Vuelta a España 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2018.

TOP

Enric Mas (Quick-Step Floors): Completa il crescendo rossiniano che ha caratterizzato le ultime due settimane della sua Vuelta cogliendo il primo successo in carriera nel World Tour (e in una grande corsa a tappe) e togliendosi la soddisfazione di salire sul podio finale. Battezza la ruota di Yates al momento giusto e resiste ad ogni attacco di Lopez uccellandolo nel finale. A soli 23 anni può prenotare un futuro radioso e in lui la Spagna, dodici mesi dopo l’addio di Contador, può trovare l’uomo con cui puntare concretamente alla conquista dei GT.

Miguel Angel Lopez Moreno (Astana): Godot arriva all’ultimo respiro. Quegli assalti invocati per tre settimane si materializzano soltanto in una frazione conclusiva vissuta col coltello tra i denti. Mette alla frusta i compagni, attacca ripetutamente e trova il contropiede giusto nel tratto a lui meno indicato. Interpreta l’ultima salita come un toro che vede un drappo rosso davanti a sé, tanto che l’obiettivo del podio gli fa perdere di vista quello del successo di tappa. Spende tanto nel tentativo di staccare anche un Mas che, più furbo di lui, lo castiga.

Simon Yates (Mitchelton-Scott): Fedele alla massima “la miglior difesa è l’attacco” e ignaro di indossare le insegne del primato, regala spettacolo anche oggi non appena si accorge che il vantaggio di Lopez sfiora i 30 secondi. Persi per strada tutti i compagni di squadra, si mette in proprio mantenendo un ritmo inaccessibile ai più. Nel finale, provato anche dallo sforzo di ieri, è costretto a mollare la presa ma riesce a gestirsi con grande sagacia, senza mai cedere veramente. Il flop del Giro ha prodotto una macchina da guerra e la sensazione che quello spagnolo sia solo il primo colpo esploso di una lunga serie.

FLOP

Alejandro Valverde (Movistar): Due giorni per arrendersi alla carta d’identità. La sequenza di salite odierne, concentrate in una tappa in scala, presenta il conto al 38enne murciano, che non riesce ad incastonare l’ennesima perla nella sua collezione d’autore. Lungo l’ultima salita va letteralmente alla deriva e, persa ieri la possibilità di ambire al successo finale, scende anche dal podio virtuale. Non gli torna utile neppure l’aiuto di un Nairo Quintana nelle insolite vesti di gregario per limitare i contorni di un’autentica batosta.

Rigoberto Uran (EF Education First-Drapac Cannondale): Ottiene in calce a una corsa sottotono il suo miglior piazzamento personale, tagliando per quinto il traguardo. Perché punirlo con una bocciatura? Perché il ciclismo (e in questo gli esponenti del movimento colombiano hanno ancora tanto da imparare) non è solo gambe e watt, ma anche e soprattutto fantasia. Con una classifica compromessa e con una condizione odierna buona, legittimata dal risultato finale, ci si interroga sui motivi che lo abbiano portato a muoversi soltanto a 1500 metri dall’arrivo.

Tony Gallopin (AG2R La Mondiale): L’ultima giornata in quota mortifica le sue velleità di ottenere la prima top ten in carriera in un Grande Giro. Il francese, che pure ha disputato una corsa sopra le righe togliendosi anche la soddisfazione di portare a casa una tappa, va in difficoltà sin dalle prime asperità di giornata e paga un dazio di 5’08” al vincitore, venendo scavalcato da Wilco Kelderman (Sunweb). Arriverà comunque a Madrid con il miglior piazzamento in carriera lungo le tre settimane.

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