Bilancio Squadre 2022: Cofidis

La Cofidis si salva dalla retrocessione puntando ancora una volta più sulla quantità che sulla qualità dei successi. La compagine transalpina, infatti, quest’anno ha ottenuto ben diciannove vittorie, confermando dunque il trend crescente dopo le dodici dello scorso anno e le due del 2020 (prima stagione nel WorldTour), dei quali però soltanto due arrivati nella massima categoria. La formazione francese, comunque, si è ben distinta nelle corse a tappe, vincendo anche una tappa della Vuelta, mentre ha fatto più fatica nelle gare di un giorno più importanti, chiudendo senza piazzamenti di rilievo nelle Monumento. L’obiettivo del 2022, comunque, era salvare la categoria, in modo da poter pensare ora con più tranquillità al prossimo triennio.

TOP

Il corridore che ha chiuso l’anno con il numero maggiore di vittorie è Benjamin Thomas. Il corridore francese ha terminato il suo 2022 a quota quattro, vincendo una tappa e la generale della Etoile de Bessèges e una tappa e la generale della Boucles de Mayenne. Il corridore francese è poi grande protagonista anche al Tour de France, sfiorando un meraviglioso successo nella tappa di Carcassone, quando dopo una fuga di quasi 50 chilometri viene ripreso dal gruppo a 400 metri dall’arrivo. Anche nel finale di stagione, il corridore transalpino è stato spesso protagonista con una bella serie di piazzamenti tra Tour Poitou-Charentes, Bretagne Classic, Tour du Doubs e Giro del Lussemburgo.

Il successo più prestigioso porta invece la firma di Jesus Herrada, che ha conquistato la settima frazione della Vuelta. Il corridore spagnolo si è ben comportato anche nella prima parte di stagione, vincendo la Classic Grand Besançon Doubs davanti al compagno Victor Lafay e ottenendo vari piazzamenti. Ai campionati spagnoli viene battuto solo dalla giovane stella Carlos Rodriguez, ma sulle strade di casa ottiene comunque grandi risultati, aggiungendo anche un podio di giornata alla già citata vittoria della settima frazione, battendo allo sprint il nostro Samuele Battistella.

Simon Geschke non figura nell’elenco dei dieci vincitori stagionali, ma è stato comunque uno dei corridori che ha dato maggior lustro al team. Il tedesco, infatti, ha indossato a lungo la maglia a pois del Tour de France, lottando per provare a portarla sino a Parigi. L’impresa non è riuscita, visto che il classe ’86 ha dovuto cedere la maglia a Jonas Vingegaard in cima all’Hautacam, ma restano le sue grandi prestazione. Il trentaseienne, che in stagione ha chiuso anche sul podio il Giro di Romandia e i campionati nazionali tedeschi, si è così guadagnato un rinnovo di contratto fino al 2024, confermandosi uno degli uomini più importanti all’interno del team.

Positiva l’annata di Simone Consonni, spessissimo nei primi dieci nelle corse disputate da febbraio fino a ottobre. La sua costanza nei piazzamenti, tra i quali spicca un terzo posto al Giro d’Italia nella tappa di Reggio Emilia, viene premiata a fine stagione con il ritorno alla vittoria dopo più di quattro anni dall’ultima (e unica) volta in occasione della Paris-Chauny, dove riesce a tenersi alle spalle atleti del calibro di Dylan Groenewegen, Arnaud De Lie e Arnaud Demare.

+++ Benjamin Thomas
++ Jesus Herrada
+ Simon Geschke

FLOP

Era sicuramente lecito attendersi qualcosa in più dal nuovo arrivato Ion Izagirre. L’ex Astana apre bene la stagione, vincendo una tappa e chiudendo al secondo posto della generale il Giro dei Paesi Baschi, quella che è la sua corsa di casa. Da quel momento in poi le cose non vanno più per il meglio, e nemmeno il rinnovo di contratto a inizio luglio riesce a ridargli fiducia, visto che al Tour non riesce a essere mai protagonista, nemmeno quando riesce a centrare la fuga giusta nella tappa di Megève.

Anche dopo l’addio di Elia Viviani, gli italiani continuano a non riuscire a rendere al meglio nella compagine transalpina. Simone Consonni è riuscito a salvare la sua stagione con una bella vittoria, mentre non si può dire lo stesso di Davide CimolaiDavide Villella. Il primo, complici anche dei problemi fisici (suoi, ma anche del capitano Bryan Coquard) e in alcuni casi di qualche strategia che forse poteva essere discussa meglio, non è riuscito a essere protagonista né al Giro, nè alla Vuelta, né in prima persona, né al servizio del capitano. Ma ancora peggio è andata a Villella, quinto nella tappa di Potenza del Giro d’Italia (ma comunque lontano dai primi) e in difficoltà per tutto il resto della stagione. A fine anno la mazzata del mancato rinnovo del contratto. Il classe ’91 è ancora alla ricerca di una squadra per la prossima stagione e l’augurio è che possa riuscirci presto per tornare ai suoi livelli migliori.

Anche il reparto Classiche non ha brillato come speravano i vertici del team. In questo senso è mancata l’attesa esplosione di Piet Allegaert, che lo scorso anno aveva ottenuto vari piazzamenti e sembrava a un passo dal secondo successo in carriera (il primo dal 2019). Il belga, invece, non è riuscito ad alzare e sembra aver perso anche quella continuità di risultati che aveva caratterizzato la sua passata stagione, chiudendo l’anno con un solo podio di giornata, quello conquistato alla Cholet-Pays de la Loire. Il classe ’95 ha comunque ancora un anno di contratto e spera che questo possa essere solo un anno di transizione verso una stagione in cui potrà finalmente riuscire a vincere e a dare continuità alle sue prestazioni.

– Davide Cimolai
— Piet Allegaert
— Ion Izagirre

Miglior Momento

La vittoria di una tappa di un GT è sicuramente il miglior momento stagionale per la compagine transalpina. Si tratta della settima tappa della Vuelta a España, quando Jesus Herrada è bravo a inserirsi in una fuga a cinque in una giornata in cui tanti velocisti vanno in difficoltà e quindi le loro squadre non possono alzare troppo il ritmo per tenere sotto controllo il battistrada. Sul traguardo di Cistierna lo spagnolo sceglie il momento perfetto per partire, andando a riprendere Fred Wright, che aveva lanciato per primo la sua volata, e resistendo poi al ritorno di Samuele Battistella, che invece ha forse esitato un attimo di troppo. Per il classe ’90 si tratta della seconda vittoria in carriera alla Vuelta, mentre per il suo team della vittoria più bella in quella che il presidente Thierry Vittu ha definito addirittura una delle migliori stagioni della storia della squadra.

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