Un Anno Fa…Doping, MPCC chiede controlli più vicini alla corsa e avverte contro l’AICAR nelle borracce

Il Movimento per un ciclismo credibile (MPCC) chiede nuove modalità per la lotta al doping. L’organismo presieduto da Roger Legeay ha infatti scritto all’Unione ciclistica internazionale una lettera con alcuni accorgimenti richiesti, soprattutto a seguito degli sviluppi dell’Operazione Aderlass, che nei mesi ha visto il coinvolgimento di alcuni corridori professionisti fra Austria e Slovenia. In particolare, l’MPCC si è mosso dopo che Marc Madiot, direttore della Groupama-FDJ, e Iwan Spekenbrink, general manager del Team Sunweb, hanno incontrato Georg Preidler, che è stato loro corridore fra il 2017 e il 2018 e che risulta fra i bersagli dell’inchiesta.

“Per imparare da questo caso – scrive il Movimento per un ciclismo credibile – riteniamo sia importante attirare l’attenzione sulle proposte di aumento del numero totale di esami del sangue, in particolare fuori dalle gare, e di prelievi di campioni da effettuarsi il più vicino possibile all’orario di partenza. Il caso-Aderlass ha visto l’implementazione di un protocollo-doping al di fuori della squadre. Chi lo ha messo in atto diceva ai corridori che non sarebbero stati scoperti dall’UCI, e così è stato, poiché fu la polizia a scoprire quel che succedeva, e le due squadre interessate non avevano alcun sospetto”.

“Inoltre – la ricostruzione seguita a quanto raccontato da Preidler – venivano scelte delle corse o delle tappe di Grandi giri: i corridori venivano ‘trattati’ prima della partenza e immediatamente dopo l’arrivo, immettendo ed estraendo sangue. Per questo chiediamo esami del sangue e delle urine poco prima dell’inizio o immediatamente dopo la fine delle corse, cosa che permetterebbe di rendersi conto del fatto che ci siano state manipolazioni”.

L’MPCC ha rivolto all’UCI un’indicazione anche su nuove tipologie di test da portare avanti. “Sarebbe includere negli esami antidoping anche quelli relativi alla presenza di plastica nel sangue, risultanza che sarebbe prova di un eventuale doping ematico – il punto di vista dell’organizzazione guidata da Legeay – E inoltre bisognerebbe indagare sull’utilizzo di AICAR (steroide che aumenta la scorrevolezza del sangue – ndr) e se questo possa essere magari utilizzato in polvere nelle borracce nei finali di corsa”.

In chiusura, l’organismo collegiale di squadre, organizzatori e federazioni, nato nel 2007, fa un appello all’Unione ciclistica internazionale: “È necessario essere ancora più aggressivi nella messa in opera dei controlli. Queste proposte ci aiuteranno nel far progredire la lotta al doping e la caccia agli imbroglioni”.

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