Saluti a… Vincenzo Nibali

Con Vincenzo Nibali saluta l’uomo immagine del ciclismo italiano per un decennio e più. Lo Squalo dello Stretto chiude la carriera come grande star internazionale, capace di mettersi in bacheca due Monumento e tutti i Grandi Giri, per un bottino totale di 52 vittorie da professionista. Oltre ai grandi successi (due Lombardia, una Sanremo, due volte il Giro d’Italia, il Tour e la Vuelta), il classe ’84 ha dovuto pagare anche dazio alla sfortuna nel corso della carriera, soprattutto guardando indietro all’Olimpiade di Rio, quando una caduta in discesa, solitamente la specialità della casa, lo privò di una medaglia ormai certa, e al Tour del 2018, quando cadde per colpa di uno spettatore sull’Alpe d’Huez mentre era ancora nelle prime posizioni della generale, condizionando probabilmente anche le stagioni successive. Il messinese è stato un corridore abile in salita e persino migliore in discesa, che si è contraddistinto per classe e fantasia in un periodo storico in cui con l’ascesa del team Sky il ciclismo sembrava poter diventare sempre più schematico. Il ciclismo italiano e non solo deve solo ringraziarlo per lo spettacolo offerto e le emozioni regalate, tanto che per molti è considerato colui che ha ispirato la nuova generazione che corre in maniera molto più aperta.

Colui che verrà poi soprannominato lo Squalo dello Stretto muove i primi passi da ciclista nella sua Sicilia, ma è con il trasferimento in Toscana per correre con la Mastromarco che capisce davvero che questa può essere la sua vita. Dopo gli ottimi risultati a livello giovanile, il passaggio al professionismo arriva con la maglia della Fassa Bortolo nel 2005, seguita dalle prime vittorie l’anno successivo, quando il classe ’84 è già passato in maglia Liquigas, con una vittoria di tappa alla Settimana Coppi e Bartali e, soprattutto, la vittoria di una corsa di prestigio come il GP Plouay.  La formazione italiana è perfetta per la crescita del siciliano, che accumula successi in corse minori e una importante esperienza nei grandi giri, nei quali progredisce gradualmente fino ad arrivare al 2010, l’anno in cui comincia a consacrarsi. Dopo aver cominciato a farsi conoscere anche al grande pubblico con un settimo posto (poi diventato sesto) al Tour de France l’anno precedente), è al Giro d’Italia che arriva l’esplosione facendo vedere le sue abilità in discesa, prendendosi una tappa e chiudendo sul podio insieme al capitano Ivan Basso, che vince la corsa grazie anche al suo prezioso aiuto.  A fine anno, però, arriva anche la prima vittoria in un GT con il trionfo in una Vuelta a España non necessariamente ideale per lui: appare a quel punto chiaro che l’Italia ha trovato il suo campione del futuro.

L’anno successivo si ripresenta al Giro, dove vince un’altra tappa e chiude ancora al terzo posto, che poi diventerà secondo dopo la squalifica di Contador, alle spalle solo di Michele Scarponi, che diventerà suo grande amico. I due si incontrano alla Astana, dove Nibali arriva nel 2013 (Scarponi lo raggiungerà un anno dopo) e subito riesce a fare la differenza, conquistando un Giro d’Italia dominato in cui si mette in bacheca anche tre successi di tappa. A fine anno prova il bis alla Vuelta, ma deve accontentarsi del secondo alle spalle del sorprendente quarantaduenne Chris Horner. L’anno si chiude con un quarto posto al Mondiale di Firenze, dove pure non mancano i rimpianti. L’avventura alla formazione kazaka è un successo e l’anno di grazia è il 2014, dove arriva la vittoria dei campionati italiani e, soprattutto, quella del Tour de France dove si prende la maglia gialla a Sheffield e non la molla più, facendo la differenza nella tappa del pavé (con Froome e Contador che praticamente alzano bandiera bianca quel giorno) e accumulando poi ulteriore vantaggio in salita sui rivali rimasti, dominati senza problemi. Il 2015 è l’anno del primo Lombardia, seguito dalla grande rimonta del Giro 2016, aiutato anche dal famoso gesto di Michele Scarponi che, davanti da solo in fuga, si ferma per aiutarlo a guadagnare sui rivali nella discesa del Colle dell’Agnello.  Anche stavolta arriva purtroppo la delusione ai Giochi di Rio, con una caduta in discesa proprio mentre sempre involato quantomeno verso una medaglia, che fa da preludio al congedo dalla Astana.  La squadra successiva è la Bahrain Merida, un team che nasce con lui e per lui, con l’intento di ottenere ancora grandi vittorie.

