Gravel, Nathan Haas racconta le gare del fuoristrada: “È come essere in fuga tutto il giorno”

Nathan Haas è entusiasta della sua esperienza nel gravel. L’australiano aveva messo fine alla sua carriera su strada al termine della scorsa stagione, continuando, però, a continuare a pedalare dedicandosi al fuori strada. In questi ultimi giorni il classe 1989 ha raccontato questa esperienza ai microfoni di CyclingWeekly, rivelando di conoscere questa specialità da molto tempo (il suo primo approccio alla bicicletta è stato legato proprio al mondo del fuori strada) e di aver trovato molte differenze rispetto alle gare su strada. Il gravel negli ultimi anni è cresciuto moltissimo, attirando anche l’attenzione di molti professionisti, come dimostra il successo avuto dal primo Mondiale di specialità.

“Ho iniziato con il downhill prima di dedicarmi al ciclocross – ha raccontato l’ex Cofidis – Poi ho disputato alcune corse su strada e ho iniziato a scalare il ranking. Ho iniziato a fare gravel sei o sette anni fa, quando ancora non si chiamava così. Dopo dieci anni nel WorldTour può essere difficile tornare al top (non sei più abbastanza forte o ti annoi a fare sempre le stesse cose) mentre il gravel è un mondo del tutto nuovo”.

A proposito delle competizioni ha raccontato: “Non hai le tradizionali dinamiche di corsa della strada e tatticamente è uno sport completamente diverso. La selezione avviene presto, con tutti che vanno forte nei primi 50 chilometri, soprattutto se c’è una partenza in salita. Una volta che la selezione è stata fatta è come essere in fuga tutto il giorno […] Il tempo che sei fuori giri nel gravel è incredibile”.

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