Operazione Aderlass, Kittel non ci sta: “Uno schiaffo in faccia per atleti puliti come me”

Duro affondo di Marcel Kittel contro i colleghi coinvolti nell’Operazione Aderlass che ha provocato un terremoto nello sport austriaco nei giorni scorsi. Se inizialmente l’inchiesta doping della procura di Innsbruck ha riguardato gli sciatori impegnati nei Campionati del Mondo di sci nordico, negli ultimi giorni sono finiti nell’occhio del ciclone anche i ciclisti Stefan Denifl, che aveva rescisso a fine dicembre il suo contratto dal CCC Team, e Georg Preidler (Groupama-FDJ). Il primo è stato arrestato dalle autorità austriache venerdì scorso, mentre il secondo ha reso dichiarazioni spontanee alle autorità competenti di Graz domenica, dimettendosi subito dopo dalla formazione transalpina. Entrambi sono stati successivamente sospesi dall’UCI.

Spesso indicato – anche all’interno del libro “Confessioni di un ciclista mascherato” – come un corridore assolutamente pulito, il velocista della Katusha-Alpecin ha detto la sua sulle colonne del proprio sito: “Sono uno schiaffo in faccia per atleti puliti come me. In quanto ciclista professionista mi sono sempre imbattuto nell’argomento. Non voglio puntare il dito contro nessuno, basta guardare la storia del ciclismo e di altri sport di resistenza. Tuttavia ho sempre cercato di essere trasparente e di rappresentare un buon esempio per tutti e questo è un cazzotto per gli atleti puri come me, gli appassionati di questo sport, i volontari e tutti ciò che sostengono il nostro sport con cuore e anima”.

Kittel è stato compagno di squadra di Preidler fino al 2015 nel team Argos-Shimano. L’operazione ha condotto finora all’arresto di nove persone accusate di aver effettuato trasfusioni di sangue, con ben 40 sacche poste sotto sequestro: “Trovo tragico che una manciata di persone possa arrecare tanto danno all’immagine degli sport – ha concluso lo sprinter tedesco – e auspico che corridori che si trovino coinvolti in situazione come questa possano essere fermati e aiutati“.

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