Bardiani-CSF, Reverberi rilancia la filosofia del #GreenTeam: “Facciamo un lavoro produttivo per il ciclismo italiano”

Roberto Reverberi continua a credere fermamente nella filosofia espressa negli ultimi anni dalla Bardiani-CSF. Il Team Manager della formazione Professional italiana si è espresso nel corso della trasmissione telefonica Ultimo Chilometro, nel corso della quale ha rivendicato i risultati ottenuti e i segnali lanciati dal #GreenTeam in un contesto nel quale non è facile operare soltanto con corridori italiani che diventa difficile trattenere non appena ricevono un’offerta da una squadra di fascia più alta.

Direi che con il livello altissimo del ciclismo che c’è ora non ci possiamo lamentare dei nostri risultati, abbiamo ottenuto una decina di vittorie e sicuramente siamo andati meglio dello scorso anno in quanto i nostri ragazzi erano davvero molto giovani e quest’anno, con una stagione in più nelle gambe, sono riusciti a fare meglio – afferma – Emergere sui grandi palcoscenici non è facile nemmeno per alcune squadre WorldTour, perché alla fin fine sono sempre quelle 4 o 5 che vincono. Se prendiamo gli appuntamenti importanti ci sono sempre la Sky, la Quick Step, l’Astana e poche altre che riescono sempre a dominare e agli altri restano le briciole. Per sponsor che spendono così tanto immagino ci sia voglia di emergere e di ottenere qualche risultato importante, ma non arriva per tutti“.

In ogni caso, anche nel prossimo futuro, il progetto della sua squadra non cambierà: “Il problema è che non è facile andare a prendere dei giovani corridori. Noi stiamo proseguendo da molti anni con la filosofia del #GreenTeam, ovvero una squadra che permetta ai giovani corridori di crescere, il fatto è che spesso siamo stati vicini a prendere dei ragazzi di talento che però, appena ricevuta un’offerta da una squadra WorldTour, anche se la differenza di ingaggio era poca, hanno deciso di andare lì. I ragazzi preferiscono andare subito nella grande squadra piuttosto che crescere un po’ alla volta. Ci sono molti nostri ex corridori che sono riusciti a crearsi un’ottima carriera nelle squadre di prima fascia, come Modolo, Colbrelli, Pozzovivo e Brambilla. Credo che questo nostro lavoro venga apprezzato dalla Federazione, dagli organizzatori e da RCS in particolare. Facciamo un lavoro produttivo per il ciclismo italiano“.

Anche il calendario resterà legato principalmente all’Italia: “Se si va ad affrontare certe gare all’estero – aggiunge Reverberi – bisogna partire con la mentalità giusta e con i corridori adatti per fare determinate corse, perché se non sono adatti rischi di andare là e ritirare l’ammiraglia a metà corsa”. Non è facile inserirsi soprattutto nel calendario delle classiche del Nord, “soprattutto perché gli organizzatori locali danno la priorità alle loro squadre, quindi è difficile ottenere gli inviti. In passato, quando avevamo corridori come Pieri, Casarotto, Balducci e tanti altri, riuscivamo ad andare su e fare bene. Quelle corse sono un mondiale, e chiudere nei primi 10 è già un grandissimo risultato“.

Secondo la sua esperienza, bisognerebbe avvicinare maggiormente il mondo degli Under 23 a quello dei professionisti: “Bisogna iniziare a lavorare fin da quando i ragazzi sono giovani: se le squadre Under 23 diventassero Continental e riuscissero a far fare ai ragazzi delle corse all’estero, sarebbe possibile testare il loro talento per queste gare e magari provare in futuro a investire su di loro”.

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