Mondiali Fiandre 2021, Remco Evenepoel: “Ho fatto quel che mi è stato chiesto di fare. Peccato per il podio”

Il Belgio ha fallito la missione ai Mondiali nelle Fiandre 2021, ma chi ne è uscito a testa altissima è certamente Remco Evenepoel. Dopo tutte le polemiche dei giorni precedenti, il baby-fenomeno ha fatto quel che aveva sempre detto, ovvero correre per la squadra, sacrificandosi completamente alla causa di Wout Van Aert con una corsa di grande generosità che lo ha visto praticamente sempre davanti, all’attacco o a tirare. Il suo compito si è così esaurito a 25 chilometri dalla conclusione, dopo aver costretto tutti coloro che non erano nel suo gruppo a rinunciare alle proprie ambizioni, lasciando due compagni a giocarsi le proprie carte. Il risultato tuttavia è stato beffardo per i padroni di casa, con il grande favorito che aveva le polveri bagnate e un Jasper Stuyven che ci ha provato ma si è dovuto accontentare del quarto posto.

Ho fatto quello che mi è stato chiesto, ho fatto quello che mi ha detto Wout – spiega ai numerosi giornalisti che lo circondano dopo l’arrivo – Prima dello Smeysberg è venuto al mio fianco e mi ha detto che voleva che imponessi un ritmo molto alto in modo da fare la differenza sugli inseguitori. Ho svolto il mio compito come mi era stato chiesto e ho corso per la squadra“.

Purtroppo, se lo scenario stava andando bene, la situazione è precipitata nel corso del penultimo giro, non casualmente proprio dopo che lui ha esaurito il suo lavoro, lasciandosi defilare mentre arrivava a compimento lo show di Julian Alaphilippe: “Le mie gambe erano vuote ormai, purtroppo evidentemente anche quelle di Wout e Jasper. Sapevamo che Julian sarebbe stato presente e chiaramente era lui ad avere le gambe migliori di tutti. Ha mostrato ancora una volta che ha classe da vendere. Per noi è un peccato perché abbiamo fatto tutto quel che potevamo e abbiamo applicato il piano alla lettera”.

Emozioni contrastanti dunque quelle che il talento classe 2000 si porta appresso nel momento di fare il bilancio della giornata: “C’è stata una atmosfera incredibile. Quando mi sono rialzato i tifosi a bordo strada stavano urlando il mio nome. Non dimenticherò mai quel momento, però mi rimane l’amaro in bocca perché non siamo saliti sul podio. Forse è stata la corsa più spettacolare dell’anno. Nelle ultime cinque ore siamo andati a tutta, è stato folle”.

Ora per lui è il momento di tornare ad indossare la maglia della Deceuninck – QuickStep (nella quale ritroverà il compagno in maglia iridata) per affrontare alcune corse del calendario italiano. Tre gli appuntamenti previsti: Giro dell’Emilia (2 Ottobre), Coppa Bernocchi (4 Ottobre) e Il Lombardia (9 Ottobre). Con la Classica delle Foglie Morte ha ovviamente un conto in sospeso e ci arriva con la voglia di lasciare il segno. “Perché non provare a chiudere l’anno con una vittoria?”, si interroga con il sorriso, consapevole che nella corazzata belga c’è sempre spazio per correre con più capitani e che la convivenza con Alaphilippe può essere perfino un’arma in più.

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