Giro d’Italia 2018, Froome rilancia: “Vittoria importante per il morale. Non è ancora finita, io e la squadra ci crediamo”

È un Chris Froome letteralmente trasformato quello che si è imposto sul Monte Zoncolan nella quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2018. Il portacolori del Team Sky, che alla vigilia dell’arrivo sul Kaiser friulano aveva evidenziato la crescita dello stato di forma e la volontà di guadagnare posizioni in classifica, ha messo alla frusta i compagni di squadra sin dalle prime battute della tappa e, dopo aver cercato di approfittare di una defaillance di Miguel Angel Lopez Moreno (Astana), ha sferrato gli attacchi decisivi a quattro chilometri dal traguardo.

Dopo una prima accelerazione alla quale hanno risposto soltanto lo stesso Lopez, la maglia rosa Simon Yates (Mitchelton-Scott) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), il quattro volte vincitore del Tour de France si è prodotto in una seconda “frullata” dopo appena duecento metri facendo il vuoto alle sue spalle. Da quel momento è iniziata una mini cronometro che lo ha visto resistere al tentativo di ritorno del leader della classifica generale, preservando fino al traguardo un margine esiguo di sei secondi che gli ha permesso di ottenere la prima vittoria in carriera nella Corsa Rosa.

Era una tappa molto importante per il morale e in vista dei prossimi giorni perché rappresentava uno snodo molto delicato – sottolinea ai microfoni di Raisport – Affrontavamo una salita molto affascinante e con una grande storia alle spalle, per me era un grande obiettivo provare a vincere qui”. Un successo che il Keniano Bianco ha costruito anche grazie alla perfetta conoscenza delle dure rampe dell’ascesa finale, già affrontate in gara nel 2010 e studiate in maniera certosina in ricognizione: “Ritengo che fosse molto importante visionare nuovamente la salita prima di tornare qui. È molto dura e impegnativa, ma se conosci i momenti in cui spiana sei agevolato, perché sai quando arriva il momento di spingere a fondo”.

In evidente difficoltà sui tracciati mossi che hanno caratterizzato le prime due settimane di gara e costretto a staccarsi sia a Campo Imperatore che sull’arrivo ondulato di Osimo, il 33enne di Nairobi ribadisce di essere stato condizionato sinora dalla caduta di cui è stato vittima durante la ricognizione della cronometro inaugurale di Gerusalemme. Una scivolata cui ha fatto seguito un’altra lungo la scalata di Montevergine.

“È sempre difficile recuperare – ripete – Non mi sono sentito bene nei giorni successivi, per questo sono particolarmente contento della vittoria odierna. Voglio ringraziare i miei compagni di squadra che hanno fatto un gran lavoro in queste due settimane. Tutti loro hanno fiducia in me e dedico loro questa affermazione. Anche il supporto dei tifosi mi è servito molto“.

La prima firma sul Giro ridisegna profondamente la classifica generale del capitano della Sky e concorre inevitabilmente a rilanciarne anche le ambizioni. Rispetto alla partenza di stamane sono infatti sette le posizioni recuperate e dieci (abbuoni compresi) i secondi rosicchiati a Yates. Alla vigilia della frazione con arrivo a Sappada, Froome sale al quinto posto con un ritardo di 3’10” dalla Maglia Rosa, un gap che non gli impedisce di sognare un assalto che avrebbe del clamoroso.

Ragiono giorno per giorno, ma posso dire che non è ancora finita – conclude – Sicuramente è difficile perché nelle prime due settimane ho perso oltre tre minuti e non mi sono sentito al 100%. Sono qui per ottenere il miglior risultato possibile e per fare la corsa. Darò il massimo, io e la squadra ci crediamo. Il fatto che i miei compagni abbiano così tanta fiducia in me mi dà tanto morale per il futuro”.

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