GP Denain 2019, show di Mathieu Van Der Poel! Quarto Matteo Moschetti

Mathieu Van Der Poel fa il vuoto al GP Denain 2019. Se pochi giorni fa temevamo che non potesse correre le grandi classiche, il corridore della Corendon – Circus rassicura tutti dopo la sua caduta alla Nokere Koerse. Una dimostrazione assoluta di forza, divorandosi gli avversarsi sul pavé fino all’accelerazione finale che gli ha permesso di imporsi nettamente in solitaria. Alle spalle del vincitore, partito a circa 40 chilometri dalla conclusione andando a riprendere la fuga del mattino, il gruppo giunge con un ritardo di tre secondi, ma nettamente battuto dal campione neerlandese, che si prende il lusso di rifiatare in vista del traguardo.

A conquistare la volata dei battuti è Marc Sarreau (Groupama-FDJ), che si lascia alle spalle Timothy Dupont (Wanty-Gobert) e Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), quarto di giornata.

I primi chilometri a ritmo elevato vedono numerosi tentativi di attacco, fino a quando si sgancia un drappello di quindici corridori. Ne fanno parte Tom Wirtgen (Wallonie-Bruxelles), Thibault Guernalec, Maxime Daniel (Arkea-Samsic), Stijn Steels (Roompot-Charles), Quentin Jauregui (Ag2r La Mondiale), Lasse Norman Hansen, Jimmy Janssens (Corendon-Circus), Mihkel Raim, Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy), Damien Touze (Cofidis), Przemysław Kasperkiewicz (Delko Marseille Provence), Mathieu Burgadeau, Alexandre Pichot (Direct Energie), Piet Allegaert (Sport Vlaanderen-Baloise) e Bert De Backer (Vital Concept). Questo gruppetto guadagna rapidamente più di un minuto, nonostante il plotone sia poco propenso a lasciare andare via così tanti uomini. A metà corsa il distacco dalla testa della corsa rimane infatti intorno ai due minuti, rimanendo costante per diversi chilometri.

All’imbocco del terzo circuito sono Wanty – Gobert e Groupama – FDJ a regolare l’inseguimento, mentre Steels è costretto a perdere le ruote dei primi per una foratura, dovendo così farsi riprendere dal gruppo. Il distacco a quel punto è di 1’30”, con il distacco che resta sostanzialmente stabile in questo frangente, con il pavé che non crea particolari problemi. Il distacco inizia a calare leggermente entrando nei cinquanta chilometri conclusiva, nei quali la corsa si anima. Con l’arrivo di Trek – Segafredo e Corendon – Circus davanti il ritmo sale, almeno sino a quando non partono i capitani del team.

All’attacco partono così Alex Kirsch, iniziatore dell’azione, e Mathieu Van Der Poel, unico in grado di andargli dietro. In pochi minuti i due si riportano così sulla fuga del mattino, dove ci sono due corridori pronti a supportare il campione neerlandese. Sono ovviamente loro a quel punto a dare tutto per il proprio leader, mentre dietro è la Roompot-Charles ad alzare il ritmo in favore di Lars Boom, rimasto sopreso dall’attacco nel settore di Abscon. Il distacco a quel punto è di circa trenta secondi, che non tendono a diminuire malgaro dietro arrivi anche la Ag2r La Mondiale a tirare. A 22 chilometri dalla conclusione si passa per il terzultimo settore, ad Avesnes-le-Sec, sul quale Kirsch attacca di nuovo, mentre dietro è Marc Sarreau a cercare di rientrare.

Il ritardo a fine pavé è di appena dieci secondi, ma si rialza e aspetta la prima parte del gruppo, nel frattempo esploso sotto i colpi della Roompot-Charles. A 15 chilometri dalla conclusione restano comunque ancora nove uomini al comando, inseguiti da circa una quarantina di unità. Il distacco è di poco sotto i venti secondi, ma nel penultimo tratto di pavé è Van Der Poel in persona ad attaccare, con i soli Kirsch e Raim a resistere alla sua ruota. Gli altri fuggitivi vengono così ripresi, mentre il vantaggio del terzetto a dieci chilometri dal traguardo è di appena dieci secondi.

Quando si arriva all’ultimo tratto, ben 1200 metri di pavè, Van Der Poel riesce a scrollarsi di dosso i rivali, uscendo da solo dall’ultimo pavé del giorno. Per lui diventa una cronometro personale, presentandosi a otto chilometri dall’arrivo con un vantaggio di dieci secondi su Kirsch e Raim, con Stjin Vandenbergh (Ag2r La Mondiale), uscito da solo dal gruppo, poco dietro. Il traguardo si avvicina e l’attaccante ormai solitario guadagna un po’ su tutti, con il gruppo che fa fatica ad organizzarsi mentre si avvicina ai contrattaccanti. Van Der Poel riesce così a continuare la sua azione fino al traguardo, dove passa esausto, piegato sulla sua bici, prima di alzare il braccio al cielo in segno di vittoria.

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