Giro d’Italia 2023, 50 km di assolo per Ben Healy! 3° Filippo Zana, Primoz Roglic stacca Remco Evenepoel

Numero di Ben Healy nella ottava tappa del Giro d’Italia 2023. Riuscita a centrare la fuga di giornata, l’irlandese dimostra di essere il più forte già a 50 chilometri quando parte da solo e fa il vuoto, vincendo con quasi due minuti di vantaggio sugli ex compagni di avventura, regolati da Derek Gee (Israel – Premier Tech) su Filippo Zana (Team Jayco – AlUla) e Warren Barguil (Arkéa-Samsic).

Tra i big, che arrivano con forte ritardo dopo aver lasciato andare la fuga, finalmente si vedono attacchi con Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che allunga sulla seconda scalata de I Cappuccini, staccando tutti. Ripreso da Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), con loro riesce poi ad anticipare di 14 secondi Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) e un altro selezionato gruppetto, di cui non fa parte Andreas Leknessund (Team DSM), che comunque conserva la Maglia Rosa per una manciata di secondi.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

La partenza in leggera salita e la tappa che si presta alle fughe invoglia molti corridori ad andare all’attacco, e sin dal via sono numerosi i tentativi per portar via un drappello. Tra le squadre più attive si segnalano Green Project-Bardiani CSF-Faizanè, Team Jayco AlUla e Astana Qazaqstan, ma nei vari gruppetti che si compongono in questa prima fase sono presenti corridori di praticamente tutte le formazioni. In un paio di questi tentativi, anche piuttosto numerosi, si inserisce anche la Maglia Rosa Andreas Leknessund (Team DSM), con il plotone che di conseguenza è costretto ad andare a chiudere, aumentando la velocità e mandando subito in difficoltà diversi corridori. Proseguendo con scatti e controscatti, si arriva così allo scollinamento del Valico della Somma con un gruppo molto allungato e spezzato in diversi tronconi, nel secondo dei quali rimane anche Primoz Roglic (Jumbo-Visma), ma la situazione si ricompatta rapidamente nella successiva discesa, nella quale prendono vantaggio quattro corridori.

Si tratta di Ben Healy (EF Education-EasyPost), Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee (Israel-Premier Tech) e Carlos Verona (Movistar), che riescono a prendere una quindicina di secondi sul plotone, nel quale comunque non si fermano gli scatti. Nonostante i numerosi tentativi, nessuno riesce però a fare la differenza, ma l’alta velocità non consente neppure ai battistrada di guadagnare terreno, con i quattro che rimangono con diversi chilometri tra i 10″ e i 20″ di margine. Avvicinandosi al traguardo volante di Foligno, Toms Skujins (Trek-Segafredo) riesce a fuoriuscire e a riportarsi rapidamente sulla testa della corsa, che per una manciata di secondi riesce a transitare allo sprint intermedio, vinto da Verona. Il gruppo ci arriva quindi poco dopo, regolato da Jonathan Milan (Bahrain Victorious), ma dopo il passaggio gli scatti non si fermano, con UAE Team Emirates e Astana Qazaqstan molto attive per cercare di riportarsi sulla fuga.

Dopo una serie di scatti sono Alessandro Tonelli (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Filippo Zana (Team Jayco – AlUla), Mattia Bais (Eolo-Kometa), François Bidard (Cofidis), Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team) e Alessandro Iacchi (Team Corratec – Selle Italia) a riuscire ad allungare, con Warren Barguil (Arkéa-Samsic) che si muove subito dopo, costretto così ad un primo inseguimento solitario. Il gruppo a quel punto decide di rialzarsi, concedendo un minuto dopo 80 chilometri di corsa. Arriva così anche l’azione di Oscar Riesebeek (Alpecin-Deceuninck), che viene a sua volta lasciato andare. Con il gruppo che ha rallentato, venendo ormai segnalato a oltre quattro minuti, davanti si rialzano, permettendo ai sette inseguitori, visto che Barguil ha ripreso il gruppetto davanti a lui, di rientrare abbastanza velocemente. Più complesso l’inseguimento di Riesebeek, che comunque si concretizza dopo poco meno di cento chilometri di corsa, quando intanto il gruppo ha cambiato ritmo, visto che il Team DSM deve difendere la Maglia Rosa dal possibile assalto di Barguil.

