Tokyo 2020, meglio partecipare a Giro d’Italia o Tour de France?

Il Giro d’Italia 2020 è veramente la miglior preparazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020? Andando a guardare le precedenti edizioni che hanno coinvolto i professionisti, ovvero dal 1996 ad oggi, si nota ogni volta il vincitore aveva partecipato al GT precedente, portandolo a termine in cinque casi su sei. E in tutti e cinque questi casi la corsa in questione era il Tour de France, come riporta Fuoriclasse. Un dato che sembra inequivocabile, tanto che in molti dei candidati al successo finale, partendo da Alejandro Valverde, hanno già annunciato di voler correre anche quest’anno la Grande Boucle come ultimo appuntamento.

L’altro partito è quello, guidato da Vincenzo Nibali, di coloro che invece a luglio non correranno nessun GT, preferendo giocarsi le proprie carte al Giro d’Italia, per poi preparare in maniera alternativa l’appuntamento a cinque cerchi. Le ragioni di questa scelta, in cui bisognerà trovare un calendario di corse alternativo da gestire al meglio assieme al necessario numero di corse per accumulare i giusti giorni di gara è ovviamente la grande distanza e il conseguente fuso orario tra il Giappone e l’Europa.

Se i sei giorni di per sé non sono visti come un problema, come dimostrato da Alexandre Vinokourov, quando conquistò l’oro di Londra 2012 (ad una ininfluente ora di fuso) esattamente sei giorni dopo la passerella sui Campi Elisi, il grande timore di alcuni è di non riuscire ad adattarsi in tempo. Un tempo molto stretto, tanto che alcuni, come Mike Woods hanno già prenotato il loro aereo da Parigi la domenica sera, per partire subito in direzione del Sol Levante. Un problema che dunque non avrebbero coloro che parteciperanno alla Corsa Rosa, che potranno così gestire meglio il fuso orario, partendo almeno una settimana prima. Si profilerebbe così qualcosa di simile a quanto fatto per i Giochi di Pechino 2008, quando Samuel Sanchez si impose 13 giorni dopo aver concluso il Tour, con un fuso orario di sette ore rispetto all’ora italiana.

Non potendo fare riferimento ad una precedente edizione in condizioni simili, gli atleti, assieme al proprio staff, sembrano dover prendere la decisione affidandosi sostanzialmente a sé stessi e alla conoscenza del proprio corpo, in base a come reagiscono ai lunghi viaggi e alle differenze così marcate di fuso orario. Da non sottovalutare anche la necessita di adattarsi alle differenze climatiche, visto il forte caldo (anche di notte) e la grande umidità che potrebbero rappresentare un ulteriore ostacolo da affrontare. Un altro aspetto ovviamente soggettivo, al quale ogni corridore si adegua con tempi e modi diversi.

Avere una risposta univoca già adesso appare dunque impossibile. D’altro canto, dal 1996 ad oggi la rassegna a cinque cerchi si è svolta sei volte, in quattro continenti diversi e ai fusi orari più disparati, con differenze fino a dieci ore da quelle europee, a cui i corridori sono abituati in quel periodo dell’anno. Il fatto che sei volte su sei il vincitore abbia partecipato all’ultimo grande giro prima dell’evento difficilmente è un caso, anche considerando che delle 18 medaglie assegnate ben 14 sono andate a corridori nelle stesse condizioni.

Ma d’altro canto, proprio nei due casi in qualche modo più simili (Pechino 2008 e Londra 2012), per fuso o per distanza temporale, la metà delle medaglie – anche se mai l’oro – sono andate a corridori che in precedenza avevano preso parte al Giro, scegliendo percorsi alternativi per il mese di luglio (nei due casi più recenti fu il Giro di Polonia l’ultimo appuntamento prima delle Olimpiadi, una soluzione possibile anche quest’anno).

Anno Località Vincitore Corsa Giorni Medaglie Fuso
1996 Atlanta Pascal Richard Tour 10 3 -6h
2000 Sidney Jan Ullrich Vuelta 17* 3 +10h
2004 Atene Paolo Bettini Tour 20 2 +1h
2008 Pechino Samuel Sanchez Tour 13 2 +7h
2012 Londra Alexandre Vinokourov Tour 6 1 -1h
2016 Rio Greg Van Avermaet Tour 13 3 -4h
2020 Tokyo 6 +8h

* Nel 2000 Jan Ullrich si ritirò prima della fine della Vuelta. I corridori che completarono il podio portarono entrambi a termine la corsa, che si chiuse otto giorni prima della prova in linea in Australia.

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