QuickStep-AlphaVinyl, Fabio Jakobsen dopo il debutto al Tour: “Il destino degli sprinter puri è soffrire in montagna, mi do un 7+”

Fabio Jakobsen traccia il bilancio del suo Tour de France 2022. Il corridore neerlandese ha chiuso la Grande Boucle con una vittoria di tappa e tanta sofferenza nelle montagne, salvandosi in un’occasione per pochissimi secondi dal tempo massimo. Il velocista della QuickStep-AlphaVinyl, intervistato da Wielerlifts, ha spiegato di essere rimasto deluso dal non aver potuto sprintare al meglio a Parigi, condizionato da un problema alla catena, ma di essere contento della sua Grande Boucle, durante la quale ha imparato molto e si è autoassegnato un 7+ come voto, spiegando che anche il team manager Patrick Lefevere è rimasto soddisfatto delle sue prestazioni.

“È stata la mia prima partecipazione e non era proprio un’edizione disegnata per gli sprinter – ha spiegato – Ci sono stati dei punti deboli, ma credo sia normale. Patrick è rimasto contento anche del team in generale, anche se abbiamo mancato un paio di occasioni. Yves Lampaert, una creatura del team, ha preso tappa e maglia gialla, io stesso ormai sono una creatura del team e ho vinto una tappa. A fine Tour l’umore era buono, pur non essendo euforico. La caduta in Polonia mi condiziona ancora? Nessuno lo sa. Tutti hanno visto che ho dovuto soffrire in montagna, ma quello è il destino dei velocisti puri, credo. Potrebbe non essere più dovuto alla caduta Di contro, la caduta è il motivo per cui sono stato fuori a lungo e ho potuto fare solo ora il mio debutto. Sono almeno un anno indietro. Mi do un 7, anzi un 7+”.

Dopo aver spiegato di essere convinto della sua preparazione che l’ha portato in forma alla prima settimana per poi farlo calare, visto che le opportunità per gli sprinter erano nella prima settimana, il classe ‘96 ha rivelato cosa ha imparato dalla sua prima esperienza al Tour: “Che il Tour è la corsa più dura che ci sia. E in parte proprio per questo la più prestigiosa, ma allo stesso tempo non sempre la più bella. Eppure voglio tornarci ancora il prossimo anno, così funziona lo sport ad alti livelli”.

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