Giro d’Italia 2018, si parte da Gerusalemme, ma fino a quando…? Intanto la RAI non manda i suoi tecnici per i sopralluoghi

Il Giro d’Italia 2018 partirà da Gerusalemme, ma… Per il momento è tutto confermato, come è naturale che sia ad ancora quasi sei mesi dalla Grande Partenza, ma la situazione è delicata. La crisi geopolitica dalla quale RCS Sport sperava di tenersi fuori è invece scoppiata proprio pochi giorno dopo la presentazione del percorso e le relative polemiche sulla definizione di Gerusalemme Ovest, poi corretta nella sola Gerusalemme da parte degli organizzatori. Una definizione che, non certo per colpa di Mauro Vegni e dei suoi, nei giorni successivi è tornata prepotentemente d’attualità, diventando il centro dei recenti avvenimenti che hanno portato ad una forte crisi nel territorio e in generale tra il mondo israeliano e arabo.

Una situazione che normalmente ben poco avrebbe a che fare con il ciclismo, ma nella quale RCS si ritrova invece catapultata e rispetto alla quale bisogna necessariamente fare i conti. Sopratutto dopo che “la RAI ha deciso di non inviare i suoi tecnici in Israele anche in seguito ad una nota inviata dalla Farnesina, che precisava l’elevato rischio nel recarsi in quella zona in seguito agli eventi di questi giorni, non ultimo l’attentato di ieri a New York”, come riporta il Messaggero. Il sopralluogo tecnico che i tecnici di Viale Mazzini dovevano effettuare è dunque rinviato a tempo indeterminato, tanto che non è stato a questo punto comunicato “se e quando verranno effettuati i sopralluoghi a Gerusalemme”, come si legge nell’articolo a firma di Francesca Monzone. Un dettaglio non da poco visto che è la RAI a dover organizzare tutto il broadcasting e la trasmissione televisiva. Altrimenti detto, se la RAI non riesce ad effettuari i suoi sopralluoghi, non potrà garantire la diretta dell’evento.

Se da un lato è ancora presto, ci sono aspetti tecnici-organizzativi che necessitano tempo per cui le verifiche dovranno necessariamente essere effettuate in tempi abbastanza brevi per poter garantire un servizio adeguato, almeno da parte della RAI. Potrebbe, almeno a livello tecnico, forse anche esistere la possibilità che la gestione di questi aspetti passi ad un ente locale, ma ci sarebbe parecchio da discutere per giungere ad un accordo al riguardo, sempre che sia contrattualmente possibile.

Anche per questo, la necessità di avere un piano B concreto e realizzabile in poco tempo. Dagli organizzatori non arrivano conferme dirette, ma sin dall’inizio un piano di riserva era stato previsto. Non se ne conoscono i dettagli, ma Mauro Vegni aveva parlato di soluzioni nel Sud Italia. Le candidate principali sono la Sicilia, da dove la Corsa Rosa dovrebbe ripartire in caso di scenario mantenuto, e la Puglia, che era stata ipotizzata in sostitutizione dell’isola nel caso in cui la nuova giunta regionale avesso voluto revocare gli accordi. Spunta intanto anche l’ipotesi Toscana, una delle grandi escluse dal percorso della 101ª edizione.

Al momento tutte ipotesi, per adesso è tutto confermato. Ma se ci sarà bisogno di cambiare qualcosa, non si potrà certo decidere all’ultimo. Servirà un preavviso anche abbastanza consistente per potersi organizzare in maniera produttiva ed efficace. Come detto, mancano ancora quasi sei mesi. Ad oggi il tempo c’è, ma se c’è qualcosa che passa inesorabile, senza che possiamo farci niente, è proprio il tempo…

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