La Jayco-AlUla sta vivendo una serie di stagioni abbastanza costanti. Un buon numero di vittorie, alcune anche di prestigio, ma anche una presenza relativa nel contesto dei Grandi Giri, in termini di classifiche generali. L’ultimo successo finale in una corsa di tre settimane risale al 2018, quando Simon Yates (proprio lui…) si impose alla Vuelta a España. Sono proprio le vittorie più importanti a mancare, se si pensa che l’ultima Monumento vinta dalla formazione australiana risale a Il Lombardia 2016, portato a casa da Esteban Chaves. Il contesto negli ultimi anni è cambiato molto, considerando che i grandi successi finiscono nelle mani di una ristretta cerchia di corridori: la Jayco-AlUla, però, uno di questi corridori non ce l’ha.
Per provare a scuotere la situazione, il proprietario Gerry Ryan ha deciso di intraprendere un processo di ristrutturazione, iniziata con il divorzio dall’ormai storico direttore tecnico Matthew White: “Lui ha lasciato un marchio sulla squadra, ma se si continuano a fare le stesse cose, si ottengono gli stessi risultati – le parole di Ryan raccolte da CyclingNews – Stiamo conducendo una ristrutturazione. Ne abbiamo parlato insieme a White e da lì è venuta fuori la decisione condivisa di separarsi”.
Ryan poggia il suo sguardo sulla situazione generale: “Quando vi sono entrato, nel 2012, è una cosa completamente diversa. Adesso non si tratta soli di corridori e allenatori, che tutto il ramo della scienza dello sport da tenere in conto. Bisogna continuare a migliorare, poi quando ti sembra di farlo, ti accorgi che lo sta facendo anche la concorrenza. D’ora in poi vogliamo muoverci secondo un processo più strutturato, con persone che ne siano responsabili. Vogliamo crescere e competere con le squadre più importanti. Dobbiamo essere più veloci per batterli e dobbiamo essere veloci più anche nel reagire a quello che fanno loro“.
Il proprietario di quella che, alla base, è la GreenEdge Cycling, sottolinea: “Non si tratta soli di soldi, ma di come si fanno le cose – le parole di Ryan – Dobbiamo tirare fuori il meglio da tutti, perché non possiamo permetterci sprechi. Questa ristrutturazione è partita in maniera improvvisa e quindi ora stiamo fattivamente cercando nuove persone cui affidarci. Non vogliamo aspettare la fine della stagione, perché a quel punto sarebbe tardi. Comunque, il 2025 non è ancora finito: dovremo capire dove avremo le migliori opportunità di vincere gare e di raccogliere più punti UCI. Non possiamo limitarci a pensare che avremo un anno migliore nel 2026; perché non può essere migliore già il prossimo Grande Giro?”.