World Tour, tornerà una squadra italiana? La “Fondazione campioni del mondo” progetta un nuovo team azzurro

L’Italia potrebbe tornare ad avere una squadra ciclistica di categoria World Tour nel prossimo futuro. La suggestiva ipotesi è stata lanciata da Beppe Conti nella puntata di ieri di Radiocorsa, nella quale si è analizzata questa possibilità che tanto porterebbe al movimento italiano. DA quattro anni ormai non esiste più una formazione con licenza italiana nella massima categoria del ciclismo: l’ultima è stata la Lampre, che ha ceduto la propria licenza all’UAE Team Emirates alla fine del 2016. Da quel momento in poi il nostro movimento ha potuto contare soltanto sulle Continental e sui tre progetti Continental Professional, per quanto alcune formazioni World Tour abbiano licenza straniera ma una discreta colonia di italiani, nel roster e tra i direttori sportivi.

Secondo quanto rivelato ieri nella trasmissione di RaiSport, alcuni campioni del mondo italiani starebbero pensando di creare la “Fondazione dei Campioni del Mondo”, una cordata che cercherà di fondare una squadra italiana da portare nel World Tour. Il progetto conterebbe sull’appoggio del futuro Presidente Federale, che sarà eletto a febbraio, e da alcuni sponsor italiani che sono già stati legati al mondo del ciclismo e vogliono dare una possibilità in più al movimento italiano, ingaggiando nuovi talenti. I nomi dietro a questa cordata dovrebbero comprendere  Giuseppe Saronni, campione del mondo nel 1982, Moreno Argentin (1986), Maurizio Fondriest (1988), Gianni Bugno (1991-1992, attuale presidente del CPA), Mario Cipollini (2002), Paolo Bettini (2006-2007) e Alessandro Ballan (2008). Più incerta l’eventuale presenza di Francesco Moser (1977).

Durante l’episodio, il commissario tecnico Davide Cassani ha commentato con un certo entusiasmo l’ipotesi ventilata: “Spero che ci riescano, serve una squadra World Tour in Italia. Tutti noi possiamo fare per qualcosa per il ciclismo e tutte le persone che hanno il ciclismo nel cuore possono fare qualcosa. Se tutti quanti noi, con la passione che abbiamo, riusciamo a fare qualcosa allora è un bene per tutto il ciclismo italiano”.

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