Omloop Het Nieuwsblad 2018, Valgren beffa i favoriti

Michael Valgren coglie l’attimo per conquistare la Omloop Het Nieuwsblad 2018. Con uno scatto negli ultimi due chilometri il corridore della Astana stacca tutti i suoi compagni di avventura, chiudendo in solitaria sul traguardo di Ninove. Alle sue spalle chiude Lukasz Wisniowski (Sky), che in rimonta recupera Sep Vanmarcke (EF-Drapac), partito troppo tardi nell’inseguimento al danese. I due facevano parte del gruppetto che si era selezionato nel finale, riuscendo a loro volta a resistere al ritorno del gruppo, regolato da Jasper Stuyven (Team Sunweb) su Philippe Gilbert (Quick-Step Floors). In ottava posizione chiude invece Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), anche lui facente parte del gruppetto dei migliori, ripreso proprio in vista del traguardo.

Subito dopo il via parte la fuga composta da Marco Mathis (Katusha – Alpecin), Michael Van Staeyen e Kenneth Vanbilsen (Cofidis), Brian Van Goethem (Roompot – Nederlandse Loterij), Edward Planckaert (Sport Vlaanderen – Baloise), Michael Carbel Svendgaard (Fortuneo – Samsic), Dries De Bondt (Veranda’s Willems-Crelan) e Ludwig De Winter (WB Aqua Protect Veranclassic). Su di loro rientrano poco dopo Tim Ariesen (Roompot – Nederlandse Loterij) e Aleksejs Saramotins (Bora – Hansgrohe), mentre il gruppo lascia subito spazio.

A controllare che il distacco non si faccia troppo corposo sono Francisco Ventoso (BMC) e Iljo Keisse (Quick-Step Floors), concedendo fino a cinque minuti. Il gap inizia a scendere in vista del km 60, quando ci si avvicina al primo settore in pavé. Il calo prosegue sino a scendere a quattro minuti, restando abbastanza stabile per la fase centrale di gara. Il cambio ritmo avviene tuttavia a circa 80 chilometri dalla conclusione, quando si riduce a 1’30”.

A quel punto davanti si accelera di nuovo e ne fanno le spese Mathis, Ariesen e Van Staeyen, mentre i sei rimasti in testa tornano a guadagnare sul gruppo, nuovamente placatosi. Il distacco torna così rapidamente a 2’20”, ma sul Leberg Philippe Gilbert (Quick-Step) prova a testare i riflessi della Ag2r La Mondiale che stava tirando in quel momento. Reazione rapida e decisa dei francesi, che non concedono neanche un metro all’ex iridato, aumentando ulteriormente l’andatura. Gruppo dunque molto allungato e da dietro alcuni corridori, principalmente gregari, perdono terreno. La grande tensione per tenere la posizione provoca alcune cadute nelle curve più strette, come era successo poco prima anche a Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo), che si era poi ritirato.

La situazione resta abbastanza stabile, con qualche sterile scaramuccia che non porta alcun risultato, sino al Molenberg. Davanti accelera Vanbilsen, che resta con i soli Saramotins e De Winter, ma è chiaramente dietro che la situazione si fa più interessante. Una accelerazione di Greg Van Avermaet (BMC) spezza il gruppo, che scollina abbastanza ridotto. Nella naturale fase di stallo che segue si muove Silvan Dillier (Ag2r La Mondiale), raggiunto poco da altri coraggiosi un quintetto di cui fanno parte Eugenio Alafaci (Trek-Segafredo), Zdenek Stybar (Quick-Step Floors), Christopher Juul Jensen (Mithcelton-Scott), Stephan Kung (BMC) e Boy Van Poppel (Trek-Segafredo). Un tentativo che diventa ancor più interessante quando da dietro rientrano anche Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), Arnaud Démare (FDJ), Amund Grondal Jansen (LottoNL-Jumbo), Tim Wellens (Lotto Soudal), Viacheslav Kuznetsov (Katusha-Alpecin), Michael Matthews (Team Sunweb) e Dries Van Gestel (SportVlaanderen-Baloise).

