Patrick Lefevere e Tom Boonen perplessi sulle tattiche nel ciclismo femminile: “Alla fine, tutte corrono dietro a tutte” – “L’80% delle volte non capisco cosa stia succedendo”
Il ciclismo femminile sta vivendo una grande crescita negli ultimi anni e aumentano sempre più coloro che ne seguono le gare. Ciò è dovuto anche al fatto che alcune corse possono risultare più incerte e combattute rispetto a quelle maschili, e questo per via di alcune dinamiche di gara che talvolta possono generare scenari un po’ imprevedibili e apparentemente complessi da comprendere, dove anche atlete appartenenti alla stessa formazione sembrano addirittura corrersi contro e puntare più al risultato individuale che a quello di squadra. Un po’ come accaduto agli ultimi Mondiali, dove non sono mancate le critiche alla tattica della nazionale dei Paesi Bassi, che alla fine non ha portato a casa alcuna medaglia nella prova élite nonostante potesse vantare la superiorità numerica nel finale e alcune delle cicliste più forti al mondo.
Riferendosi anche a questo episodio, due esperti di ciclismo quali Patrick Lefevere, manager della Soudal Quick-Step, e l’ex campione del mondo Tom Boonen si sono espressi sulle tattiche e sulle dinamiche che si riscontrano nelle corse femminili: “Gli interessi di squadra giocano un ruolo minore per le donne che per gli uomini. Alla fine, tutte corrono dietro a tutte“, ha sostenuto Lefevere a Het Nieuwsblad.
“Le corse femminili sono talvolta bizzarre da guardare – ha aggiunto Boonen – Le guardo perché spesso sono molto intense. Ma, in termini di tattica di gara, l’80% delle volte non capisco cosa stia succedendo. È così diverso dalle gare maschili. Anche il livello tra le migliori e la categoria immediatamente inferiore è ancora troppo grande, secondo me”.
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