Bilancio Squadre 2022: Lotto Soudal

Il 2022 della Lotto Soudal si chiude con una triste retrocessione dal WorldTour. Non sono bastati i 25 successi stagionali del team belga per salvare la massima categoria, messa in pericolo già dai risultati non sufficienti delle passate stagioni. In un anno negativo ci sono comunque alcune note positive per la squadra che è stata a lungo diretta da John Lelangue, prima che quest’ultimo desse le dimissioni a retrocessione avvenuta. La compagine belga ha infatti vinto una tappa al Giro d’Italia e sopratutto ha visto l’esplosione di Arnaud De Lie, capace di vincere nove gare nel primo anno da professionista. Il rinnovo del classe 2002 e la possibilità di partecipare a tutte le gare WorldTour grazie al piazzamento nel ranking dei team Professional sono le basi da cui la formazione belga deve ripartire nel 2023.

TOP

Come già accennato, l’uomo migliore del team nel 2022 è senza dubbio Arnaud De Lie. Ancor prima di compiere vent’anni, il belga inizia la sua stagione vincendo una prova del Challenge Mallorca a gennaio e il GP Jean-Pierre Monseré a marzo. Dopo la vittoria della Volta Limburg e i primi piazzamenti in top 10 in corse World Tour, il ventenne velocista si mette in mostra tra il 29 maggio e il 6 giugno, vincendo tre corse in una settimana sul suolo belga. Al Giro di Vallonia conquista la sua prima tappa in una gara di più giorni vincendo la terza frazione e poi con la doppietta Schaal Seels – Egmont Cycling Race nel giro di tre giorni, dimostra ancora una volta che quando è in fiducia è difficile fermarlo. Alla Bretagne Classic ottiene il suo miglior risultato in una corsa WorldTour chiudendo al quarto posto, dimostrando di poter competere anche con i migliori al mondo. Il futuro è suo, ma anche nel presente bisogna fare già i conti con lui, che è stato il vero trascinatore del team nella disperata lotta per i punti.

Pur non essendo più al livello degli anni migliori, Thomas De Gendt ha trovato l’occasione per mostrare la sua classe anche nel 2022. Dopo un paio di stagioni difficili, il belga trova la giornata ideale a Napoli nel corso dell’ottava tappa del Giro d’Italia. Il classe ’86 si inserisce nella fuga di giornata e batte nello sprint finale Davide Gabburo e Jorge Arcas, regalando l’unica vittoria di tappa nei GT a un team che invece era costruito proprio per andare a caccia di successi parziali. Nel resto della stagione non arrivano risultati, ma il suo contributo di uomo squadra è fondamentale, tanto che a luglio il team decide di prolungargli il contratto per altri due anni, riconoscendo così il suo ruolo chiave all’interno della squadra.

In una stagione deludente per davvero tanti uomini chiave, un’altra piccola fiammella di speranza arriva dal classe ’99 Maxim van Gils. Il belga apre l’anno vincendo una tappa e la generale del Saudi Tour. Dopo alcuni piazzamenti in top 10 tra Giro dei Paesi Baschi, Circuito di Vallonia e Giro del Delfinato, la squadra offre un rinnovo fino al 2024 e un posto alla Vuelta dove, dopo un’altra top 10 di tappa è costretto a fermarsi a causa del covid. Il quinto posto alla Japan Cup nell’ultima gara dell’anno è il punto da cui dovrà ripartire per la prossima stagione.

Discreta, con un paio di successi e piazzamenti che comunque contribuiscono al bottino final del team, l’ultima stagione da professionista di Philippe Gilbert, che tuttavia non riesce a dire la sua nei grandi appuntamenti nei quali avrebbe comunque voluto provare a dire la sua, partendo dalla Milano – Sanremo che resterà l’unico grande rimpianto della sua straordinaria carriera. Si vede spesso invece Victor Campenaerts, al quale manca ancora qualcosa per lasciare il segno nelle classiche, verso le quali si sta progressivamente specializzando, anche a discapito delle sue grandi qualità a cronometro con le quali è emerso negli anni. Grintoso e generoso, svolge molto bene il suo ruolo di comprimario, animando le corse e cogliendo comunque qualche buon piazzamento, pur continuando a pagare la distanza.

