#SpazioTalk, Andrea Garosio cerca ancora una squadra: “Nel 2021 ho corso poco, ho avuto problemi di crampi”

Andrea Garosio si guarda ancora intorno per cercare un contratto per questa stagione. Il veneto ha terminato il suo terzo anno da professionista, vestendo la maglia della Bardiani CSF-Faizané, ma non ha rinnovato con la formazione ProTour. Dopo le esperienze con la Bahrain-Merida, squadra che lo ha lanciato nel professionismo, e con la Vini Zabù, il 28enne vuole trovare una nuova sistemazione per continuare la carriera e cercare qualche risultato importante. Piazzato appena fuori dalla top ten in alcune classiche italiane di fine stagione, neanche la fuga in alcune corse di valore, tra cui il Lombardia, è bastata per permettergli di trovare un contratto. La redazione di SpazioCiclismo lo ha quindi sentito in esclusiva, in un’intervista in parte anticipata nel podcast settimanale SpazioTalk.

Hai già trovato una squadra per quest’anno?
Per il momento no, sto ancora cercando. Non ho ancora in mano nulla di concreto. Sono alla ricerca. Sono in contatto con qualche Continental, ma non ho ancora certezze. Ho cercato una ProTour o una WorldTour, ma con la chiusura di Qhubeka anche quell’opzione è tramontata. Mi sto mettendo all’opera per altro.

Quindi è molto probabile il tuo passaggio a una Continental? ProTour e World Tour non ci sono possibilità?
ProTour quasi sicuramente no. Devo aspettare ancora una risposta, però mi faranno sapere. Mi sto guardando intorno.

Eppure qualche piazzamento interessante era arrivato. Pochi mesi fa ti sei piazzato all’Adriatica Ionica e alla Coppa Agostoni. Secondo te cosa è mancato?
Secondo me un risultato grosso, magari una top five o un podio. Avrei potuto farcela a maggio o giugno, ma ho avuto alcuni problemi con gli adduttori per colpa della sella. Arrivavo sempre lì, tra i primi 15/20, ma poi dovevo mollare per i crampi. Di conseguenza non ho avuto il guizzo. A fine anno sono andato bene, ho vinto la maglia di Gpm allo Slovacchia e ho fatto fughe importanti, arrivando anche a cavallo di qualche risultato. Forse mi è mancata un po’ di fiducia in alcuni momenti.

La chiusura della Vini Zabù è stato un altro fattore?
Sicuramente. La chiusura di tre squadre importanti, come anche Qhubeka e Delko, ha lasciato senza contratto una settantina di corridori. Ne ho visti tanti smettere. Quest’anno è stato abbastanza tragico per il ciclismo. Se si dovesse andare avanti così, il mondo delle Professional rischierebbe di morire. Con gli inviti così, le World Tour sono sempre messe bene perché hanno inviti ovunque. Le Professional invece non hanno garanzie ma hanno costi. Di conseguenza secondo me si andrà verso un mondo World Tour e uno Continental. Per il momento, la situazione è un po’ delicata.

Cosa non funziona nel sistema?
In Italia potrebbero nascere più squadre con l’interesse di uno sponsor italiano. Per loro dà visibilità il Giro d’Italia, più di altre corse, quindi è ovvio che si punta a quello. Ma i posti per le ProTour sono limitati e non ci sono per tutti. Poi però al Giro vanno anche squadre poco interessate a quell’evento, perché sono obbligate. Ai loro sponsor però il Giro non interessa. Se il sistema fosse diverso, probabilmente ci sarebbero più ProTour.

Per quanto riguarda il movimento italiano, sei un po’ più ottimista? La Vini Zabù ha chiuso, ma si parla della possibilità che Cassani faccia qualcosa.
Non sono troppo ottimista. Le Wild Card sono sempre quelle. In tanti vogliono entrare nel World Tour, ma i team sono sempre quelli. Su Cassani, mi auguro che riesca a fare qualcosa. Sarebbe bello per tutto il movimento. Come ciclismo italiano siamo un po’ in un momento di transizione, ma c’è di buono che sono entrati nuovi sponsor nelle squadre già esistenti. Saranno loro il futuro. Cassani ha il nome, penso possa già creare qualcosa di interessante.

A 28 anni, hai ancora tanti anni di carriera potenziale davanti.
Sì, mi scoccia che quest’anno ho corso poco. Ho dimostrato qualcosa, non mi voglio arrendere perché ho già fatto qualcosa. Qui se salti un anno però non rientri più. Per questo non voglio uscire dal giro.

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