#SpazioTalk, Roberto Reverberi: “Ho chiesto di correre fino a fine novembre. Ecco perché le World Tour rischiano di più”

Roberto Reverberi commenta con serenità la richiesta di ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti per contenere gli effetti economici del Coronavirus. Intervenuto nel corso della terza puntata di #SpazioTalk, il General Manager e Direttore Sportivo della Bardiani – CSF – Faizané ha analizzato la situazione del team emiliano a poche ore dalla richiesta avanzata per tutelare gli stipendi di corridori e staff. Allineandosi a quanto fatto già da diverse compagini World Tour, l’unica formazione Professional affiliata in Italia ha inoltrato istanza fino al 30 maggio prossimo per garantire gli emolumenti al suo staff. Reverberi, che nei giorni scorsi si è fatto promotore della richiesta di prolungare il calendario internazionale fino a fine novembre, si è inoltre soffermato sul momento dell’intero movimento chiarendo perché, a suo avviso, i team World Tour siano maggiormente esposte al rischio di un crack economico.

Nella giornata di lunedì avete richiesto la cassa integrazione per i dipendenti…
Per quanto ci riguarda la situazione non è negativa al massimo. Adesso abbiamo richiesto la cassa integrazione per due mesi per i ragazzi. Siamo l’unica squadra italiana che ha la possibilità di poterla richiedere, almeno per salvaguardare gli sponsor vista la difficoltà in cui si trovano perché sono due mesi che hanno i problemi che tutti sappiami. I nostri sponsor principali, sia Bardiani che CSF, stanno continuando a lavorare, mentre Faizané ha chiuso per 15-20 giorni e cerchiamo un po’ di venirgli incontro. Non corriamo da un mese, ma in previsione saremo fermi sicuramente per altri 2-3. Non c’è una previsione di quando si potrà ricominciare a correre, in attesa di una bozza di calendario da parte dell’UCI. Abbiamo salvaguardato i ragazzi perché non mi sembra giusto che non riescano neanche a portare a casa uno stipendio, anche se del 70-80% di quello che prendevano prima. Hanno tutti famiglia ed è giusto così.

Cassa integrazione per aprile e maggio per corridori e staff, quindi…
Sì, abbiamo fatto richiesta e speriamo che venga accettata. Abbiamo ancora contratti per il 2021 e 2022 con questi sponsor e cerchiamo di non metterli in difficoltà, sperando di ripartire almeno ad agosto. La speranza sarebbe anche luglio e prolungare il calendario fino a fine novembre, come ho proposto io ed è stata accettata anche dall’Associazione Corridori. In questo momento si potrebbe allungare un po’ il calendario ed inserire anche quelle corse che sono state rinviate. Sicuramente verranno accavallate, ma questo non sarebbe un problema perché un po’ tutte le squadre sono attrezzate con 2-3 attività. Noi abbiamo 20 corridori, le World Tour 30. Per far correre tutti, è evidente che durante i Grandi Giri avrebbero un po’ meno attenzione da parte dei media, però le corse vanno fatte e speriamo di riuscire a rimettere le bici in strada per terminare la stagione. Speriamo passi questa pandemia che sta dando problemi a tanti problemi.

Quali Wild Card avevate già ricevuto prima dello stop?
Con RCS avevamo Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Giro d’Italia. Poi avevamo tante altre gare già rinviate, come il Giro di Turchia. Con il nuovo calendario capiremo almeno quali verranno rinviate, disponendo di una prima bozza. In quel modo potremo mettere insieme un calendario decente e riorganizzarci. Abbiamo diversi appuntamenti all’estero, Tour du Limousin e Tour du Poitou-Charentes in Francia, il Tour of Britain e il Giro di Danimarca. Ne abbiamo parecchie di gare da fare, bisognerà vedere anche a livello internazionale come sarà la situazione. Non bisogna guardare solo in Italia, perché in Francia e in Spagna sono più indietro rispetto a noi. Se qui si normalizza nel giro di un mese e mezzo si può anche correre, ma essendo eventi internazionali devono venire anche squadre straniere e il problema può anche tornare. Si deve stabilizzare la situazione, una volta partiti si può tirar dritti fino a fine novembre o inizio dicembre, non sarebbe un grande problema perché la stagione lo permette.

Il futuro delle Professional è maggiormente a rischio di quello delle World Tour?
La situazione è abbastanza complicata già per due squadre World Tour, mentre altre 2-3 hanno meno problemi. Sono squadre che hanno budget di 20-25 milioni, sono impegni grandi. Sono aziende, come la CCC, che hanno chiuso con 400 negozi e hanno un danno economico allucinante. Figuriamoci se resteranno chiuse per 2-3 mesi. Tutte le squadre World Tour, al pari delle Professional, hanno una fideiussione depositata all’UCI che è molto importante, parliamo di una cifra che garantisce un quarto del monte stipendi di corridori e personale. Questa fideiussione è ferma ed è a completa disposizione dell’UCI, per questo l’Associazione dei Gruppi Sportivi ha chiesto di bloccarla, altrimenti diventa un problema molto serio. Già non si corre per 3-4 mesi, c’è margine anche per poter ridiscutere i contratti dei ragazzi. Se si cade, si cade più dal basso. Noi abbiamo sponsor storici anche da 30 anni, abbiamo budget più limitati. Le aziende hanno delle difficoltà, ma abbiamo contratti anche per il 2021 e 2022. Cerchiamo di andare incontro agli sponsor per non metterli in difficoltà, contando di ripartire l’anno prossimo a pieno ritmo. Cercheremo di dargli più soddisfazioni e visibilità possibili.

Quella di aderire a un fondo messo a disposizione dalla Federazione, tramite il presidente Di Rocco, è un’ipotesi percorribile?
Vedo che lo è per tutti gli sport, in primis il calcio. Credo sia una cosa fatta ad hoc per le squadre Continental, che sono solo quattro ma hanno dei budget più limitati… ma è evidente che si troveranno in difficoltà. Abbiamo chiesto questa soluzione, se poi arriverà un aiuto da parte della Federazione sarà meglio ancora.

 

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