UAE Team Emirates, Juan Ayuso non si cura della pressione: “Le aspettative sono alte ma ho imparato da Pogacar a rimanere calmo”

Juan Ayuso è senza dubbio uno dei giovani più interessanti in circolazione. Lo scalatore catalano, classe 2002, è passato professionista a metà 2021 dopo una cavalcata trionfale al Giro d’Italia Under 23 e da allora è migliorato costantemente arrivando fino al terzo posto finale della Vuelta a España 2023, risultato che a 20 anni sa di predestinazione. Si sa però anche che è più facile confermarsi che sorprendere, soprattutto quando si è così giovani, quindi dovrà riuscire a impostare già la prossima stagione nel modo migliore per mantenere un livello alto, anche se l’affermazione di corridori giovanissimi, in primis Tadej Pogacar ed Egan Bernal, sembra essere diventata una costante del ciclismo contemporaneo.

Intercettato da MARCA al Criterim di Madrid, afferma di non montarsi la testa: “È chiaro che LaVuelta rappresenta un prima e un dopo. Ma a casa o con la mia gente sono sempre la stessa persona. Ed è per questo che sono molto calmo”. È consapevole che le aspettative ora sono molto alte: “È normale. Le aspettative che sono state generate sono alte. Dopo il podio, le persone chiedono molto da me. Ma non ho problemi. È un orgoglio essere una sorta di speranza del ciclismo spagnolo. Le persone vogliono vedermi vincere e fare bene. Mi piace quella pressione di dover essere un po’ un riferimento. Sentire il sostegno della gente è magico. Non mi dà pressione ma sostegno e gioia“.

Per il 2023 conferma che la sua sfida principale sarà la Vuelta a España, dove riparte dal gradino più basso del podio di quest’anno: “Spero di eguagliarlo o migliorarlo. La squadra mi aiuterà a raggiungerlo, anche se so che è complicato. Migliorare il terzo posto credo sarebbe già un successo, ma non sono ossessionato dalla vittoria. Prendere La Roja sarebbe un grande passo in avanti rispetto al 2022, ma questa è l’ambizione. Proverò a vincere, anche se poi magari non ce la farò. Al momento voglio concentrarmi su La Vuelta e non sto pensando al Tour“.

“L’altro grande obiettivo oltre a fare un Grande Giro è vincere più gare – aggiunge – Voglio dare gioia ai fan. Devo essere competitivo durante tutto l’anno e ottenere buoni risultati in tutte le gare“. Avere in squadra un campionissimo, peraltro quasi coetaneo, come Pogacar è un bel vantaggio: “Da lui ho imparato soprattutto a rimanere calmo. Guardo come vanno avanti Tadej e Marc (Soler) e come affrontano le situazioni, favorevoli o meno che siano. Sono ragazzi molto normali e voglio esserlo anch’io“.

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