Tour de France 2023, Matteo Jorgenson ripreso a 400 metri dall’impresa: “Non c’era nessuno e la radio non funzionava: quando ho sentito Woods arrivare mi sono spaventato”

Matteo Jorgenson è andato vicinissimo a suggellare una grande impresa al Tour de France 2023. Nella nona tappa lo statunitense della Movistar è riuscito a entrare nella fuga iniziale ed è scappato via da solo con quasi 40 chilometri ancora da percorrere, venendo ripreso e superato, prima da Michael Woods e poi da Pierre Latour e Matej Mohorič solo negli ultimissimi metri della salita de Le Puy-de-Dôme. Alla fine, Jorgenson ha dovuto accontentarsi del premio come più combattivo di giornata, oltre che del quarto posto finale. Ovviamente, però, lo statunitense sperava in qualcosa di più.

“Sono comunque orgoglioso di quello che ho fatto – le parole di Jorgenson raccolte da CyclingNews – Alla fine non è valso granché, ma un giorno lo farà. È stato strano, non c’erano tifosi, la mia radio ha smesso di funzionare e quindi c’era solo un gran silenzio intorno a me nel finale. Non conoscevo i distacchi, quindi mi sono accorto che Woods mi aveva raggiunto dal rumore della sua catena.  Mi sono anche un po’ spaventato. Quando mi ha superato, ero finito”.

Jorgenson analizza la giornata: “Andare in fuga non era nei piani, poi mi ci sono trovato a quel punto ho iniziato a guardarmi in giro. Sapevo che Woods e Powless sarebbero andati meglio di me sulla salita finale, quindi dovevo prendere un po’ di vantaggio su di loro in qualche modo. Speravo di guadagnare un po’ di più, magari insieme a Mohorič e Campenaerts, ma alla fine avevo solo un minuto ai piedi della salita. Sapevo sarebbe stata dura”.

Sul finale: “Lungo l’ascesa avevo i riferimenti solo dalle moto dei cronometristi. L’ultimo che ho avuto diceva che avevo 35″ di vantaggio. Nell’ultimo chilometro, però, ho iniziato a sentirmi vuoto e prima di rendermi conto di quel che stava succedendo, Woods mi è arrivato dietro e mi ha superato. È stata una sorpresa, ma non c’era proprio niente che potessi farci”.

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