Il rebus del nuovo calendario da costruire attorno al Giro d’Italia: sovrapporre le corse o finire a novembre?

Atteso per il prossimo martedì un incontro fondamentale per la definizione del nuovo calendario. Anche se ancora è presto per sapere realmente fino a quando le attuali misure di prevenzione dovranno essere adottate, il ciclismo (come tutti gli altri sport) deve cercare di organizzarsi per ridurre il più possibile le perdite. Il che ovviamente significa cercare di far svolgere quanti più eventi possibili, con due scenari possibili: autorizzare la contemporaneità di alcuni grandi eventi o allungare il calendario. Due soluzioni che hanno chiaramente punti a favore, così come contrari. Secondo quanto riporta Het Nieuwsblad in questo incontro l’UCI cercherà di comprendere il punto di vista dei numerosi organizzatori che hanno visto il proprio evento cancellato, con ovviamente il Giro d’Italia come l’evento di maggiore importanza, ma anche il più difficile da riposizionare vista la sua durata.

L’obiettivo di RCS Sport sarebbe partire sostanzialmente quando si sarebbe dovuto invece concludere, ovvero a fine maggio.  Questo significherebbe tuttavia che la Corsa Rosa andrebbe a sovrapporsi a Giro del Delfinato e Giro di Svizzera, finendo a ridosso del Tour de France. Una situazione non ideale secondo molti, che sembra non piacere neanche all’UCI: “Se una corsa vuole una nuova data, dovrebbero farlo senza invadere gli spazi di altre corse già programmate in quel periodo”, commenta in merito Tom Van Damme, presidente della federciclismo belga e importante membro della commissione strada dell’UCI.

Il problema è che se non venisse corsa in quel periodo, l’unica altra possibilità, considerando i blocchi fissati di Tour de France, Giochi di Tokyo, Vuelta a España, Europei in Trentino e Mondiali di Aigle, sembra essere a fine stagione, dopo le tradizionali corse dell’autunno italiano, oppure al posto di queste, che verrebbero così spostate. Tutto questo ovviamente obbligherebbe l’UCI a spostare la chiusura del calendario a novembre. Uno scenario non impossibile, ma anch’esso di difficile realizzazione (senza dimenticare ovviamente che trovare posto per tutte le corse è impossibile) per varie ragioni, con anche il meteo a rappresentare una incognita da non sottovalutare.

In tutto ciò però bisogna anche valutare quale siano gli interessi dei corridori. A fare da contraltare a tutti i dubbi del caso sulla forma con cui i corridori potrebbero arrivare eventualmente ad un Giro d’Italia che diventerebbe la prima corsa al rientro dopo un lunga pausa di oltre due mesi, c’è una inevitabile considerazione sullo stato in cui potrebbero arrivare a fine anno. Al riguardo pareri molto discordanti tra i corridori stessi. Alcuni, come Oliver Naesen e Sep Vanmarcke sarebbero pronti a correre fino a novembre per poter correre le loro amate classiche del Nord, ma altri loro colleghi specialisti sono dubbiosi al riguardo.

Esplicita la risposta di Yves Lampaert: “Comunque vada, a ottobre siamo sempre al limite delle forze. Se il calendario dovesse essere più denso nei prossimi mesi, o persino allungarsi, saremo ancora più esausti. Inoltre, questi sforzi prolungati andrebbero a compromettere la preparazione per il prossimo anno”. Secondo l’ex campione belga la soluzione è dunque “mantenere il calendario attuale, fermarsi a metà Ottobre e guardare avanti al 2021”.

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