Androni, Sidermec medita l’addio dopo l’esclusione dal Giro: “C’è un limite etico e morale da non superare”
Sidermec sta pensando di uscire dal ciclismo. L’esclusione dal Giro d’Italia 2021 non è andata giù allo storico sponsor dell’Androni Giocattoli (che aveva già espresso il proprio rammarico nella figura del team manager Gianni Savio) e potrebbe portare anche conseguenze clamorose. Il patron Sidermec Pino Buda usa parole pesanti parlando di “ingiustizia” e di decisione “completamente immotivata dal punto di vista sportivo”, rivelando che la prima reazione a caldo sarebbe quella di abbandonare. Buda, comunque, sembrano non volersi ancora sbilanciare troppo sull’addio, ma fa capire di non aver gradito la scelta di RCS e che per tutto il 2021 continuerà a sostenere il team, facendo però delle valutazione sul futuro per tutto il corso dell’annata.
“La prima reazione sarebbe quella di lasciare – ha esordito – Si sono persi di vista completamente valori fondamentali. Da quarant’anni sono in questo ambiente in veste di sponsor; non pensavo di dover ricevere una medaglia per questo, ma neppure dopo un così lungo tempo di dover subire un’ingiustizia del genere, oltretutto completamente immotivata dal punto di vista sportivo. […] Mi sembra irrispettoso non invitare una realtà come l’Androni Giocattoli Sidermec che il Giro in una scala di valori – a questo punto solo ipotetica – se lo era conquistato abbondantemente. Senza considerare che in tutti gli anni in cui la squadra è stata al Giro lo ha onorato in maniera encomiabile come i media non hanno mai mancato di sottolineare, finendo per arricchire tante delle storie belle che la corsa rosa porterà indelebilmente dentro”.
La riflessione di Buda è anche poi per tutte le persone che lavorano all’interno del team, soprattutto in un periodo così difficile come quello attuale: “Sostengo squadre di ciclismo, oltre che per un aspetto promozionale e sportivo, anche con un intento sociale per garantire lavoro, a corridori e personale, in un lungo momento in cui evidentemente scarseggia. Di fronte ad un’ingiustizia del genere, perché con i nostri risultati e il nostro progetto avremmo dovuto certamente ricevere una wild card, non intendo più rimanere in un ambiente che decide in modo ingiusto. Conosco perfettamente quelle che sono le dinamiche di un’azienda, ma ritengo che in tutte le decisioni ci sia sempre un limite etico e morale da non superare, pur tenendo presente bilanci e conti economici, per non ledere paradossalmente poi in fondo anche chi le scelte le compie”.
Infine, il commento sulla decisione finale, che arriverà probabilmente più avanti nel corso della stagione: “Ci vorrà tempo a digerire questa grossa delusione. Naturalmente per tutto questo 2021 intendo, comunque, dare il mio massimo sostegno al team nel quale mi riconosco per spirito e valori, che ha una progettualità e sicuramente sarà in grado di rivedere in maniera forte i propri obiettivi di una stagione da vivere intensamente anche senza il Giro. Sull’anno che verrà vedrò, adesso dico solo che la rabbia è tanta. Mi auguro che la solidarietà che il team ha ricevuto in questi giorni da parte degli addetti ai lavori così come dai tantissimi appassionati e tifosi, possa far avvicinare altre realtà, come la mia, per affiancare un progetto serio e gestito con professionalità da Gianni Savio e Marco Bellini, che mi spiacerebbe non sostenere più per colpa di un ambiente sbagliato. Non voglio credere che d’incanto tutti i valori che lo sport porta con sé possano non essere più tenuti in conto”.
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