Giro d’Italia 2018, Aru: “Le ultime dieci tappe saranno durissime, ma non bisognerà sottovalutare le prime dieci”

I tifosi italiani si aspettano un grande Giro d’Italia 2018 da parte di Fabio Aru. Lo scalatore della UAE Team Emirates è uno dei favoriti per la vittoria finale della Corsa Rosa, alla quale torna dopo due anni di assenza in cui ha partecipato al Tour de France (con la cocente delusione dello scorso anno di non poter essere al via nella sua Sardegna). Dopo aver concluso già la corsa al secondo e terzo posto in passato, inevitabile che il sogno sia ora salire sul podio finale di Roma con la maglia rosa sulle spalle. A due giorni dalla Grande Partenza da Gerusalemme il sardo si è mostrato fiducioso per le sue chances in questo Giro, ben consapevole come ogni tappa potrebbe riservare diverse sorprese.

Come ti senti?
Siamo arrivati ieri, questo è la prima volta per me qui in Israele. Oggi ho fatto un Giro in bici di tre ore. In questa zona non c’è tanta pianura, ma molto dislivello. Vediamo come saranno le tappe dei prossimi giorni. Io sono pronto per partire e sono qui per fare il mio mestiere, correre in bici.

Senti pressione per non avere ancora vinto il Giro?
No, assolutamente, anche perché non tutti i professionisti hanno vinto il Giro. La pressione non c’è assolutamente, ma logicamente per me c’è volontà di far bene.

Cosa pensi dei tuoi avversari dopo il Tour of the Alps?
Ho visto moto bene Pinot, Pozzovivo e Lopez. C’erano 4-5 corridori che avevano una condizione migliore della mia, ma ora siamo al Giro. Sono passate due settimane da quella corsa e siamo tutti pronti per iniziare.

Quali pensi saranno i momenti decisivi di questo Giro?
Sarà un percorso impegnativo da subito. Le ultime dieci tappe saranno durissime, ma non bisognerà sottovalutare le prime dieci. Da queste tre tappe qui in Israele, poi con lo sbarco in Sicilia… Saranno 21 giorni decisivi.

Come vedi la tua squadra per questo Giro?
C’è un mix di corridori esperti che hanno già corso diversi Grandi Giri, ma anche diversi corridori giovani. Possiamo difenderci molto bene e la cosa importante che ho notato è l’armonia e la tranquillità che c’è fra noi. Questo, per iniziare una corsa di tre settimane, è molto importante. Il resto lo dirà poi la strada.

Cosa cambia in un Grande Giro correre con otto e non nove elementi?
Sicuramente avere un corridore in meno si farà sentire. Personalmente mi è capitato in questi anni di correre e finire delle corse a tappe in nove, oppure restare in sette dopo solo due tappe. Con nove corridori uno si può gestire meglio anche per le borracce o i rifornimenti. Vediamo come sarà in corsa.

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