Alpecin-Deceuninck, il proprietario della squadra Philip Roodhooft su Mathieu van der Poel: “Lo criticano perché corre poco? I risultati però non sono da buttare…”

In questi giorni Mathieu van der Poel sta assorbendo l’infortunio riportato qualche settimana fa, durante la prova di Coppa del Mondo di MTB di Nové Město che aveva deciso di affrontare. La Alpecin-Deceuninck non ha ancora sciolto le riserve sulla partecipazione del suo campione al Giro del Delfinato 2025, che inizia fra qualche giorno. Poi, sull’agenda del neerlandese c’è il Tour de France 2025, che non sembra assolutamente a rischio e che sarà il quinto della carriera di Van der Poel. L’iridato su strada di Glasgow 2023 potrebbe quindi presentarsi alla Grand Départ del prossimo Tour con soli 12 giorni di corsa su strada nelle gambe, per quel che riguarda la stagione in corso.

“Lo criticano per questo? Questa cosa mi irrita sempre di più – le parole di Philip Roodhooft, uno dei due proprietari della squadra di licenza belga, in un’intervista concessa a Helden Magazine – Mathieu è atteso al suo massimo quando affronta le Classiche Monumento. Nel 2024 ha vinto nel giro di una settimana il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix e lo accusavano di aver fatto solo 5 giorni di corsa prima della Roubaix… A me viene invece da pensare che i risultati non è che fossero da buttare, no?”.

Roodhooft aggiunge: “Penso di poter dire che i programmi che abbiamo stabilito con Mathieu hanno quasi sempre portato dei successi. Quest’anno abbiamo deciso di concentrarci su alcune corse importante, mentre qualche altra gara la aggiungeremo al calendario eventualmente all’ultimo minuto. Alcune squadre seguono programmi più rigidi, noi facciamo diversamente. Dicono che il nostro sia un approccio poco professionale, ma nella vita reale le cose vanno spesso in maniera diversa rispetto a quello che puoi pianificare in anticipo”.

Concentrazione, quindi, rivolta sul prossimo Tour de France, che però non sembra proprio essere la corsa preferita di Van der Poel: “Sì, posso confermare questa cosa – il commento di Roodhooft – Ma trovatemi uno che veda il Tour come la sua gara preferita. Forse Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. Sei sempre concentrato e teso, prima, durante e dopo ogni tappa. Se chiedi ai giornalisti qual è la gara più importante dell’anno, ti rispondono il Tour. Ma se chiedi loro qual è quella in cui preferiscono lavorare, ti diranno il Giro d’Italia o la Vuelta a España. Questo vale anche per i ciclisti. Ma l’impatto di una vittoria di tappa al Tour de France è molto più grande, rispetto a quello di un successo al Giro e alla Vuelta. Mathieu è abbastanza intelligente da rendersi conto di questo”.

Roodhooft sottolinea con piacere il disegno del Tour 2025: “Che per un anno Mathieu non corra il Tour è una possibilità, ma in questo momento è importante che ci sia. Quest’anno ci sono poi diverse buone possibilità per lui, anche perché gli organizzatori devono essere consci del fatto che corridori come Van der Poel trovino stimolante andare alla loro corsa. Dopo la scorsa edizione, hanno tracciato un numero maggiore di tappe buone per lui, per Wout van Aert e per corridori di quel tipo. Non importa quanto sia grande il Tour de France, anche una corsa così trae beneficio dal fatto che corridori del genere si presentino al via con ambizioni”.

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