Tour de France 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2020.

TOP

Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep): Era il favorito della vigilia e non ha tradito le attese. Dopo un ottimo lavoro di squadra, prima con Asgreen in fuga e poi con Devenyns e Jungels a fare il ritmo nei momenti più decisivi delle salite, è la sua gamba a fare la differenza. Attacca nel momento giusto, non si fa innervosire dai mancati cambi di Hirschi e non va nel panico quando vede arrivare da dietro a tutta velocità Adam Yates, che lo batte anche nello sprint del traguardo bonus. Anche in discesa non sbaglia e nel rettilineo finale sceglie il momento perfetto per partire sia per impedire il rientro del gruppo che arrivava a tutta velocità che per conservare un minimo margine su Hrischi nel momento di tagliare la linea del traguardo.

Marc Hirschi (Sunweb): In mezzo a due corridori navigati come Alaphilippe e Yates, dimostra di saper gestire benissimo la situazione di corsa. Al suo primo GT in carriera, riesce a ottenere già un piazzamento importante, con la vittoria che non è arrivata soltanto per pochi centimetri. Domani ripartirà in maglia bianca, il giusto premio per l’ex campione del mondo U23 che è stato il primo a rispondere all’attacco di Alaphilippe, mostrando subito una discreta dose di personalità. Sentiremo parlare di lui molto spesso nei prossimi anni.

Adam Yates (Mitchelton-Scott): Gli è mancato soltanto il guizzo finale per la giornata perfetta. Il britannico conferma i progressi che già aveva mostrato nel finale del Giro del Delfinato, cominciato con problemi di stomaco che hanno condizionato un po’ la sua preparazione. La condizione però sta crescendo e lo dimostra alla grande sull’ascesa finale, quando in un amen si riporta su Alaphillipe e Hirschi che erano già in avanscoperta. Quando batte Alaphilippe sul traguardo bonus comincia ad accarezzare il sogno maglia gialla, al quale deve rinunciare sul rettilineo finale, dove viene battuto solo perché trova qualcuno più forte di lui.

FLOP

Jumbo-Visma: Sono a lungo loro a fare l’andatura in gruppo, ma restano con un pugno di mosche. La tappa di oggi poteva favorire Wout Van Aert, che sicuramente non avrà molte altre occasioni per esprimersi in prima persona, invece il belga si è staccato sull’ultima ascesa. Rimasto in gruppo anche dopo l’accelerata di Alaphilippe, il vincitore della Sanremo sembrava poter essere della partita, salvo staccarsi poco dopo nel momento  dell’attacco di Yates. A quel punto i suoi compagni, che avevano lavorato a lungo in testa, sono costretti a spostarsi e a lasciare che siano altre squadre a farsi carico dell’inseguimento. A completare una giornata non proprio perfetta, anche la caduta di Tom Dumoulin, che fortunatamente non ha riportato conseguenze ed è anzi riuscito a riportarsi rapidamente in gruppo.

 

Greg Van Avermaet (CCC): Tattica di gara troppo conservativa per il campione olimpico. Se in salita non va come Alaphilippe e Yates e fa bene a non esagerare, nel tratto successivo al traguardo bonus avrebbe dovuto lavorare molto di più in prima persona per riprendere i tre attaccanti. In quel caso, visto anche il tanto tatticismo dei fuggitivi nell’ultimo chilometro, forse la magra consolazione di vincere la volata dei battuti si sarebbe potuta trasformare in un ricco bottino costituito da tappa e maglia gialla, un’occasione che non capita certo tutti i giorni e che un corridore con le sue qualità dovrebbe fare di tutto per non lasciarsi scappare.

 

Marc Soler (Movistar): Il suo distacco di 1’12” è figlio di una discutibile tattica di gara. Lo spagnolo, con la gamba ancora visibilmente fasciata dopo la caduta di ieri, decide di lanciarsi all’inseguimento dei tre davanti sulla salita finale. Ma il suo tentativo dura meno di un ghiacciolo sotto il caldo sole di agosto, con il gruppo che lo riprende dopo poche centinaia di metri e lo stacca facendogli perdere del terreno in classifica generale. Se non altro in Movistar adesso avranno, verosimilmente, un capitano in meno.

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