Deceuninck – Quick-Step, Mark Cavendish si racconta nel suo nuovo libro: “sono passato attraverso un vero inferno negli ultimi anni”

Mark Cavendish è tornato a parlare della sua incredibile rinascita alla Deceuninck Quick-Step. Il britannico, infatti, poco più di un anno fa sembrava costretto ad appendere la bici al chiodo dopo alcune stagioni complicate. Invece poi è arrivato l’accordo con Patrick Lefevere per vestire nuovamente i colori della sua squadra. Il resto della storia è noto a tutti: il campione del mondo del 2011 è tornato a vincere al Giro di Turchia per poi conquistare quattro frazioni al Tour de France 2021, raggiungendo quota trentaquattro successi in carriera alla Grand Boucle e uguagliando il record di Eddy Merckx.

Il classe 1985 è tornato a parlare del suo incredibile ritorno a grandi livelli nel suo libro Tour de Force: My history-making Tour de France che uscirà a breve. Cyclingneews ha anticipato alcune delle pagine che sarà possibile leggere all’interno del volume. In particolare, la maglia verde dell’ultimo Tour de France, ha raccontato l’incontro in cui il manager belga gli ha spiegato che non c’erano abbastanza soldi per garantirgli il giusto ingaggio: “Pagami un salario minimo’ ho detto d’impulso, senza lasciarlo finire ‘Non è una questione di soldi, perché quelli arriveranno quando vincerò per voi‘. Patrick ha sorriso scusandosi: ‘Mark ho un posto nel team…ma non soldi. Neanche per un salario minimo”.

Il trentaseienne racconta poi anche quello che ha passato negli ultimi anni: “Non posso affermare di essere stato in una posizione peggiore di molte altre persone negli ultimi anni, soprattutto da quando il Covid ha colpito. Gli sportivi possono essere divorati dalla loro piccola bolla e diventare egoisti. Siamo stati fortunati, perché abbiamo continuato con la nostra vita, mentre altre persone si sono dovute relazionare con grandi disordini. Comunque, sono passato attraverso un vero inferno negli ultimi anni. Le persone che per me c’erano sempre state, sono scomparse”.

Accanto all’ex Dimension Data non sono mancati comunque gli affetti più cari: “Fortunatamente ci sono persone che ci sono sempre state. Nessuno più di mia moglie. Peta ha una personalità molto forte, molto d’aiuto, e ci ha sempre creduto, qualche volta molto più di me. Peta mi ha sempre spinto avanti quando ho combattuto con malattie, diagnosi errate, depressione, perdita di forma. Onestamente credo che se io sono riuscito a tornare come ero, lo possono fare tutti“.

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