Ineos, Chris Froome sarebbe “arrabbiato con i suoi dirigenti” per alcuni mancati chiarimenti: da qui l’ipotesi di lasciare prima del TDF

Sarebbe partita dalle dichiarazioni di Egan Bernal riguardo il Tour de France 2020 l’apertura di Chris Froome ad una possibile partenza anticipata. Uno scenario che negli ultimi giorni sta facendo molto discutere tra smentite e parziali conferme, che non fanno che alimentare una possibilità che fino a pochi giorni sarebbe sembrata impossibile. L’uomo simbolo del fu Team Sky ora Team Ineos sarebbe pronto a lasciare la squadra ancora prima della scadenza del suo naturale contratto, che si concluderà a dicembre 2020. Se la partenza del Keniano Bianco dalla squadra sembrava improbabile ma comunque plausibile per il prossimo anno, vista la presenza in squadra di altri uomini su cui puntare, pensare che potesse lasciare addirittura durante l’anno era davvero impossibile (vista anche l’estrema rarità della procedura, che comunque il regolamento UCI concede, nel ciclismo).

Tuttavia, negli ultimi giorni ci sarebbe stata più che una incrinatura nel rapporto tra Froome e la dirigenza della corazzata britannica, che non lo ritiene più elemento indispensabile. Due le situazioni che avrebbero indispettito il 35enne di Nairobi: la prima riguardo un rinnovo che sarebbe stato ventilato ad una cifra inferiore rispetto allo stipendio attuale, la seconda sarebbe la mancata presa di posizione da parte di Dave Brailsford o di altri membri dello staff rispetto a quanto affermato da Egan Bernal in questi giorni.

Chris è arrabbiato con i suoi dirigenti perché nessuno ha risposto a quanto dichiarato da Bernal – spiega una fonte vicina al corridore a L’Equipe – Ha chiesto che la situazione sia rapidamente chiarita, ma non ha ancora ricevuto alcuna risposta”. Con l’obiettivo di puntare al suo quinto Tour de France, raggiungendo Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain, Froome spera in un ruolo primario alla Grande Boucle, o almeno in un clima di reciproca collaborazione con il colombiano e Geraint Thomas. Nei mesi scorsi più volte tutti i diretti interessati si erano detti pronti a lavorare per gli altri, ma le recenti dichiarazioni del campione uscente (intenzionato a “non perdere l’occasione di vincere un secondo Tour”) non sarebbero piaciute a Froome e avrebbero portato ad una tensione interna.

Il che potrebbe addirittura portare alla partenza anticipata di Chris Froome dalla squadra che ha contribuito a rendere grande ottenendone la maggior parte dei successi nei grandi giri? Se sei GT su nove conquistati sinora dal team inglese, gli ultimi due sono invece stati conquistati dal gallese e dal colombiano (senza voler dimenticare il nuovo arrivato Richard Carapaz, vincitore lo scorso anno del Giro d’Italia, pur con un’altra maglia), che potrebbero così essere considerati opzioni migliori in squadra (oltre al fatto che hanno entrambi contratti di più lunga durata con il team: Thomas sino al 2021, Bernal sino al 2023). Nei giorni scorsi un dirigente del Team ha confermato alla Gazzetta dello Sport che Froome non lascerà il team nel corso dell’anno. L’affermazione era chiara e perentoria, ma ovviamente non sarà interesse di nessuno arrivare davvero allo scontro.

E se il clima si dovesse inasprire chissà che l’unico modo per uscirne, non sia risolvere il contratto. Attualmente Movistar e Israel Start-Up Nation sono le squadre si è ventilato possano essere interessate, con altre piste più fumose che porterebbero a Bahrain – McLaren e NTT Pro Cycling. Siamo nel campo delle ipotesi, ma non ci sono dubbi che qualche squadra affacciata alla finestra ci sia.

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