Tirreno-Adriatico, Mauro Vegni sulla sovrapposizione con la Parigi-Nizza: “Sarebbe meglio non averla, ma può anche andare bene così perché a inizio stagione ci sono tanti corridori che devono correre”

"Probabilmente però dovremo sempre di più avere uno spazio adeguato televisivo, perché in qualche modo una delle due, o tutte e due, soffrono anche televisivamente", ha aggiunto il direttore delle corse RCS Sport

Da ormai alcuni anni l’Unione Ciclistica Internazionale sta riflettendo sulla riforma del calendario. Il massimo organismo mondiale del ciclismo vorrebbe infatti ristrutturare il programma delle gare a partire dal 2026, dunque entro meno di 12 mesi, puntando soprattutto a evitare sovrapposizioni tra le corse WorldTour. Un punto, questo, che imporrebbe di conseguenza un cambio di data a una tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza, che si sono sempre svolte nello stesso periodo e ancor più nelle ultime stagioni, quando la Corsa dei Due Mari ha anticipato di un paio di giorni la sua partenza. Ne abbiamo parlato con il direttore delle corse RCS Sport Mauro Vegni, ascoltato dai nostri inviati questa mattina, alla partenza della quinta tappa.

C’è una riflessione in corso sulla riforma del calendario per l’anno prossimo. Quale sarebbe la posizione ideale per la Tirreno-Adriatico?
Difficile dirlo, perché teoricamente sarebbe molto meglio avere la non concomitanza delle gare WorldTour, però considerando che si è a inizio stagione può anche andare bene così perché comunque è il momento in cui ci sono due corse importanti e avendo tanti corridori che devono correre potrebbe andare bene anche qui, anche così.

Avete avuto contatti con ASO, per non fare la Parigi-Nizza nello stesso momento?
Il problema è che la Tirreno nasce proprio in sovrapposizione a quella che era la Parigi-Nizza, perché nel passato non c’erano squadre italiane, o erano pochissime, che andavano alla Parigi-Nizza e quindi abbiamo fatto una gara nuova per far correre anche le squadre italiane. Per cui credo che oramai questa sovrapposizione sia endemica e non c’è un problema con gli amici della Parigi-Nizza. Probabilmente dovremo sempre di più avere uno spazio adeguato televisivo, perché in qualche modo una delle due, o tutte e due, soffrono anche televisivamente.

E tornare indietro a com’era prima, partire il mercoledì e finire il martedì?
Cambia poco, però devo dire che finire il martedì, anche televisivamente parlando, non è molto bello. Io mi sono battuto nel passato per fare per esempio la partenza dei Grandi Giri facendo venerdì, sabato e domenica e il giorno di riposo. Perché fare invece sabato, domenica e lunedì, il lunedì non è mai un giorno molto importante o interessante anche per i media televisivi. Quindi anche qui, perdere il finale della Tirreno-Adriatico in un periodo festivo e finire di martedì non è sicuramente la cosa migliore.

La Tirreno-Adriatico non è più un banco di prova per la Milano-Sanremo, è diventata proprio una gara con un’identità molto forte.
Diciamo che nasceva proprio con questo presupposto, per far correre anche le squadre italiane e aver la possibilità poi di competere con le squadre che andavano alla Parigi-Nizza. Oggi è diventata sempre più una realtà acclamata e quindi i corridori vengono per vincerla. Poi, anche se quest’anno non sembra, ma normalmente il tempo ha sempre premiato di più la Tirreno rispetto alla Parigi-Nizza, quindi credo che i corridori ci venivano e ci vengono ancora per questo.

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