandro Valverde, ma ad eccezione di quella giornata di gloria lo si vede poco o nulla, risultato di una condizione che non gli consente di ottenere la convocazione per le grandi corse. Un bilancio tanto più negativo, anche in termini di volontà visto che non riesce neanche praticamente mai ad andare in fuga.

Ci si aspettava probabilmente qualcosa in più anche da uomini come Gorka Izagirre, Oscar Rodriguez e Sergio Samitier, magari qualche azione dalla distanza o in qualche corsa di secondo piano, ma non era ad ogni modo da uomini come loro, destinati soprattutto al supporto ai capitani, che si chiedevano risultati di peso che potessero cambiare le sorti della classifica.

– Gonzalo Serrano
— Ivan Sosa
— Fernando Gaviria

Classifica UCI

Dodicesima del Ranking, la formazione spagnola riesce a mantenere una piccola distanza sulla zona retrocessione, grazie soprattutto ai buoni risultati delle seconde linee, mentre sono mancati, per un motivo o per l’altro, i punti pesanti attesi dai propri uomini di riferimento.

CORRIDORE NAZIONE ETÀ PUNTI
OLIVERA Nelson
POR
34 325.25
ROMEO Ivan
ESP
20 193.33

Miglior Momento

I momenti memorabili non sono stati tanti nella stagione dei “telefonici”. C’è stato il successo di Einer Rubio, sulle strade del Giro d’Italia, al termine di una fuga molto combattuta ma nel contesto di una tappa molto ridotta rispetto al percorso originale e per questo forse meno affascinante. La scelta cade quindi sulla grande prestazione di Oier Lazkano alla Dwars door Vlaanderen, classica di livello WorldTour in cui lo spagnolo ha saputo portare la sua squadra a un livello quasi insolito in un contesto, quello delle gare del Nord, solitamente avaro di soddisfazioni. Lazkano è entrato nella fuga di inizio giornata, ha saputo rimanere con i migliori quando questi sono entrati in azione e alla fine è riuscito anche a farsi valere nella volata per il secondo posto, precedendo fior di corridori e consacrandosi una volta di più ad alti livelli.

Bilancio Movistar

Volate - 5
Classiche - 6.1
GT - 5.7

5.6

In definitiva, la stagione della squadra spagnola può essere considerata sotto la sufficienza. Le vittorie sono state 16, ma quelle davvero pesanti si contano sulle dita di una mano. Inoltre, fra sfortuna e prestazioni sotto le attese, l'uomo di riferimento per i Grandi Giri ha chiuso l'annata in sordina. Qualche buona nuova da corridori giovani, ma uno di questi - Matteo Jorgenson - ha già preso un'altra strada per il futuro.

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