Tokyo 2020, sensazioni e ambizioni dei pistard azzurri: “La gamba c’è ed anche l’affiatamento del gruppo”

In ritiro da Montichiari, gli azzurri della pista si presentano in conferenza via zoom per raccontare emozioni, preparazione, sensazioni e ambizioni in vista dei Giochi di Tokyo. Oltre al tecnico Marco Villa, in videopresenza c’erano anche le due stelle Elia Viviani e Filippo Ganna, l’unico che correrà anche su strada visto che sarà anche al via della crono. Con loro anche Jonathan Milan, Francesco Lamon, Liam Bertazzo e Simone Consonni, che completano il parterre azzurro che punta a risultati di grande prestigio.

Com’è stato questo avvicinamento rispetto a Rio e in che cosa il quartetto si caratterizza alla luce del lavoro di squadra?

Viviani: L’avvicinamento è stato molto simile per quanto riguarda la pista. Ho aumentato il volume su strada dato che questa volta ho finito il Giro per poi dedicarmi al tondino. Ho partecipato nello specifico a tutti i lavori per il quartetto. A livello personale ci arrivo diversamente perché rispetto a Londra, dove le cose erano andate male, questa volta arrivo ai Giochi con un oro già al collo e quindi con un approccio piu tranquillo. Abbiamo un gruppo molto forte che parte da lontano, che necessita una coesione e forza di gruppo, così da aumentare il livello. La vittoria della Nazionale di Mancini ieri ha dimostrato che un gruppo unito moltiplica la forza dei singoli. Marco Villa in questi anni ha costruito un gruppo largo e competitivo. Il tempo del quartetto fatto in occasione della Nation Cup la scorsa settimana dimostra che anche chi non sarà in Giappone è altrettanto competivo.

Consonni: Siamo un gruppo forte e coeso, correremo anche per chi starà a casa, il quartetto deve essere visto come Nazionale Italiana.

Con la disputa delle fare a porte chiuse, come può cambiare l’atmosfera o le prestazioni?

Viviani: È una brutta notizia, cambia l’atmosfera di un’Olimpiade. Avremmo accettato qualsiasi trattamento pur di gareggiare. La prestazione non cambia, quando sei in gara pensi solo alle ruote che girano. Saremo in un campo neutrale.

Come sono le sensazioni pre-partenza?

Bertazzo: Noi partiamo il 25 e le sensazioni sono buone. La gamba c’è ed anche l’affiatamento del gruppo.

Viviani: Il Giro è stato uno scalino importante, poi mi sono focalizzato sulla preparazione per le Olimpiadi. Gli impegni da portabandiera mi hanno caricato ancora di più. Ci sarà da gestire gli allenamenti a Tokyo ma siamo pronti. Io vado a Tokyo per far la cerimonia, poi mi sposterò con i ragazzi della pista.

Aspetti logistici nel dettaglio?

Villa: Un po’ più complicato rispetto al passato ma in modo comunque piacevole. Io, Ganna e Viviani partiamo prima per gli impegni di portabandiera e per le gare di strada, l’altra parte del gruppo ci raggiungerà il 24, dato che gli impianti vengono aperti solo 5 giorni prima delle gare. Non sappiamo se possiamo fare anche allenamenti su strada.

C’è qualche corridore delle altre nazione che avreste voluto/ non avreste voluto in gara?

Viviani: Cameron Meyer, perché sarebbe stato un avversario tosto, e perché è da Pechino che non corre a livello medaglia e sarebbe stato bello vederlo.

Lamon: L’assenza di Meyer nel quartetto australiano potrebbe avvantaggiarci. I nostri maggiori avversari sono la Danimarca e gli Inglesi, da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa, così come ai già citati australiani, soprattutto nel quartetto, dove contano meno le individualità.

Per Milan: senti più la pressione o l’emozione e con quali ambizioni vai a Tokyo

Ho fatto un po’ di esperienza nelle classiche, poi tanta pista, Giro di Slovenia, CI e nuovamente pista. Un po’ di pressione me la metto da solo. L’idea è di andare a fare una grande prova e fare il meglio per il quartetto.

Per Lamon: racconta il tuo ruolo, fondamentale, nel quartetto

Prima partivo come quarto, poi Villa ha voluto fare un esperimento e farmi partire come primo e ho cambiato radicalmente il mio ruolo, molto delicato. Da come parto io dipende la partenza degli altri ragazzi. In questi 5 anni siamo riusciti a trovare affinità. Mi sono abituato ad uno sforzo nuovo, cioè fare la tirata iniziale.

Quale sarà l’emozione più grande di questa Olimpiade?

Ganna: Credo che sarà un’emozione continua.. cercheremo di assorbire la pressione considerandola come una gara comune così da essere più tranquilli.

Consonni: Quando il quartetto sentirà il countdown dei 5 secondi, con l’adrenalina al massimo.

Lamon: La prima prova, dove si rompe il ghiaccio e si capisce dove si può arrivare.

In una situazione mondiale difficile, avete paura che possa accadere qualcosa prima della partenza?

Viviani: Facciamo ogni rito scaramantico, ma col vaccino speriamo di essere più protetti. Siamo in una sorta di bolla tranne i pochi giorni che passiamo a casa. Non si può averne il totale controllo, bisogna stare attenti.

Per Ganna: Come gestisci gli allenamenti tra strada e pista?

Fino a qualche giorno fa ero in altura per preparare la crono, ora mi sono recato in pista per fare allenamenti specifici.

Per Viviani: ti sei allenato a portare la bandiera?

No, devo ancora capire come funzionerà, se è alternato o sempre insieme con Jessica… diciamo che per ora mi sono concetrato sugli allenamenti.

Come procede il lavoro nel madison?

Consonni: È più difficile lavorare su questa gara; essendo una corsa di gruppo ci sono più variabili. Abbiamo corso a Fiorenzuola e in ogni americana ci siamo trovati sempre meglio, anche se il fondo era completamente diverso rispetto a quello che avremo a Tokyo.

Per Marco Villa: hai dichiarato che mai come quest’anno hai avuto difficoltà a selezionare i corridori per l’Olimpiadi. Un pensiero a chi è rimasto fuori, a cominciare da Scartezzini che con grande onestà intellettuale ha accettato la decisione.

Se ci fossero state delle gare a determinare le mie scelte sarebbe stato più facile, con gli allenamenti è un po’ più difficile. Vanno tutti forte e le scelte sono state difficili. Scartezzini ha reagito in maniera molto matura e mi è dispiaciuto lasciarlo fuori.

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