Innsbruck 2018, Wellens arringa il Belgio: “Neppure a Rio de Janeiro eravamo favoriti…”

Tim Wellens non sottovaluta le possibilità della nazionale belga nella prova in linea élite dei Mondiali di Innsbruck 2018. Da sempre formazione di riferimento nelle rassegne iridate, la selezione di Kevin De Weert non annovera uomini in grado di garantire un risultato pieno su un tracciato altamente selettivo, ma può calare un tris composto da Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), Tiesj Benoot e Tim Wellens (Lotto Soudal) in grado di ricoprire il ruolo di outsider qualora i ritmi non dovessero essere elevati nella prima metà di gara, con l’ultimo che ha costruito la sua carriera con quelle azioni dalla distanza che, in previsione di una prova che difficilmente si potrà tenere chiusa, potrebbero risultare decisive.

Proprio Wellens si è soffermato sulle chance dei suoi in sede di presentazione di un percorso che inquadra così: “Di sicuro è il Campionato del Mondo più duro che abbia mai disputato. Sono già stato in ricognizione sul percorso alcuni mesi fa e ho capito subito che sarà una giornata difficile. Non ho paura di quello che mi aspetta e non vedo l’ora di correre. Le salite presenti nei primi 80 chilometri non decideranno la gara, mentre quella finale è davvero ripida ed è seguita da una discesa molto tecnica. Ritengo che sarà difficile recuperare gli eventuali gap accumulati giù dal Gramartboden: chi guadagna qualcosa può avere spazio sufficiente per difendersi fino all’arrivo”.

In casa belga la maglia iridata manca dal 2012, quando fu Philippe Gilbert (Quick-Step Floors) a sbaragliare la concorrenza sul tracciato di Valkenburg: “Non siamo considerati i favortiti, ma non lo eravamo neppure ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, eppure riuscimmo a vincere l’oro con Van Avermaet. Avere poche chance non significa automaticamente che non si possa vincere. Non abbiamo ancora parlato di tattiche, ma abbiamo diverse carte da giocare. Personalmente sto molto bene e nelle ultime due gare cui ho preso parte, il GP di Québec e il GP di Montréal, mi sentivo molto forte. Dopo la parentesi in Canada ho continuato ad allenarmi a Monaco, soprattutto in salita e dietro moto”.

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