Il distacco resta così inizialmente intorno ai quattro minuti, risalendo tuttavia nella lunghissima discesa lungo la salita de I Cappuccini. Il gap arriva così a 5’45”, ma quando in gruppo si comincia a lottare per la posizione in vista della salita il vantaggio dei fuggitivi inizia inevitabilmente a scendere. I battistrada cominciano così la scalata con un vantaggio di 4’52”. Qui è Barguil a imprimere il primo forcing, assumendo il suo status, ma l’uomo più forte è nettamente Ben Healy, che allunga da solo entrando nei 50 chilometri conclusivi. Filippo Zana prova invano a seguirlo, mentre Skujins si gestisce meglio e scollina con pochi secondi di ritardo, riuscendo a rientrare nelle prime fasi di discesa. Purtroppo il lettone è vittima di una caduta e deve lasciar andare l’irlandese, finendo così per essere ripreso dagli altri ex attaccanti, con l’unica eccezione di Iacchi.

Dietro invece nella salita la Ineos Grenadiers alza il ritmo, ma non ci sono conseguenze in ottica classifica generale. La formazione britannica controlla anche nel corso della discesa, ma al primo passaggio al traguardo il distacco è di nuovo superiore ai cinque minuti, segno di un ritmo non particolarmente elevato. Quando la strada torna a salire per il Monte delle Cesane, davanti Healy aumenta ulteriormente il suo bel vantaggio, raddoppiando i 45 secondi con i quali era transitato all’arrivo. Dietro di lui emergono Barguil, Zana, Bais, Gee e Verona, ma non riescono a rimontare sullo scatenato irlandese, che scollina con 1’40” di vantaggio, ormai involadosi verso un successo che appare ineluttabile.

Dopo essersi concesso il lusso di rifiatare, infatti Healy allunga nuovamente sulla seconda salita dei Cappuccini, riuscendo ad accumulare a quel punto un vantaggio che arriva a sfiorare i 2’30”. Per lui è dunque una passerella verso il traguardo, con una discesa senza rischi che gli permette di imporsi con 1’49” di vantaggio su Gee, che in uno sprint a tre supera Zana e Barguil, dopo che in salita Bais e Verona erano stati costretti ad arrendersi.

Dopo una lunga fase di studio, in gruppo finalmente succede qualcosa sull’ultima salita di giornata, con la Bora – hansgrohe che alza l’andatura prima di mandare all’attacco Lennard Kamna. Al giovane corridore tedesco risponde subito la Maglia Rosa Andreas Leknessund (Team DSM), ma è l’azione di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) a mandare in frantumi il gruppo. Lo sloveno rilancia ulteriormente, seguito dal solo Leknessund, mentre Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) prova a chiudere il gap da solo, dopo che gli Ineos Grenadiers hanno lasciato il buco.

Il campione del mondo rientra su Kamna e Leknessund, incapaci di seguire il forcing di Roglic, ma quando sembra sul punto di chiudere anche sullo sloveno si pianta, concedendo ai corridori alle sua spalle di rientrare. Compresa l’antifona Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) scatta per testare la situazione, seguito poco dopo dal compagno Geraint Thomas visto che non ci sono altre reazioni. A gestire l’inseguimento a quel punto è Joao Almeida (UAE Team Emirates), che assieme a Eddie Dunbar (Team Jayco – AlUla) aveva riportato il resto dei big sul campione del mondo. Con il portoghese restano Damiano Caruso (Bahrain-Victorious) ed Evenepoel, ma i tre non riescono a chiudere il gap in una discesa in cui il belga sembra affaticato e poco lucido.

Nell’avvicinamento al traguardo, su di loro rientrano così anche altri corridori, mentre davanti i due Ineos non danno cambi a Roglic se non nell’ultimo chilometro. I tre tagliano così la linea d’arrivo con 14 secondi di vantaggio su un gruppetto in cui trovano posto anche Jack Haig (Bahrain-Victorious), Jay Vine (UAE Team Emirates) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), oltre al generoso Dunbar.

Risultato Tappa 8 Giro d’Italia 2023

Classifiche Giro d’Italia 2023

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