Tour des Pyrenées, l’organizzatore chiede scusa e annuncia la chiusura della corsa: “Non possiamo fare meglio, ciclismo sport molto fragile”

Non ci sarà un Tour des Pyrénées 2024. La terza edizione della corsa transalpina, che nei giorni scorsi ha fatto giustamente esplodere la protesta in gruppo per la mancata sicurezza, non si correrà dopo quanto successo. Ad annunciarlo è il direttore di corsa Pascal Baudron, che dopo la cancellazione dell’ultima tappa si era lasciato andare a delle incredibili dichiarazioni riguardo le ragazze e le loro richieste, preso dalla frustrazione e dalla rabbia del momento. Se verba volante, scripta manent e le sue parole hanno fatto il giro del mondo, peggiorando la sua situazione e quella della sua corsa, che a questo punto dunque non ci sarà più.

“Le mie dichiarazioni sono state sproporzionate – ammette a Sporza – Vorrei scusarmi con tutte le ciclisti che ho ferito. Mi sono espresso male in un momento in cui ero deluso, frustrato e di pessimo umore […] Quanto successo è stato un pasticcio e continua a tormentarmi la mente. Ma non ci sarà una nuova edizione. Il Tour des Pyrénées è finito”.

Il direttore di corsa tuttavia rifugge che si potesse fare molto diversamente, pur ammettendo alcune falle: “Il passaggio a Lourdes è stato organizzato molto male ed è stata colpa nostra. Era puro caos. Se quel giorno la corsa a tappe fosse stata definitivamente interrotta, non avrei avuto alcun problema”. Ma Baudron è ancora arrabbiato per la decisione dell’UCI di annullare la tappa un giorno dopo: “Soprattutto perché lo stesso presidente della giuria di gara aveva detto che le condizioni di gara erano perfette. Anche il commissario dell’UCI era del parere che la sicurezza fosse garantita”. La situazione tuttavia è cambiata dopo la lettera inviata dal CPI al presidente UCI David Lappartient, che ha così deciso di fermare tutto.

L’organizzatore tuttavia difende il suo operato, provando a spiegare meglio la situazione: “I corridori vogliono un percorso completamente chiuso. Ma questo è impossibile in Francia […] La legge francese stabilisce che possiamo chiudere solo temporaneamente il percorso. Ovvero: possiamo bloccare il percorso dall’auto del direttore di gara al camion balais. I corridori vogliono che il percorso sia al 100% loro. Ma solo gare come il Tour de France e la Parigi-Roubaix sono autorizzate a farlo in Francia”.

L’altro problema è che una corsa come la sua non ha i fondi per munirsi di abbastanza segnalatori, che nella maggior parte dei casi sono dei volontari ai quali viene appena offerto un pasto, lungo il percorso: “Non abbiamo le risorse finanziarie e soprattutto umane per farlo. Su un percorso di 125 chilometri servono 500 segnalatori a tutti gli incroci. Non è facile trovare tutte quelle persone”.

Baudron decide così di gettare la spugna, colpito dalle polemiche e convinto di non poter fare più di quanto ha fatto: “Non ci saranno più edizioni del Tour des Pyrenees in futuro. Se organizzi qualcosa, vuoi godertela. Ma ora è stata tutto un disastro, una enorme catastrofe. Inoltre, non possiamo rendere la gara più sicura di quanto non lo sia ora”.

E se da un lato è chiaro che una corsa come quella, organizzata in quel modo, non mancherà, è vero che ricorda problemi simili emersi recentemente, partendo dal Giro del Belgio Donne che ha avuto lo stesso problema per la manca di segnalatori (avendo comunque il coraggio di fermarsi prima di mettere in pericolo le concorrenti). “La nostra corsa scomparirà. Il Lotto Belgium Tour e il Women’s Tour sono già stati annullati – sottolinea ancora Baudron – Non è nemmeno certo che il Giro femminile possa continuare alla fine di questo mese (anche se non ci sono conferme in tal senso, anzi, la corsa sta continuando i suoi preparativi, ndr). A lungo andare non ci saranno più corse…. Il ciclismo è meraviglioso, ma è uno sport molto fragile”.

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