Al Giro con la Bardiani #14 | Maurizio Beltrami: “Vi racconto la giornata tipo di un autista del bus e massaggiatore al Giro d’Italia”
Ciao a tutti,
Sono Maurizio Beltrami e guido l’autobus della Bardiani-CFS-Faizané in questo Giro d’Italia.
La giornata tipica dell’autista (più massaggiatore), o driver come si dice adesso, della Bardiani, inizia già dalla mattina presto, perché c’è da sistemare tutta la situazione del bus, che hanno lasciato la sera prima in una maniera un po’ caotica. Per esempio stamattina alle 6:15 ero già al bus per finire la pulizia che non ero riuscito a fare la sera prima. Poi ho integrato tutto il materiale che seve per l’arrivo: gli integratori, tutto il cibo (tipo riso, pasta, ecc) che poi i corridori troveranno all’arrivo. Questo porta via un’oretta e mezza, due. Poi c’è la parte più bella, quando si parte dall’hotel per andare alla partenza. Quello è un po’ più rilassante perché i corridori vengono sul pullman tranquilli, mettono la musica con quelle casse speciali che hanno, c’è un po’ di caos, ma è divertente. Si ride, si scherza e quell’oretta dall’hotel alla partenza è il momento più tranquillo. Poi dopo si arriva al parcheggio dei bus indicato dall’organizzazione, una volta lì i corridori iniziano a cambiarsi, si fanno il caffè, tutte queste cose qui. Poi ci sono quei dieci minuti di tranquillità sul bus con la riunione tecnica dei direttori. Loro hanno un orario predefinito per andare alla firma, vanno e se è troppo presto tornano anche indietro per rilassarsi un attimo sul bus prendendosi un ultimo caffè e le borracce per la partenza.
Dopo che sono partiti, io raccolgo tutte le scorie che sono sul bus e poi parto, in una giornata come oggi ci sono 250 chilometri per arrivare ai 3 chilometri e mezzo prima dell’arrivo dello Zoncolan. Noi ovviamente facciamo un percorso diverso, però fino ai tre e mezzo dall’arrivo anche io con il bus ho dovuto fare lo Zoncolan, ma era una strada abbastanza buona. Ovviamente sul Garibaldi c’è un percorso specifico per i bus, fatto solo per i bus, alternativo anche a quello dei giornalisti, e non possiamo fare altrimenti perché poi potremmo trovare posti di blocco e sarebbe un problema. Mediamente si arriva un’ora e mezza, due, prima dell’arrivo, io a quel punto parcheggio e devo preparare la merenda per i corridori, che consiste in riso, pasta e integratori e tutte questo cose che mangeranno appena arrivano sul bus, dopo aver fatto la doccia. Mi organizzo, controllo che ci siano l’acqua calda e gli asciugamani, anche perché tutti hanno l’asciugamano con il proprio nome per una perfetta igiene. A quel punto accendo la televisione e mi guardo anche io la tappa, mediamente riesco a vedere gli ultimi 25-30 chilometri.
Oggi i corridori dovevano fare tre chilometri di discesa per tornare al bus, ma era un po’ particolare perché è un arrivo in salita, di solito non siamo a più di un 1 km dall’arrivo, a volte anche 500 metri. Appena arrivano sul bus si bevono i loro integratori, le proteine, ecc. Fanno subito la doccia, che io cerco di far fare più velocemente possibile, per tornare prima in albergo e a volte parto che qualcuno è ancora sotto la doccia e mi grida ‘Ferma’. Succedono anche queste cose. Poi una volta partiti, loro con calma, seduti sul sedile del bus, mangiano il riso, la pasta col tonno, oppure mozzarella e pomodoro, queste cose qua che ho preparato io prima. Preparato non nel senso che sono il cuoco, perché la roba la fanno già in albergo la mattina, io la devo solo impiattare come dice Barbieri a Masterchef e anche io evito di fare mappazzoni.