+++ Arnaud De Lie
++ Thomas De Gendt
+ Victor Campenaerts

FLOP

Ad eccezione di De Gendt, gli uomini simbolo del team hanno deluso praticamente su tutti i fronti. Caleb Ewan è probabilmente la delusione maggiore, nonostante i sette successi conquistati. L’australiano apre bene la sua stagione vincendo una tappa al Saudi Tour, una al Tour des Alpes Maritimes et du Var, una alla Tirreno-Adriatico (rinunciando alla Milano – Sanremo per problemi di salute) e due al Giro di Turchia che lo portano al Giro d’Italia con lo status di velocista da battere. Il classe ’94 annuncia prima dell’inizio della corsa di voler lasciare il Giro a metà, come ormai sua abitudine, ma nelle undici tappe a cui prende parte, complici ancora problemi fisici, lotta per il successo solo nella sesta tappa, ma viene battuto sul traguardo di Scalea da Arnaud Démare. Il nativo di Sidney ha invece un atteggiamento completamente opposto al Tour de France, dove una caduta gli impedisce di essere competitivo sin da subito, ma lui stringe i denti e arriva fino a Parigi, prendendosi anche la vacanza premio per l’ultimo classificato. A fine stagione vince una tappa del Giro di Germania e il GP de Fourmies, ma la vera notizia è la sua esclusione dalla rosa australiana per il mondiale di casa, con il ct australiano che non lo ritiene abbastanza competitivo in vista di Wollongong.

Competitivo è un aggettivo che è stato bene accanto al nome di Tim Wellens solo fine a febbraio. Dopo la vittoria del Trofeo Serra de Tramuntana e di una tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var, chiuso in seconda posizione nella generale, il belga si piazza ottavo alla Strade Bianche, ma gradualmente scompare dai radar. Ritorna competitivo al Giro del Belgio, dove però deve cedere a Mauro Schmid in classifica a causa dei secondi conquistati dallo svizzero nel chilometro d’oro, dopo una volata con comportamenti al limite del regolamento tra Lampaert e Wellens. Al Tour la sua prestazione è anonima e si chiude con la positività al covid-19, prima di scoprire anche alcuni problemi cardiaci che compromettono la sua seconda parte di stagione. A fine anno le sue strade e quella della Lotto Soudal si separeranno dopo dieci anni, con la speranza che per entrambe le parti il 2023 possa essere l’anno del rilancio.

Dopo il secondo posto alla Parigi-Roubaix con cui aveva chiuso il 2021 era lecito attendersi qualcosa in più anche da Florian Vermeersch. Il giovane belga porta a casa un successo, il primo della carriera, conquistando la Antwerp Port Epic, ma non riesce a confermarsi quando il livello si alza, con prestazioni anonime nelle Classiche del Nord. Debutta anche al Tour de France e neanche lì lascia il segno, ma in quel caso è sicuramente più importante l’esperienza accumulata. Per migliorarsi in vista del prossimo anno, affronterà anche alcune gare di ciclocross, con la speranza di tornare al top nella prossima campagna di primavera.

Nel corso di un anno sfortunato per molte ragioni, fanno fatica ad emergere anche i vari Steff Cras, Andreas Kron e Sylvain Moniquet, sulla cui crescita il team non nascondeva di puntare, così come a poco sono serviti gli innesti tardivi di Carlos Barbero e Reinardt Janse Van Rensburg, arrivati per dare esperienza, profondità e continuità ad un team a caccia di punti, senza tuttavia essere davvero riusciti nello scopo.

– Caleb Ewan
— Florian Vermeersch
— Tim Wellens

Miglior Momento

La vittoria più importante arriva sulle strade italiane. Il successo di Thomas De Gendt al Giro d’Italia è uno dei due soli successi WorldTour della stagione del team (l’altro è la vittoria di Caleb Ewan alla Tirreno-Adriatico).  Il veterano belga ha messo la sua firma sul traguardo di Napoli grazie alla specialità della casa, la fuga da lontano, in cui sia lui che il compagno Harm Vanhoucke si inseriscono sin dal mattino. Proprio De Gendt contrattacca dopo un’azione di van der Poel ai -46 e si porta dietro il compagno, Davide Gabburo e Jorge Arcas. Per lunghi tratti è proprio De Gendt a tirare, convinto che Vanhoucke possa fare la differenza in salita, ma alla fine i quattro scollinano insieme. Vanhoucke si mette così a disposizione di De Gendt e il classe ’86 ringrazia con una volata perfetta che gli permette di tornare a esultare dopo oltre un anno dall’ultima volta. Una vittoria bella e importante anche perché arrivata al termine di un grande lavoro di squadra rilanciando l’esperto belga dopo alcune stagioni difficili.

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