#SpazioTalk, Domenico Pozzovivo: “Stagione sfortunata, ho fiducia nella Qhubeka e voglio restare”

Domenico Pozzovivo si mette alle spalle un 2021 poco fortunato, ma non privo di soddisfazioni. Il lucano ha saltato gli appuntamenti più importanti della sua stagione, arrivando con una condizione precaria (peggiorata da una caduta nei primi giorni) al Giro d’Italia 2021 e ha dovuto saltare la Vuelta a España 2021 per un infortunio alla Vuelta a Burgos 2021. Un vero peccato, visto che con il sesto posto al Giro di Svizzera e un secondo posto di tappa nella breve competizione spagnola aveva dimostrato di poter lottare per qualche risultato importante. In attesa di capire la situazione della Qhubeka-NextHash nella prossima stagione, lo scalatore ha concesso un’intervista per il nostro podcast SpazioTalk.

Come valuti questa stagione, che non è stata molto fortunata per te?
La definirei una stagione sfortunata. Ci sono stati incidenti in situazioni importanti, che hanno compromesso la stagione. Già a marzo mi ero dovuto operato per un nervo, quindi avevo faticato a trovare la giusta condizione e stavo arrivando davvero bene al Giro. Quello mi ha precluso tutta la prima parte della stagione. Le mie parole sono corroborate dai risultati al Giro di Svizzera, in cui mi sono rimesso in condizione in pochissimo tempo. Poi l’altro infortunio, più grave, alla tibia, prima della Vuelta è stata una mazzata enorme. Ci puntavo tanto dopo il problema al Giro, quindi ci stavo arrivando molto bene. Alle ultime classiche italiane per me è stata una sfida, non posso dire che siano andate male. Non sono arrivato lontanissimo dai primi, erano passati solo 40 giorni dall’infortunio.

A livello psicologico, il finale di stagione non dev’essere stato facilissimo, sia per gli infortuni sia per la situazione della squadra: avete ricevuto novità dalla Qhubeka, quali sono le tue intenzioni?
Per me è stato difficile perché ogni volta si fanno grandi sacrifici per arrivare in forma a un Grand Tour, e quando si devono raccogliere risultati tutto questo lavoro è stato buttato via. Per questo a fine anno ho un po’ faticato a rimettermi sotto per cercare di riportare la mia condizione al massimo. Sono stato molto preso dalla mia riabilitazione, quindi non ci ho pensato fino a fine stagione. Aspettiamo notizie, spero positive, da parte del team manager Douglas Ryder, che ancora sta lottando per cercare di portare a casa uno sponsor e assicurare il futuro della squadra. Io l’anno scorso ho creduto in lui e la mia fiducia è stata ripagata. Farò lo stesso quest’anno.

Se però non dovesse riuscire a trovare il nuovo sponsor, hai già un’alternativa? Tante squadre hanno già completato il loro roster.
Nel caso cercherò qualche occasione, chi avrà ancora un posto e avrà voglia di integrare nell’organico un corridore come me. Ma sinceramente preferisco pensarci solo se si verificasse la peggiore delle ipotesi. La situazione non cambierà in pochi giorni, chi ha un posto ora difficilmente lo riempirà in pochi giorni.

Quale ruolo pensi di poter avere in gruppo adesso?
Mi piacerebbe rimanere sull’obiettivo di fare classifica, sia in un Grand Tour sia in corse da una settimana come il Giro di Svizzera. Poi posso anche dare un contributo alla crescita dei giovani, che possono essere sempre competitivi e sfruttare la mia esperienza.

L’anno prossimo, nel caso, punterai ancora al Giro?
Sì. Il Giro è sempre stato la stella polare della mia stagione, è una corsa che mi è sempre piaciuta.

Hai già parlato con Bennati? Pensi di poter correre ancora per la nazionale?
Dopo la nomina non ci ho ancora parlato, negli ultimi mesi avevo scambiato alcune parole con lui. Penso che lui mi stimi, se dovessero esserci condizioni favorevoli sono sicuro mi terrebbe in considerazione.

È l’uomo giusto per la nazionale italiana adesso?
Assolutamente sì. Sono contento della sua nomina, prima di tutto per la persona e poi per l’esperienza che ha fatto, anche in gruppo. In nazionale poi è stata una pedina chiave. Sa l’ambiente e come dovrà fare per gestirlo.

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