Il vantaggio dei contrattaccanti sul gruppo arriva sino a una ventina di secondi, ma l’intesa non riesce a resistere a lungo e, pur riprendendo facilmente quasi tutti i fuggitivi, ad eccezione di Saramotins che allunga da solo, il tentativo non ha vita molto lunga. Malgrado un ritmo non proprio forsennato, il gruppo infatti resta sempre molto vicino e davanti nessuno vuole spendere troppo in questo momento, concedendo agli inseguitori di rientrare ai piedi del Leberg. Subito allora ci sono nuovi tentativi, che non sortiscono alcun effetto diretto, se non ridurre il gap dalla testa della corsa, con Saramotins ormai a pochi secondi.

Dopo lo scollinamento il lettone viene dunque ripreso da Alexis Gougeard (AG2r La Mondiale), che crea un buco mentre guida il gruppo, continuando così la sua azione assimeme al lettone. I due guadagnano una decina di secondi, ma la BMC non fa fatica a rientrare in tempo per il Berendries, dove scatta subito Tim Wellens (Lotto Soudal). A portarsi alla sua ruota è Greg Van Avermaet (BMC), con Zdenek Stybar (Quick-Step Floors), Sep Vanmarcke (EF-Drapac) e Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida) subito dietro. Il ritmo in salita è altissimo e il gruppo si allunga, spezzandosi intorno alla decima posizione. Davanti restano dunque anche Stefan Kung (BMC), Edward Theuns (Team Sunweb), Scott Thwaites (Dimension Data) e Tiesj Benoot (Lotto Soudal), con quest’ultimo che rilancia dopo la discesa, portandosi da solo in testa alla corsa.

Al suo inseguimento si portano Theuns e Thwaites che sul Valkenberg sembrano in grado di riportarsi sotto, ma una nuova accelerazione di Benoot ne spezza le speranze. Il belga resta dunque da solo in testa alla corsa, con un vantaggio che sale fino a trenta secondi sul gruppo, che nel frattempo ha ripreso tutti gli altri sotto l’impulso della Quick-Step Floors. Una volta ricompattatosi sono i BMC a portarsi in testa, riducendo velocemente il distacco dall’attaccante, che sul Tenbosse deve arrendersi al ritmo degli inseguitori.

A 25 chilometri dalla conclusione il gruppo è dunque compatto, con anche Astana e Bahrain – Merida che si portano davanti. Da quel momento inizia una lunga fase di posizionamento in vista del Grammont, con tutte le squadre che cercano di portarsi nelle posizioni di testa per mettere i propri capitani nella miglior posizione. Jempy Drucker (BMC) è il primo a muoversi, quando le pendenze ancora sono abbordabili, ma non appena la strada si impenna è Sep Vanmarcke (EF-Drapac) a piazzare l’accelerazione più incisiva vista sino a quel momento. La progressione del belga è di quelle che fanno male e Van Avermaet è costretto a creare il buco, mentre Zdenek Stybar lo salta e si lancia alle spalle di Vanmarcke.

Oscar Gatto intanto porta su Alexey Lutsenko, con Wout Van Aert (Veranda’s Willems – Crelan), in precedenza vittima di una foratura ma bravo a rientrare, assieme a loro. Anche Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale) è tra gli inseguitori, mentre più dietro alla spicciolata altri provano a non perdere quello che si capisce rapidamente sarà il treno giusto. Dopo lo scollinamento, Stybar è il primo a rientrare su Vanmarcke, seguito non molto dopo da un gruppettino composto da Van Avermaet, Naesen, Gatto, Lutsenko e Van Aert, ma anche da Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Daniel Oss (Bora-hansgrohe) e Michael Valgren, che porta così a tre le maglie Astana in testa alla corsa. Poco dopo arriveranno anche Lukas Wisniowski (Sky) e Yves Lampaert (Quick-Step Floors), ma il belga perde subito le ruote non appena si sale il Bosberg, ultima difficoltà del giorno.

