Bardiani Csf Faizané, Bruno Reverberi: “Il male più grosso del ciclismo è che è gestito malissimo, soprattutto dall’UCI”
Bruno Reverberi non le manda a dire. In occasione della presentazione della Bardiani Csf Faizané per il 2021, il patron della compagine Professional italiana ha parlato anche delle difficoltà che comporta la gestione di una squadra di ciclismo nel 2021, con la franchezza che spesso lo contraddistingue. Il manager emiliano ha poi anche spiegato le motivazioni che hanno portato a colpi di CicloMercato importanti come Giovanni Visconti, Enrico Battaglin e Kevin Rivera, che andranno a portare tanta qualità in una squadra che nel 2020, per vari motivi, non era riuscita a portare a casa risultati importanti.
“Cerchiamo di tenere duro – ha esordito – Abbiamo passato un’annata difficile, che poi alla fine è andata bene perché siamo riusciti a fare tutte le gare. Devo dire grazie a tutti gli sponsor che ci hanno dato una mano, perché in situazioni come questa si fa presto a mollare. Andiamo avanti con i giovani, ma quest’anno abbiamo inserito qualche corridore un po’ più esperto per rafforzare la squadra, perché gli sponsor se lo meritano”.
Il classe ’46 si è poi soffermato sulle qualità dei singoli: “L’anno scorso i risultati sono stati quelli che sono stati, anche perché abbiamo corso sempre con i migliori al mondo e non è facile. La pandemia ci ha costretti a stare fermi tre mesi, però la squadra aveva dei limiti sinceramente. Abbiamo fatto qualche fuga al Giro d’Italia, ma abbiamo vinto poco. Abbiamo pensato di fare un sacrificio, noi insieme agli sponsor, per portare in squadra corridori vincenti. Visconti ha qualche anno in più ma comunque ha vinto tre titoli italiani, Battaglin ha vinto tre tappe al Giro d’Italia ed è ancora abbastanza giovane, Rivera è un buon corridore, che nelle corse a tappe di 7-8 giorni può vincere anche la classifica finale”
L’esperto dirigente, che da 40 anni vive il mondo del ciclismo, ha spiegato quali sono le difficoltà a cui si andrà incontro nel 2021 (con le corse che continuano a essere cancellate): “Il problema più grande per noi è non avere il diritto di partecipare alle corse. Si fa fatica a fare un calendario, perché gli organizzatori, soprattutto all’estero, preferiscono invitare le formazioni Continental, perché a loro non costano nulla. Dove esiste uno sport che con tutti gli impegni da prendere (fideiussioni, numero di corridori, passaporto biologico, ecc.) non ti dà la certezza di fare una corsa? Questa è colpa nostra che non abbiamo mai spinto verso l’UCI per cambiare la regola. Faccio un esempio: c’è una classifica che permette alla prima squadra Professional di correre tutte le corse, anche quelle World Tour, ma non è veritiera, perché ci sono delle squadre che fanno 200 gare e altre che ne fanno 15, come fa a essere una classifica veritiera? Danno vantaggi a delle squadre solo perché, faccio un esempio, la Cofidis è sponsor di 4-5 gare, vengono invitati e fanno i punti, noi non ci andiamo e come fai a fare i punti? È come se in Serie A o in Serie B una squadra fa 30 partite e un’altra ne fa 10, il male più grande del ciclismo è che è gestito malissimo, soprattutto dall’UCI”.
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