I risultati nella compagine asiatica sono alterni. Nella primavera del 2017 Michele Scarponi muore in un incidente d’auto e un mese esatto dopo la scomparsa dell’ex compagno di squadra, Vincenzo Nibali si impone in una volata a due a Bormio su Mikel Landa e gli dedica la vittoria, non nascondendo tutta la sua commozione, ma al Giro d’Italia non riesce a trionfare. A fine 2017 arriva poi la seconda vittoria del Lombardia, seguita a inizio 2018 da quella della Milano-Sanremo, che sembrava una delle classiche meno adatte a lui e che forse lo proietta in una dimensione ancora più speciale di quella che aveva già raggiunto vincendo tutti e tre i grandi giri. L’anno poi si chiuderà soprattutto con il rimpianto del ritiro dal Tour. La rivincita sul destino, che coincide con l’ultima vittoria in maglia Bahrain, è uno splendido successo di tappa nell’ultima tappa di montagna al Tour de France 2019, che segue il secondo posto del Giro dello stesso anno, in cui diventa il corridore più anziano a salire sul podio della corsa rosa.

Nel 2020 passa alla Trek-Segafredo, ma la pandemia non lo aiuta (come non aiuta tutti quelli della sua generazione) e sembra accelerare un ricambio generazionale. Per la prima volta dalla stagione del debutto chiude un anno senza mai alzare le braccia al cielo, riuscendo a riscattarsi parzialmente nel 2021, chiudendo idealmente il cerchio aperto da bambino vincendo una tappa e la classifica generale del Giro di Sicilia, ancora una volta con un numero dei suoi. L’ultima stagione è ancora una volta in maglia Astana, con l’annuncio del ritiro a fine anno che arriva presto, durante un Giro d’Italia che poi riesce a chiudere in quarta posizione, uno splendido canto del cigno che dimostra ancora una volta che la classe non è acqua, prendendosi poi l’abbraccio del pubblico fin dopo l’ultima tappa di Verona. Alla Vuelta riceve l’omaggio del gruppo insieme ad Alejandro Valverde, anche lui al passo di addio, e al Lombardia, ancora una volta insieme allo spagnolo, appende definitivamente la bici al chiodo, lasciando un vuoto importante nel ciclismo italiano, che i giovani emergenti dovranno essere bravi a riempire nei prossimi anni.

Le Gioie

52 vittorie sono tante, ma chiaramente le gioie maggiori sono quelle legate ai trionfi nei Grandi Giri e nelle Monumento. Il siciliano mostra il suo istinto da vincente già nel secondo anno da professionista, quando ottiene i primi successi con la maglia della Liquigas. Il primo podio in una corsa da tre settimane arriva nel 2010, quando chiude in terza posizione il Giro d’Italia vinto dal compagno di squadra Ivan Basso. In quella edizione della corsa Rosa ottiene anche la sua prima vittoria di tappa ed indossa per la prima volta il simbolo del primato (portando la Maglia per tre giornate). Sempre nello stesso anno arriva poi anche la prima vittoria in classifica generale con la conquista della Vuelta a España davanti a Ezequiel Mosquera e Peter Velits.

Dopo un 2011 al di sotto delle aspettative nonostante il terzo posto (poi diventato secondo per la squalifica di Alberto Contador) al Giro, lo Squalo, nel 2012, dopo la vittoria alla Tirreno – Adriatico, conquista tanti piazzamenti di primo piano. In quell’anno, infatti, ottiene i primi podi nelle Classiche Monumento, chiudendo terzo la Milano – Sanremo e secondo la Liegi – Bastogne – Liegi, prima di chiudere terzo il Tour de France.

L’anno dopo il siciliano torna sulle strade del Giro d’Italia ottenendo la sua prima affermazione nella corsa di casa, con la conquista della ventesima tappa sotto la neve alle Tre Cime di Lavaredo che rimane tra le perle della sua straordinaria carriera. A quel punto, per entrare nell’olimpo del ciclismo manca solo la conquista del Tour de France, che non tarda molto ad arrivare: l’anno successivo Nibali arriva in Francia fasciato della maglia tricolore conquistata una settimana prima e vincerà la Grande Boucle portando a casa anche quattro tappe e indossando per 19 giorni la Maglia Gialla.

L’anno successivo è, invece, quello della prima affermazione in una classica Monumento: dopo una stagione travagliata, infatti, il campione italiano corre al massimo le classiche di fine stagione in Italia e, con una splendida azione in discesa dopo il Civiglio, si va a prendere Il Lombardia. Nelle stagioni successive il classe 1984 si conferma tra i grandi esponenti del ciclismo mondiale, vincendo, tra le altre cose, il Giro d’Italia 2016, Il Lombardia 2017 e la Milano – Sanremo 2018 (una delle vittorie più belle, spettacolari e inaspettate di quelle regalate ai tifosi) oltre a raccogliere altri importanti podi nei GT.

L’ultima vittoria di livello WorldTour è la ventesima tappa del Tour de France 2019, mentre due mesi prima era arrivato l’ultimo degli undici podio ottenuti in una corsa a tappe di tre settimane. Gli ultimi successi in assoluto risalgono, invece, al settembre 2021 quando conquistò una tappa e la classifica generale al Giro di Sicilia, la terra da cui era partito da giovane per realizzare il sogno di diventare un professionista.

I Dolori

Nonostante una carriera costellata di successi, è evidente che il messinese avrebbe potuto raccogliere ancora di più se alcune cadute non lo avessero fermato nel momento migliore. I rimpianti più grandi sono legati al mancato successo con la Maglia Azzurra della Nazionale alla quale lo Squalo è sempre stato molto legato. Sono state soprattutto due le gare che hanno maggiormente lasciato il segno: il Mondiale di Firenze 2013 e le Olimpiadi di Rio 2016. In entrambe le occasione l’azzurro aveva dimostrato una grandissima gamba, ma due scivolate sono state fatali. Nella rassegna iridata l’idolo di casa fu costretto ad un lungo inseguimento prima di riuscire ad essere ancora protagonista e chiudere quarto la corsa, mentre nella sfida a cinque cerchi non riuscì a concludere la corsa mentre era in piena lotta per una medaglia, dopo aver fatto la selezione decisiva.

Nibali aveva messo nel mirino anche il duro mondiale di Innsbruck 2018, ma la caduta subita al Tour de France lo costrinse ad arrivare alla sfida iridata in ritardo di condizione. Un incidente che lo ha probabilmente minato nel fisico più di quanto sia realmente emerso. A livello di risultati nei grandi giri, invece, il rammarico più grande è legato al Giro d’Italia del 2019, in cui si lasciò sfuggire Richard Carapaz, che poi vinse la corsa, mentre era impegnato in una lotta di nervi con Primoz Roglic. Aver lasciato andare il corridore ecuadoriano è stato, col senno di poi, un errore che gli è costato la conquista del suo terzo Trofeo Senza Fine, che lo avrebbe chiaramente portato ancor di più in un’altra dimensione.

Palmarès

  • 2006 (Liquigas)
2ª tappa Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (Cervia > Faenza)
Grand Prix de Ouest-France
  • 2007 (Liquigas)
Gran Premio Industria e Artigianato
Giro di Toscana
3ª tappa Giro di Slovenia
4ª tappa Giro di Slovenia
  • 2008 (Liquigas)
3ª tappa Giro del Trentino
Classifica generale Giro del Trentino
  • 2009 (Liquigas)
Giro dell’Appennino
Gran Premio Città di Camaiore
  • 2010 (Liquigas-Doimo)
4ª tappa Tour de San Luis
Classifica generale Tour de San Luis
14ª tappa Giro d’Italia
3ª tappa Giro di Slovenia
Classifica generale Giro di Slovenia
Trofeo Melinda
20ª tappa Vuelta a España
Classifica generale Vuelta a España
  • 2011 (Liquigas-Cannondale)
16ª tappa Giro d’Italia
  • 2012 (Liquigas-Cannondale)
5ª tappa Tour of Oman
4ª tappa Tirreno-Adriatico
Classifica generale Tirreno-Adriatico
4ª tappa Il Padania
Classifica generale Il Padania
  • 2013 (Astana Pro Team)
Classifica generale Tirreno-Adriatico
4ª tappa Giro del Trentino (Arco > Sega di Ala)
Classifica generale Giro del Trentino
14ª tappa Giro d’Italia (Cervere > Bardonecchia)
18ª tappa Giro d’Italia (Mori > Polsa, cronometro)
20ª tappa Giro d’Italia (Silandro > Tre Cime di Lavaredo)
Classifica generale Giro d’Italia
  • 2014 (Astana Pro Team)
Trofeo Melinda, valido per i Campionati italiani, Prova in linea
2ª tappa Tour de France
10ª tappa Tour de France
13ª tappa Tour de France
18ª tappa Tour de France
Classifica generale Tour de France
  • 2015 (Astana Pro Team)
Trofeo Melinda, valido per i Campionati italiani, Prova in linea
19ª tappa Tour de France
Coppa Bernocchi
Tre Valli Varesine
Giro di Lombardia
  • 2016 (Astana Pro Team)
4ª tappa Tour of Oman
Classifica generale Tour of Oman
19ª tappa Giro d’Italia
Classifica generale Giro d’Italia
  • 2017 (Bahrain-Merida)
Classifica generale Giro di Croazia
16ª tappa Giro d’Italia
3ª tappa Vuelta a España
Giro di Lombardia
  • 2018 (Bahrain-Merida)
Milano-Sanremo
  • 2019 (Bahrain-Merida)
20ª tappa Tour de France
  • 2021 (Trek-Segafredo)
4ª tappa Giro di Sicilia
Classifica generale Giro di Sicilia

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