Giro d’Italia 2018, Formolo subito presente: “Etna occasione da provare a sfruttare”

Davide Formolo ha confermato il suo buon momento di forma sul traguardo di Caltagirone. Il portacolori della Bora – Hansgrohe si è piazzato al quinto posto nella quarta frazione del Giro d’Italia 2018, chiudendo il drappello regolato dal belga Tim Wellens (Lotto Fix All) e risultando il secondo miglior italiano dietro a Enrico Battaglin (Lotto NL – Jumbo), classificatosi terzo. Quello ottenuto sul traguardo della prima frazione siciliana è il miglior risultato stagionale per il 25enne di Negrar, già capace di alzare le braccia al cielo alla Corsa Rosa nel 2015 in occasione della frazione con arrivo a La Spezia, quando difendeva i colori del Team Cannondale – Garmin.

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il corridore veneto è tornato sul risultato ottenuto ieri e ha proiettato lo sguardo sulle prossime frazioni in terra siciliana: “Alla fine direi che sono andato bene. Nel finale ero un po’ così, diciamo un pochino preoccupato, perché non sapevo cosa c’era. Non sapevo cosa aspettarmi. Ai 300 metri dal traguardo ho avuto anche paura di piantarmi perché avevo mal di gambe. Poi mi è scappato l’occhio sul computerino e ho visto che stavo spingendo 750 watt. Normale a quella potenza avere mal di gambe. Il risultato mi dà morale anche per le prossime tappe. Sono difficili perché oltre a essere dure sono pure nervose. Strade non semplici. Etna? La salita sono andato a vederla lunedì, dopo essere rientrato da Israele. Se sto così, potrebbe essere un’occasione da provare a sfruttare“.

Grazie al risultato ottenuto ieri Formolo ha guadagnato cinque secondi sulla maglia rosa Rohan Dennis (BMC – Racing Team) salendo fino al dodicesimo posto a trentasette dal leader della classifica generale: “Posso dire che la condizione c’è […]. Quindi bisogna sperare che tutto vada per il verso giusto. Per fare risultato bisogna andare forte, ma ci vuole anche un po’ di fortuna. […] Froome? Il Giro è lungo e ho visto che sul Teide si allenava come un drago. Comunque, sempre meglio staccare che essere staccati”.

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