A quel punto lì si fa il trasferimento per andare in hotel, purtroppo oggi è enorme sono 130-140 chilometri, si arriva se va bene alle 9 stasera in albergo. Il problema è che quando arriviamo dobbiamo fare i massaggi, siamo 4 massaggiatori e dobbiamo fare 2 massaggi a testa, che durano più o meno 45 minuti l’uno. Stasera faremo in modo che i primi quattro che massaggiamo mangiano dopo e gli altri quattro mangiano prima, in modo che mentre quattro mangiano, gli altri quattro li massaggiamo. Stasera si arriverà alle 22:30, doccia veloce e noi andiamo a mangiare, che è l’unico momento un po’ di rilassamento della giornata.
Il mio momento in cui sono fermo è quell’ora e mezza, due, prima dell’arrivo di tappa. A volte ci scappa anche un sonnellino veloce, che non ci sta male. Dopo cena si guarda un po’ di cose, ma il grosso si fa il mattino presto, perché finito di cenare alle 23 non si ha più voglia di sistemare le cose, perché si è molto stanchi. Oggi penso che sia la giornata più brutta per noi fino adesso, perché abbiamo il chilometraggio maggiore, l’albergo lontano, poi c’è anche pioggia, dobbiamo fare anche tutte le lavatrici, sul camion c’è la lavatrice, asciugatrici, ecc.
Al Giro d’Italia è dura, perché sono tanti giorni, in cui sei sempre tirato e io prima di partire il Giro quando saluto mia moglie dico sempre che parto per la guerra. Se non succede niente già è un casino, quando poi succede un problema, a una macchina, al camion, al bus, succede un macello. Anche perché non c’è tempo per rimediare se c’è un problema. Però al Giro si entra in un meccanismo in cui se ognuno ha le sue funzioni e cose da fare si va via lisci. Poi quest’anno lo staff è un bel gruppo e in più i corridori quest’anno danno anche buone soddisfazioni, sono sempre lì a battagliare e provare a vincere una tappa, per adesso è un buon Giro.
Questo è il mio ventitreesimo, il mio primo è stato nel 98, poi li ho fatti tutti tranne il 2009, che è l’unico anno in cui la squadra non è stata invitata, altrimenti sarebbero stati 24. Esperienza ce n’è, ma è chiaro che ce ne sono sempre di cose nuove, in vent’anni sono cambiate tante cose, in meglio perché si è può organizzati, ma le cose da fare sono sempre di più e le pretese, giuste, dei corridori sono maggiori. Noi siamo una squadra medio-piccola e dobbiamo combattere con gli squadroni e dobbiamo anche noi organizzarci come loro.
Una tappa come oggi per noi è più difficile, meglio quella di ieri, siamo arrivati in hotel alle 7 e mezza e abbiamo cenato alle 9, ci metterei la firma per riuscirci tutte le sere, era una tappa tranquilla e l’albergo era vicino. Le tappe più brutte per chi guida l’autobus sono le cronometro, perché con il pullman devo partire prestissimo, andiamo io e un meccanico di solito e installiamo tutto, compresi i rulli, abbiamo gli obblighi che ci dà l’organizzazione, dobbiamo arrivare prima, poi arrivano i corridori che devono provare il percorso, poi loro tornano in hotel, io rimango l con i bus e loro tornano dopo un paio d’ore. Quindi sto nel parcheggio dal mattino alle 8 fino al pomeriggio alle 5 e mezza, una noia assurda, l’unica cosa positiva è che non c’è trasferimento, però tutto il giorno fermo è un po’ una noia.
Caro diario, prima di salutarti voglio raccontarti un episodio che è capitato in questo Giro d’Italia. La seconda tappa ho preso un murettino e ho spaccato un tubo esterno sotto il bus, che mi ha aperto tutta l’acqua del serbatoio e si è svuotata tutta, così purtroppo i corridori quando sono arrivati all’arrivo non hanno potuto fare la doccia e li abbiamo dovuti lavare con le bocce d’acqua e roba del genere, perché ovviamente non avevo acqua perché il tubo si era rotto. Per fortuna la sera siamo riusciti a riparare, non era una cosa grave, l’abbiamo riparata e dal giorno dopo tutto a posto, però quel giorno lì non sono riusciti a far la doccia e si sono lavati fuori con la boccia, era un po’ buffo, mi sembrava di essere tornato ai dilettanti, però loro hanno capito, fortunatamente non era brutto tempo e quindi abbiamo risolto tutto.
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