Groupama-FDJ, il bilancio del 2023: “Sopra la sufficienza; ci manca una grande vittoria, ma ai nostri corridori più forti non manca tanto per ottenerla”

La Groupama-FDJ chiude un anno di svolta con qualche soddisfazione e un po’ di rammarico. La svolta sta nell’aver perso, in successione, due corridori storici, ovvero Arnaud Démare (passato a stagione in corso alla Arkéa-Samsic) e Thibaut Pinot, che ha deciso di non continuare la carriera agonistica. Le note migliori sono arrivate probabilmente dai giovani come Lenny Martinez, Romain Gregoire e Paul Penhoët, capaci di lasciare il loro segno in alcune corse, anche di livello assoluto. Per quel che riguarda i freddi numeri, la Groupama-FDJ ha chiuso al settimo posto la classifica UCI annuale a squadre.

“Un voto alla stagione? Direi 6,5, con l’incoraggiamento della giuria – le parole del capo della divisione sportiva della squadra francese, Yvon Madiot – Siamo sopra la media del gruppo WorldTour e per un momento dell’anno siamo stati anche la quinta forza della classifica. Ci mancano però almeno una vittoria in una Classica di primavera e una vittoria di tappa in un Grande Giro“.

Madiot aggiunge: “In squadra siamo d’accordo che non è stata una stagione eccezionale. Ma abbiamo notato che siamo diventati molto costanti e che le annate catastrofiche non ci capitano più. Sappiamo inoltre che ci sono 3-4 squadre che hanno risorse enormi e con le quali è dura confrontarsi. Il nostro obiettivo ora è battere queste squadre: non siamo ancora pronti, ma lo saremo. Nel 2024 magari non potremo combattere per la vittoria di una corsa di tre settimane, ma saremo sicuramente in grado di lottare per le vittorie di tappa, che ormai ci sfuggono da troppo tempo (le ultime risalgono al Giro d’Italia 2022, con Demare).

Le note più positive della stagione? “La nostra costanza – ancora Madiot – Nelle Classiche Stefan Küng e Valentin Madouas ci sono sempre stati. La concorrenza è fortissima, ma loro non sono lontani dalla grande vittoria. Al Giro Pinot è andato oltre le aspettative (quinto posto finale e Maglia di miglior scalatore – ndr) e abbiamo vestito anche la Maglia Rosa con Bruno Armirail. Alla Vuelta abbiamo fatto buone cose, al Tour invece non abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Ma non è stato un disastro: il nono posto finale con David Gaudu è un risultato che farebbe felici molte altre squadre. Inoltre, abbiamo vinto la Coppa di Francia con Penhoët; negli anni recenti ci siamo resi conto di essere mancati nelle corse di quel calendario e ci siamo posti l’obiettivo di migliorare. Lo abbiamo fatto. E non dobbiamo dimenticare la maglia di Campione nazionale francese di Madouas”.

Il contatore delle vittorie dice 19: “Il numero in assoluto è sotto le nostre aspettative, ma dobbiamo anche renderci conto del fatto che quattro squadre hanno vinto praticamente più della metà delle corse. Ci sono anche quasi 30 secondi posti di cui tener conto: in alcune occasioni abbiamo trovato corridori più forti, in altre non siamo stati abbastanza pronti nel cogliere le occasioni. Ma i bilanci delle stagioni non dipendono da quante corse vinci, ma da quali vinci. Noi dobbiamo continuare a crescere, come stiamo facendo, senza appellarci alla fortuna. Penso che Küng, Gaudu, Madouas non siano lontani dalla grande vittoria”.

Con Démare e Pinot non in organico è finita un’era? “Il periodo di transizione è già alle nostre spalle. Thibaut, dopo il Lombardia, ha parlato con i più giovani e ha detto di loro di prendersi cura della squadra. È stato un bellissimo passaggio di consegne e crediamo fermamente che i suoi successori saranno in grado di farlo. A eccezione di Michael Storer, Arnaud Démare e Jake Stewart, nel 2024 saranno in squadra tutti i corridori che hanno saputo vincere nel 2023: siamo su un percorso di crescita, non è molto pendente verso l’alto ma quello che è sicuro è che non siamo sulla strada sbagliata”.

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