Operazione Aderlass, Alessandro Petacchi risponde alle accuse di doping: “La deposizione di Hondo è stata tradotta in maniera non corretta in modo da colpire la mia immagine”

Dopo la confessione di ieri di Danilo Hondo, Alessandro Petacchi risponde all’ex compagno di squadra. L’ex corridore tedesco, infatti, nell’ambito del processo riguardante l’Operazione Aderlass aveva dichiarato che lui e il velocista spezzino avevano fatto uso di doping insieme nel periodo 2011-2012, quando entrambi militavano nella Lampre. Petacchi, che ha sempre negato ogni coinvolgimento con il medico Mark Schmidt (figura centrale della vicenda) e in vicende inerenti al doping, ha deciso dunque di rispondere a queste dichiarazioni facendo presente che la testimonianza di Hondo non è stata riportata in maniera corretta dai media. Anzi, le dichiarazioni del 46enne tedesco sarebbero state (forse) intenzionalmente riportate in maniera sbagliata per colpire la sua immagine.

Queste le parole dell’ex velocista: “Vorrei riportare quanto precisatomi sugli ultimi articoli giornalistici che hanno trattato il caso Aderlass. Sono veramente amareggiato per quanto è stato riportato dopo la dichiarazione come testimone di Danilo Hondo nel processo in questione. La testimonianza resa da Hondo è stata riportata in termini non corretti e tali da provocare un ingiustificato scalpore. Ovviamente conoscendo il mio amico ed ex compagno non ho avuto problemi a chiamarlo e chiedere un chiarimento. Sono bastati 2 minuti per capirci e fare chiarezza, Danilo mi ha mandato, tramite il suo avvocato, la vera dichiarazione sotto giuramento resa da lui dinanzi al tribunale di Monaco di Baviera, poiché pubblica e quindi verificabile, nei contenuti”.

“Nella deposizione di Hondo – prosegue Petacchi – non vi è alcun passaggio nel quale il dichiarante mi attribuisca la responsabilità di essermi sottoposto a trattamenti ematici illeciti in sua presenza o anche da solo. La deposizione resa da Hondo non risulta quindi tradotta e riportata in maniera corretta dal momento che gli viene attribuito un significato contrario teso a colpire pesantemente la mia immagine e gettando fango su tutto il mondo del ciclismo. Mi dispiace molto che questo avvenga a danno di chi, come me, tanto ha dato a questo sport. Va bene così, purtroppo ora ho altri problemi più seri a cui pensare che attengono alla salute dei miei cari. Comunque io vorrei ricordare che non ho più nulla da dire o da aggiungere su questa vicenda che è stata chiarita da me con l’UCI 2 anni fa, quindi chiusa da tempo“.

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