Innsbruck 2018, Costa Rica non paga la trasferta: Amador pronto a non correre per solidarietà ai compagni

Andrey Amador pronto a saltare il Mondiale di Innsbruck 2018 per protesta. Il costaricense spiega di voler prendere questa decisione in seguito alla decisione della federazione di non sostenere le spese per gli altri due corridori che potenzialmente potrebbe schierare. Anche se la Costa Rica ha a disposizione tre posti nella prova in linea, il corridore della Movistar sarebbe potuto essere l’unico rappresentante del suo paese perché la federazione ha informato i corridori che dovranno sostenersi da soli le spese di viaggio, vitto e alloggio. Una situazione che un corridore come Amador non ha problemi a sostenere, avendo anche lo scorso anno sostenuto economicamente in prima persona la delegazione, ma a cui chiaramente i suoi due compagni non hanno modo di provvedere, dovendo così rinunciare.

Per protesta contro questa decisione, anche l’esperto 32enne di San José, che su un tracciato come quello austriaco potrebbe farsi notare, si dice dunque pronto a fare un passo indietro, per solidarietà con i suoi compagni e denunciare la mancanza di sostegno da parte di federazione, ministero dello Sport e Comitato Olimpico. “Queste non sono le condizioni per rappresentare il nostro paese in un mondiale – scrive in una lettera aperta – Quindi, anche se con grande rammarico, se non dovessero cambiare le cose non correrò. Sostanzialmente perché non considero giusto che dobbiamo pagarci le spese. Non è la prima volta che dobbiamo affrontare situazioni come queste, ma penso ci sia un limite“.

Con la speranza che questa presa di posizione possa cambiare la situazione, per sé e per i suo compagni, Amador sottolinea l’importanza dello sport anche come esempio per i giovani, che in questo modo vedono i propri sogni distrutti e calpestati. “La cosa più triste è che ci sono persone che perderanno l’opportunità unica di correre un evento come questo, ma è questo che ci meritiamo? – aggiunge – Lo sport dovrebbe essere molto importante per la nostra società e non siamo di buon esempio per il futuro. Cosa potranno sognare i giovani vista questa mancanza di sostegno? Che esempio stiamo dando?”

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