Tokyo 2020, Geraint Thomas: “Non ci sono prime donne in questa squadra, abbiamo un piano”

Geraint Thomas è pronto per Tokyo 2020. Uscito acciaccato dal Tour de France 2021 dopo le varie cadute iniziate già nella prima settimana, il corridore della Ineos Grenadiers ha raggiunto il Giappone dove sarà uno dei quattro rappresentati del Regno Unito (unico gallese insieme a tre inglesi) nella prova in linea e successivamente correrà anche la crono. Il britannico ha parlato ai microfoni di CyclingNews raccontando il diverso avvicinamento suo e dei suoi compagni alla rassegna a cinque cerchi, lasciando trasparire forse l’intenzione di puntare su Adam Yates, sottolineando però che nel team non ci sono egoismi (curiosamente la stessa dichiarazione che aveva rilasciato sulla selezione Ineos prima della Grande Boucle).

“Sulla carta è una squadra forte, tutti sappiamo il fatto nostro, ma tutto dipenderà da quel giorno e dalle sensazioni con il caldo e l’umidità – ha esordito – Io e Tao veniamo dal Tour, Simon l’ha dovuto abbandonare per una caduta e Adam ha messo questo appuntamento nel mirino da un mese. Sono preparazioni differenti, ma la cosa importante è che non ci siano prime donne e che comunichiamo, abbiamo il nostro piano e proveremo ad eseguirlo. Con team così piccoli possono succedere tante cose, tante possono andare bene e tante possono andare male”.

Il vincitore del Tour 2018 ha parlato poi delle sue condizioni fisiche, dopo un’edizione per lui molto sfortunata del GT francese: “La spalla sta bene, il problema sono più le gambe. Nell’ultima settimana qualcuno mi è venuto addosso e sono caduto di nuovo sul lato destro, il che non ha aiutato il processo di recupero, ma avevo un grande team al mio fianco. Sono riuscito ad andare quanto più piano possibile negli ultimi tre giorni del Tour. Allenamenti e gare sono cose completamente diverse, vedremo come andrà. Sono pronto e mi sento bene”

 

Infine, dopo aver visionato il percorso olimpico, il classe ’86 ha fatto la sua previsione su quello che potrebbe essere l’andamento della corsa: “Abbiamo fatto le ultime due salite e sono dure. A questo si aggiunge il caldo e l’umidità, i 230 chilometri e il fatto che l’ultima salita è una salita vera e propria. È ripida e impegnativa e bisognerà affrontarla bene per non andare in crisi. Sarà una lotta logorante con la selezione che si farà da dietro più che con i grandi attacchi. Non è una lotteria, ma c’è bisogno di un po’ di fortuna”.

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