Glasgow 2018, Trentin incredulo: “Squadra perfetta. La caduta all’ultimo giro ci ha un po’ favoriti”

È un Matteo Trentin raggiante quello che commenta il trionfo di Glasgow 2018. Dopo una prima parte di stagione contrassegnata e condizionata dalle cadute, l’alfiere della Mitchelton-Scott si è riscattato laureandosi campione europeo sul tracciato scozzese al culmine di una gara che lo ha visto entrare nell’azione dei 10 uomini che si sono giocati il successo e beneficiare del perfetto lavoro operato dall’altro azzurro Davide Cimolai (Groupama-FDJ), che si è sacrificato per la causa mettendosi al completo servizio del compagno negli ultimi cinque chilometri, dopo aver provato una sortita per chiamare allo scoperto gli avversari. In uno sprint lanciato in testa, il trentino ha resistito al tentativo di rientro dell’olandese Mathieu Van der Poel e del belga Wout Van Aert, mettendosi così al collo una medaglia che aveva soltanto sfiorato un anno fa ai Mondiali di Bergen, nei quali si fermò ai piedi del podio impostando male la volata vinta da Peter Sagan.

“È incredibile. Abbiamo voluto correre sempre nelle posizioni di testa perché non volevamo rischiare. Così è stato, un grande lavoro da parte di tutta la squadra. La corsa è stata resa ancor più dura dal meteo, ma noi siamo riusciti ad interpretarla al meglio. C’è stato un attimo di tentennamento a pochi chilometri dall’arrivo con la caduta che però non mi ha coinvolto. Mi sono girato ed ho visto che anche Davide era riuscito a stare “in piedi”. Con lui, già prima della caduta, avevamo deciso che sarebbe andato all’attacco, come ha fatto, per far uscire il migliore e valutare poi come agire. La caduta, che non ci ha coinvolto, probabilmente ci ha un po’ favorito”.

Il vincitore della scorsa Paris-Tours ha dedicato il successo “alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei figli e tutte le persone che mi sono state vicino in questi mesi difficili di recupero”. Il suo 2018 proseguirà domenica prossima nella Classica di Amburgo, dove avrà subito modo di sfoggiare la maglia stellata che porterà successivamente sulle strade della Vuelta a España, la corsa iberica che lo ha visto alzare le braccia al cielo quattro volte nella scorsa edizione.

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