Naesen prova a forzare e guadagna qualche metro, ma Van Avermaet e Vanmarcke non lo mollano, con tutti gli altri subito dietro. Dopo la salita ci vuole poco dunque affinché tutti rientrino, con 12 corridori in testa alla corsa. Naesen subito prova di nuovo ad accelerare, ma lo rintuzzano rapidamente. Il campione belga cerca più volte di chiedere una collaborazione corale per andare al traguardo, ma l’intesa non riesce. Nonostante questo, procedendo a scatti costanti, con Vanmarcke tra i più attivi, assieme a Lutsenko e Valgren, il gruppo dietro non riesce a recuperare i 40 secondi di ritardo a 10 chilometri dal traguardo.

Dietro si alternano varie squadre, con Quick-Step Floors, Lotto Soudal, FDJ e Sunweb che non riescono a trovare né la collaborazione né le energie necessarie. A cinque chilometri dal traguardo il distacco è dunque ancora di trenta secondi, sufficienti per arrivare in fondo. A tre chilometri cominciano dunque accelerazioni più convinte per provare ad arrivare da soli.

Valgren si muove, ma viene rapidamente ripreso da Stybar. Stesso destino poco dopo per Vanmarcke. Appena ripreso il belga ci prova di nuovo Valgren e stavolta non c’è reazione immediata. Trentin accenna l’inseguimento dopo una fase di stallo, ma la presenza di Gatto alla sua ruota lo porta a desistere, concedendo altro spazio al danese, che a 1500 metri dalla conclusione ha scavato un bel solco.

Gli inseguitori si guardano, ognuno chiedendo all’altro di muoversi. Si entra dunque nell’ultimo chilometro con la certezza che il vincitore sarà Valgren, mentre Vanmarcke prova un disperato attacco solitario. Vana la sua azione, il belga verrà superato in vista del traguardo anche da Wisnioswki, che si gioca al meglio le sue carte dopo aver fatto spesso l’elastico quando il ritmo saliva. Valgren dunque festeggia con un bel margine mentre il gruppo, regolato da Jasper Stuyven (Team Sunweb), sfiora il podio inglobando quasi tutti gli altri attaccanti.

Ordine di arrivo Omloop Het Nieuwsblad 2018

 

2 Commenti

  1. la condotta di alcuni corridori secondo me è da rivedere in primis tutta la lotto soudal che ha mandato al suicidio prima wellens e poi benoot con degli attacchi troppo lontani dal traguardo per poi tirare come pazzi alla fine senza avere un vero è proprio uomo sprint. per quanto rigurda il gruppo dei favoriti è stato ripreso dall eccessivo tatticismo nei km finali , però mi aspettavo di più da van avermat che invece ha sempre seguito gli altri senza mai provare un azione reale in prima persona , correre senza sagan assumendo il ruolo di favorito è molto più difficile per lui. infine la sorpresa di oggi che poi vera sorpresa non è per me perchè conosco il suo valore è wout van aert , che si dimostra al pari dei migliori nei tratti in pavè , mi aspetto da lui grandi cose con giornate di freddo e pioggia e a questo punto lo terrei in seria considerazione per la strade bianche poichè il percorso è adatto ancor di più ai ciclocrossisti come lui e stybar, so che non conta ma per me con loro ci sarebbe stato tranquillamente anche van der poel purtroppo dobbiamo ancora aspettare a vederlo in strada . non so che ne pensate voi ?

    1. C’è da dire che Wellens – talento purissimo ma tatticamente scarsissimo – si suicida quasi sempre in quel modo, con attacchi solitari dalla distanza senza senso.

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