B&B Hotels, Kévin Réza: “Il razzismo dovrebbe essere sanzionato come minimo quanto il doping”

Kévin Réza invoca punizioni esemplari per il razzismo nel ciclismo. Dopo le vergognose offese razzista indirizzate sui social a Nacer Bouhanni, che per questo motivo ha poi deciso di non prendere il via dello Scheldeprijs, il corridore della B&B ha voluto lanciare un appello ai vertici del ciclismo e non solo. Secondo il francese, un atto di razzismo dovrebbe come minimo essere paragonato a quello di doparsi. Il classe ’88, attualmente in gara al Giro di Turchia, ha poi spiegato che con il movimento Black Lives Matter si è sentito più libero di esprimere la propria opinione rispetto al passato.

 

Come minimo un razzista dovrebbe essere punito come un dopato – ha dichiarato alla versione internazionale di Sky Sport – Credo sia una delle migliori soluzioni. Mostrerebbe una forte presa di posizione nel supporto contro le varie forme di discriminazione nello sport. Penso che razzismo e discriminazione, in generale, dovrebbero essere messe allo stesso livello di queste azioni”.

Il trentaduenne ha poi parlato anche di come tutto sia cambiato con la nascita del movimento Black Lives Matter: “Dall’anno scorso mi sento più sollevato ed è come se ci fosse stata un’apertura nei miei confronti. L’ho presa a piene mani. Mi fa venire voglia di condividere e interagire con le persone, che potrebbero o non potrebbero essere razziste, ma almeno possiamo avere una discussione e posso condividere le mie idee e i miei pensieri. E questa è una cosa che mi piace dato che rimane un tabù e che non siamo abituati a parlarne apertamente. Ho potuto farlo sin dal Tour de France 2020. Non che non avessi avuto per anni l’opportunità di farlo, ma mi è stato dato l’opportunità di farlo nella corsa più importante del mondo. Questa è una cosa che mi rende felice e che ci permette di accendere il dibattito”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio