Bardiani-CSF, Guardini pronto per il Langkawi: “Ne avevo nostalgia”

Si presenta con grandi motivazioni Andrea Guardini. Il corridore della Bardiani – CSF sarà la star del Tour de Langkawi 2018, corsa nelle cui precedenti edizioni ha conquistato ben 22 tappe, imponendosi almeno una volta ininterrottamente dal 2011 al 2016, con i sei successi del 2012 che rappresentano una prova di forza non indifferente. Delagato del CPA (il sindacato dei corridori) per l’occasione, il veronese torna dunque nella sua corsa preferita, perlomeno per il successo che vi ha ottenuto. Un momento importante per testare la forma e dare anche importanti conferme al morale, suo e della squadra.

Dopo un anno di assenza, Guardini torna nella “sua” Malesia.
“Sono felicissimo, ne avevo la nostalgia. Da quando sono prof ho mancato l’appuntamento solo nel 2017, perché non era in calendario con il Team Emirates. Il Tour de Langkawi è un evento molto sentito, c’è tanta passione. Sono il più vincente della corsa, la gente mi conosce, mi cerca. L’attenzione non è sempre facilissima da gestire, ma non posso che ringraziarli per il calore che mi trasmettono. E poi, siamo onesti: a quale sportivo non fa piacere avere tanti tifosi che ti supportano?”

Cosa rende il Tour de Langkawi così speciale per te?
“In questa corsa ci sono una serie di fattori che mi permettono di esprimermi al meglio. Il clima molto caldo, che per molti diventa un handicap, per me è il top. Il momento della stagione: ho il giusto numero di giorni di corsa nelle gambe, grazie ai quali ho assorbito il carico invernale senza però appesantirmi. E infine il percorso, che offre tante occasioni per i velocisti”.

Tappe adatte alle tue caratteristiche e, dopo sei anni, ben conosciute.
“L’esperienza è un vantaggio non indifferente. Difficile che ci sia un arrivo per velocisti mai affrontato. E’ un bagaglio prezioso, soprattutto nella scelta dei tempi in volata. A Langkawi le squadre sono composte da sei corridori, che significa sprint meno lineari e gestione dei finali meno organizzata. E’ complicato tenere la testa per troppi chilometri. Con la Farnese avevo più compagni che mi aiutavano, in Astana ho dovuto arrangiarmi. In ogni situazione, so come muovermi e come possono muoversi i miei avversari”.

Come recordman di vittorie, partirai con i fari puntati: avversari, tifosi, giornalisti…
“Finora ho sempre vinto almeno una tappa e tutti si aspettano che lo faccia ancora. E’ normale che ci sia un po’ di pressione. Sarebbe un grave errore pensare che ogni anno sia uguale, che sia matematico vincere. Nel ciclismo c’è gran poco di scontato, specialmente nelle volate. La mia strategia è pensare il meno possibile a ciò che è stato e concentrarmi sull’esperienza acquisita, come se le gare vinte fossero solo allenamenti. E poi bisogna considerare e rispettare gli avversari. Ci sono squadre World Tour, corridori emergenti e ambiziosi, ognuno vuole giocarsela a viso aperto”.

Da osservato speciale, quanto conta la squadra?
“Tantissimo, sia per aiutarmi nella gestione della gara sia per la fiducia che trasmette. Con la Bardiani-CSF torno ad avere una squadra solida e motivata per farmi vincere. C’è un ottimo clima con i compagni. Dal ritiro invernale, passando per la gare in Colombia e ad Abu Dhabi, abbiamo passato molto tempo insieme e costruito un buon feeling. Corridori come Simion e Bresciani, in particolare, saranno molto preziosi in volata”.

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