Tour de France 2020, il posto non è assicurato per Mark Cavendish: “Ma se dovesse vincere a livello WorldTour, perché non portarlo?”

Mark Cavendish dovrà conquistarsi il posto al Tour de France 2020. Dopo due anni senza successi, le sue 30 vittorie alla Grande Boucle non possono essere più considerate una garanzia, con la Bahrain – McLaren che punta molto sul suo rilancio, ma anche ad alte ambizioni di classifica con Mikel Landa. Il basco è attualmente dunque l’unico nome assicurato di far parte della selezione per l’evento più importante dell’anno, oltre presumibilmente a Wout Poels ed altri uomini in suo supporto come Pello Bilbao, con la squadra emiratina che comunque è pronta anche a sostenere il britannico nel suo sogno, a patto chiaramente che ritrovi il livello desiderato.

Escluso dalla sua precedente squadra lo scorso anno, non senza polemiche, Cavendish attualmente sembra aver recuperato dai suoi problemi con la mononucleosi e punta a tornare ai massimi livelli, con la strada diventata ora obiettivo assoluto visto che ormai è certo non sarà convocato su pista per i Giochi di Tokyo 2020. La squadra gli ha più volte mostrato grande fiducia, che ha già iniziato a ripagare con una buona prestazione al Saudi Tour in cui non ha vinto alcuna tappa, ma ha saputo rivelarsi fondamentale per il successo di Phil Bauhaus, tornato a casa con due vittorie parziali e la classifica finale. Anche se sulla carta il velocista di riferimento era lui, dopo una caduta nella seconda tappa, il 34enne dell’isola di Man si è messo al servizio del compagno, rivelandosi decisivo per il suo successo.

Un lavoro importante, che ha mostrato lo spirito con cui approccia questa nuova avventura concentrato solo sul suo lavoro senza pensare a quel che viene detto intorno a lui. “Se da un lato abbiamo perso una occasione, ha mostrato chiaramente la sua dedizione alla squadra – commenta a cyclingnews il suo amico e team manager Rod Ellingworth – A quel punto la classifica era andata, quindi si è messo completamente al servizio di Phil, che so che lo ha apprezzato molto. So che avrebbe potuto vincere l’ultima tappa, ne sono sicuro, come non ho dubbi che sia in ottima condizione e che sia stata la corsa a decidere lo svolgimento”.

Con queste premesse la stagione è chiaramente iniziata bene, ma servono anche risultati in prima persona per arrivare a giocarsi il primato di vittorie al Tour con Eddy Merckx, che in carriera ne ottenne 34. “Fisicamente sta bene, ha ancora del lavoro da fare, ma è sicuramente nella direzione giusta – aggiunge – Se dovesse vincere e fare bene, perché non dovremmo portarlo e affrontare quella grande sfida per entrare nella storia del Tour? Il sogno è ancora possibile e sa che è una sfida impegnativa. Ma se dovesse vincere in corse WorldTour, perché non dovremmo portarlo?”.

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