UAE Team Emirates, Fabio Aru è carico: “Voglio spaccare la bici a pedalate. A Tokyo vorrei esserci per aiutare Nibali”

Si avvicina il debutto stagionale per Fabio Aru che sarà al via del Tour Colombia 2020, in programma dall’11 al 16 febbraio. Il corridore sardo è atteso da un anno molto importante per la sua carriera, dopo i problemi delle ultime due stagioni e l’operazione all’arteria iliaca che ne ha condizionato il rendimento nel 2019. In questo 2020 l’alfiere della UAE Team Emirates spera di tornare ad essere quel corridore capace di vincere la Vuelta a España 2015 ed essere nuovamente un punto di riferimento per il ciclismo azzurro in un anno caratterizzato dall’appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Sono carico, ho voglia di spaccare la bici a pedalate – le sue parole in un’intervista a La Repubblica – E sono a posto, ho lavorato bene in Val di Susa. Nell’ultimo anno in particolare ho avuto problemi fisici seri, tra l’operazione all’arteria iliaca e il virus di fine stagione. Adesso c’è da ritrovare solo un po’ di fortuna. Ho tanti obiettivi, ma me li tengo dentro. L’ambizione non è persa e la passione è intatta“.

“La mia ricetta per la felicità sono sei ore di allenamento in bici e quattro mila metri di dislivello in solitudine – ha continuato – Non ho mai vissuto il ciclismo come un mestiere o un dovere. Mi farò un tatuaggio con quello che mi ha insegnato: ‘Non mollare fino alla fine’. Ho avuto momenti duri ma ho trovato nella bici e nella “giustizia” le risposte per andare avanti”.

Quest’anno Aru non sarà al via del Giro d’Italia ma si concentrerà sul Tour de France 2020: “La squadra ha scelto così – ha spiegato – ed io ho accettato. Sul Giro ho un rimpianto: la partenza dalla Sardegna nel 2017 saltata per infortunio. Mi vengono i brividi a pensare quello che sarebbe potuto essere per me, per un sardo che vive la lontananza dalla sua terra”.

Infine, il sardo spera di riuscire a convincere il CT Davide Cassani a portarlo a Tokyo: “L’Olimpiade non è programmabile, deve essere una conseguenza di quello che avrò fatto vedere. Mi piacerebbe essere utile alla maglia azzurra e a Vincenzo Nibali, il mio primo capitano”.

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